Bucky Barnes (pt.2)

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La musica risuonava nel locale, poche persone ci facevano veramente caso, troppo impegnate a scattare foto alla loro colazione o a scrivere qualche messaggio sul cellulare.

Emma era impeganta come sempre a servire ai tavoli. Elargiva grandi sorrisi a persone che, comunque, non le prestavano la minima attenzione.
Ma lei sorrideva lo stesso.

Stava per finire il suo turno, poteva servire però ancora qualche cliente.

A passo svelto si era avvicinata al tavolo piu vicino al muro, l'unico rimasto del vecchio locale.

-Salve benvenuto al Bucky's, vuole ordinare qualcosa?-

-Avete del Whisky?-

-È sicuro? Sono le sette del mattino, non preferisce delle uova strapazzate?-
.
.
.

L'uomo, rimasto ad osservare il menù, aveva finalmente alzato lo sguardo.

-Olivia?-

Era rimasto a fissarla per qualche secondo, imbambolato.
Emma era a conoscenza di essere una bella ragazza, anche per questo i suoi genitori l'avevano praticamente obbligata a lavorare nel locale di famiglia, ed era consapevole inoltre della grande somiglianza con sua nonna, ma non era mai successo che qualcuno la scambiasse per lei.
Quello sguardo gelido per di più stava iniziando a metterla a disagio.

-Olivia, com'è possibile? Sei ancora così giovane!-

Quel tipo stava iniziando a spaventarla.

-Si, molto divertente, sono uguale a mia nonna ma così mi sembra esagerato-

-Sua nonna?-

-Olivia, mia nonna. Senta, non è uno scherzo divertente, ci ha lasciato da poco e non...-

-Chiedo scusa, ma lei è... voi siete...-

-Due gocce d'acqua, lo so. Non sa quante volte mi è stato detto. Comunque, vuole ordinare?-

-Oh, si. Prima ha parlato di uova strapazzate-

-Le migliori di tutta Brooklyn-

-Mi porti quelle per favore-

-Arrivano-

Bucky osservava la giovane donna allontanarsi. Per un attimo era tornato al passato, per un solo istante aveva pensato di essersi finalmente svegliato dall'incubo che ormai era la sua vita.
Quando l'aveva vista era rimasto senza parole. Non si era fatto tante domande, come avesse fatto a rimanere giovane, non gli importava. E invece la dura verità gli era piombata addosso, una secchiata d'acqua gelida in pieno viso, lei era morta.
Adesso sapeva cosa aveva provato Steve, Peggy era morta ma almeno lui l'aveva potuta rivedere.
Una lacrima era scivolata sul suo viso e lui non aveva neanche provato a fermarla.
Non era riuscito a mantenere la sua promessa, non era tornato. O almeno non era tornato in tempo.
Questa volta l'aveva persa per sempre.
Olivia.
Quanto tempo aveva sprecato, quante uscite inutili in compagnia di quelle oche. Se solo avesse aperto prima i suoi occhi, se solo avesse capito prima l'importanza di avere accanto quella donna.

Aveva passato una mano su quel tavolo in legno, quante serate passate seduto proprio in quel punto. Lei lo aveva fatto attendere parecchio, ma d'altronde se lo meritava.

-Le sue uova-

La ragazza aveva interrotto i suoi pensieri, il flusso ininterrotto di quei ricordi di cui aveva ripreso da poco possesso.

-Grazie...-

-Emma-

-Grazie Emma-

Un grande sorriso aveva illuminato il suo viso, aveva fatto un piccolo cenno con la testa e poi era andata nuovamente via, sicuramente pronta a servire un altro tavolo.
L'aveva seguita con lo sguardo fino a quando era sparita in quella che probabilmente era la cucina.

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