Loki

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2012, Stoccarda

La folla gridò e cercò disperatamente una via di fuga mentre, ancora, riecheggiavano per tutta la sala le urla del dottor Schäfer. Quell'uomo sbucò dal nulla, nessuno lo notò fino a quando, con l'aiuto di una specie di bastone da passeggio colpì un addetto alla sicurezza. La musica che fino a quel momento risuonava leggera, si interruppe. Alcune grida di terrore iniziarono a farsi largo, sovrastando il vociare della gente.
In un attimo quell'uomo sbattè il dottore sulla statua dei due tori e poi iniziò a fare solo Dio sa cosa.
Tutti correvano per mettersi in salvo, non si poteva sapere chi sarebbe stato la prossima vittima e nessuno volle scoprirlo.

Io maledissi me stessa per varie ragioni; perché con tutti i posti in cui fare una vacanza avevo scelto proprio Stoccarda? Perché avevo accettato l'invito a partecipare a quella serata? Perché avevo indossato quelle scarpe così così scomode?
Aver indossato i tacchi per tutta la sera non mi aiutò certo nell'impresa di scappare, se ci aggiungevamo anche il vestito che mi limitava i movimenti ero a cavallo. Come se la sfiga non si fosse abbattuta abbastanza su di me, uno dei tacchi si ruppe.
Capitolai a terra come una pera.
Pensai addirittura di essermi slogata la caviglia per via del dolore che sentivo. Non riuscivo più a muoverla... il panico iniziò a farsi largo in me. Nessuno sembrò accorgersi di me, tutti troppo occupati a mettersi in salvo.
Cercai di trascinarmi verso un angolo della sala, per evitare di farmi calpestare.
Le lacrime iniziarono a offuscarmi la vista. Il dottore smise di urlare, la sala si svuotò quasi completamente e non riuscii a vedere se quell'uomo fosse ancora lì. Treni dalla paura ma rimasi per terra. Sperai solo di essere sola per evitare di imbattermi in quel tipo terrificante...
Chiusi gli occhi, sia per il dolore lancinante alla caviglia, sia per cercare di togliere le lacrime che mi impedivano di vedere nitidamente.
La sfortuna decise di diventare la mia migliore amica a quanto pare; il suono di passi iniziò a rieccheggiare per la sala. Si fece sempre più forte, con ancora gli occhi chiusi, capii che si stesse avvicinando a me.
Aprii gli occhi di scatto, se fossi dovuta morire volevo almeno guardare in faccia il mio assassino. Si trovava in piedi proprio difronte a me.
Mi guardò dall'alto, impassibile.
Pronunciò qualche parola in tedesco, ma io essendo americana non riuscii a capire gran che...
Probabilmente dalla mia faccia intuì che non capivo cosa stesse dicendo.

-Parli inglese? Parlez vous Français? Ti prego non dirmi spagnolo perché non lo sopporto...

Non so per quale motivo ma mi misi in ginocchio, magari vedendomi arrendevole mi avrebbe risparmiata, almeno così sperai.
Con il capo chino risposi di essere americana

-Bene, vedo che qui qualcuno conosce le buone maniere... dimmi tesoro, cosa ci fai qui per terra?

Non osai alzare il viso, ma comunque decisi di non farlo arrabbiare e risposi alla sua domanda

-Sono caduta, penso di essermi fatta male... Nessuno mi ha aiutato a rialzarmi

-E poi il mostro sarei io? Forza, alzati, dammi la mano
Ancora una volta non capì il senso delle mie azioni ma decisi di afferrare la sua mano.
La pelle era freddissima, ebbi l'istinto di allontanarmi ma non volli sembrare scortese. Mi aiuto a sollevarmi, mi procurò una sedia e mi fece sedere lì

- Non preoccuparti, probabilmente qualcuno tra poco verrà a soccorerti
Fece per andarsene quando si bloccò sul posto, lentamente si girò e aggiunse
-Noi non abbiamo mai parlato, chiaro?

Io non ancora padrona di me stessa annuì e come se nulla fosse se ne andò senza più proferire parola.

Isola di Manhattan

Finalmente tornai a casa mia, quella vacanza fu troppo stressante. Come ordinato non dissi a nessuno della conversazione con quell'uomo. Mi trovarono ancora sulla sedia, ancora scossa per l'accaduto. Diedero la colpa alla situazione e io non dissi niente per smentirli.
Fortunatamente la caviglia non era messa troppo male, ero stata portata in ospedale ma già il giorno dopo me ne andai, avrei soltanto dovuto portare le stampelle per un paio di giorni.
Decisi di tornare a casa il prima possibile, così prenotai un altro biglietto aereo.

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