Pietro Maximoff (pt.3)

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*flashback*

Mi sistemo l'ingombrante vestito. Ho sempre desiderato un vestito da principessa. Grande e vaporoso. Mille strati di tulle.
Vedermelo finalmente addosso è un sogno che si avvera.

Wanda mi guarda preoccupata mentre addenta l'ennesimo confetto. Anche se le avevo già chiesto di smetterla, dato che suo fratello ne aveva già mangiati la metà. So già che gli invitati si dovranno accontentare di un solo confetto a testa.

-Non penso riuscirai a uscire dalla porta. Forse è un po' troppo grande-

-Lasciami nella mia felicità Wanda. A come uscire ci penseremo dopo-

Lei sorride. È felice per me. È felice per suo fratello.
Sono l'unica donna in grado di tenere testa e mettere in riga quel capoccione. Parole sue.

-Sei bellissima. Pietro sicuramente sverrà-

A un tratto tutta quella euforia che ho provato fino a quel momento sparisce. L'ansia inizia a farsi sentire.
Sono sveglia da presto, trucco e parrucco a posto e vestito ormai indossato. Eppure l'agitazione sta salendo.

-Lui è già arrivato? È pronto? Gli invitati?-

-Calmati dolcezza. Ho telefonato a Pietro poco fa. Lui è pronto, gli invitati stanno arrivando e tutto procede a meraviglia-

-Ho paura Wan-

-Di cosa? Sei splendida e questa giornata sarà fantastica-

Tutto splendido tranne per un piccolo dettaglio.

-Mio padre non c'è, vero?-

Lei mi guarda con dispiacere. No, non era venuto.
Sarebbe stata una splendida giornata, si. A parte mio padre che non aveva voluto partecipare al mio matrimonio. Per lui Pietro non è mai andato bene, uno scapestrato senza spina dorsale, così l'ha sempre definito. Non si era mai nemmeno preso la briga di conoscerlo veramente. Gli era bastato uno sguardo per bocciarlo.
Mi aveva avvisato che non ci sarebbe stato se io lo avessi sposato. Pensavo che alla fine, per fare contenta la sua unica figlia femmina, avrebbe ceduto. Mi sbagliavo evidentemente.

Non c'era nessuno ad accompagnarmi all'altare. Avrei dovuto affrontare quella camminata da sola.

-È arrivato il momento. Dobbiamo andare. La sposa si fa attendere, ma non possiamo esagerare-

Mi dice la mia amica, mettendosi in bocca l'ultimo confetto, cercando di sdrammatizzare il momento.

Annuisco. Cerco di non piangere per non rovinare il trucco. Non se le merita le mie lacrime quello stronzo.
Un bel respiro e sono pronta.

A un certo punto bussano alla porta.

Guardo Wanda. Non stavamo aspettando nessuno.
Un barlume di speranza si fa spazio in me. Forse è lui.

Lei va ad aprire, guarda chi c'è fuori ma poi richiude subito la porta.

-Ma che fai?-

Le chiedo, non capendo a cosa sia dovuta l'espressione sulla sua faccia.

-Apri Wanda!-

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