Bucky Barnes

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Personaggio richiesto da melba_barnes

-James dovresti smetterla di guardare la televisione-

-Come posso smettere? Non fanno che parlare di me. Senti anche tu-

L'uomo si sporse verso il tavolino su cui era appoggiato il telecomando e una volta averlo afferrato, alzò il volume della televisione, così che anche la ragazza potesse sentire le notizie.

"Ancora infruttuose le ricerche del terrorista che giorni fa ha provocato un'esplosione durante la riunione delle nazioni unite. Dalle immagini di sorveglianza si è risaliti alla sua identità. Raccomandiamo di fare attenzione, in quanto l'uomo è ancora a piede libero; chiunque avesse informazioni utili è pregato di contattare..."

La ragazza, stanca di ascoltare le idiozie che la giornalista stava dicendo, tolse di mano il telecomando a James e, prima che lui riuscisse a riprenderlo, spense la tv.

- Non puoi continuare a sentire queste scemenze. Sappiamo entrambi che non sei stato tu-

-Tutti pensano il contrario però-

Ormai erano giorni che Bucky non poteva uscire di casa. Da quando le "sue foto" sono state rese pubbliche, tutti sono diventati più sospettosi. Quando al mercato alcuni sono riusciti a notare la somiglianza, Buck se l'è vista brutta, per fortuna è riuscito a scappare prima che qualcuno chiamasse la polizia.

-Beh, tutti si sbagliano-

-Comincio anche io a dubitare della mia innocenza-

La ragazza si sistemò vicino all'uomo, che ancora seduto sul divano fissava con sguardo assente lo schermo nero del televisore.

-Non vorrai lasciarmi da sola? Siamo già in minoranza, non posso essere l'unica a difenderti-

Con estrema lentezza, prese la mano metallica di lui e la strinse tra le sue; nonostante sapesse che lui non era più in grado di sentire niente con quell'arto.
Una volta appurato che l'uomo non volesse sottrarsi al contatto, iniziò a giocherellare con le dita.

-Perché sei ancora qui? Dovresti andare via, prima o poi mi troveranno e non voglio far sapere che mi hai aiutato per tutto questo tempo-

-Io non me ne vado, se mai dovessero trovarti allora mi inventerò qualcosa-

Sapeva che lui non le avrebbe mai permesso di mettersi in mezzo alla faccenda. Sapeva che prima di far ricadere anche la più piccola accusa su di lei, lui avrebbe finto di averla tenuta in ostaggio.
Quello è sempre stato il suo piano. Adesso più che mai l'avrebbe protetta.

Entrambi erano assorti nei loro pensieri, succedeva molto spesso. Lui ripensava alla sua vita, quel poco che ne ricordava, e agli errori che aveva commesso. Lei invece pensava a tutti i bei momenti trascorsi al fianco di Bucky.
Non ha mai avuto grandi speranze, sapeva che prima o poi quell'illusione di vita che si erano creati sarebbe svanita; solo non si immaginava così presto.
Era grata del tempo che le era stato concesso, ma ne desiderava di più. Non era pronta a dirgli addio.
Anche i pensieri dell'uomo erano simili, avrebbe voluto più tempo, c'erano ancora tante cose che desiderava fare. La maggior parte però comprendevano anche la ragazza seduta al suo fianco.

Avevano pensato e ripensato a una possibile via di fuga, ma niente avrebbe funzionato. L'unica cosa da fare in quel momento era godersi il poco tempo che rimaneva.

Come spesso accadeva, si era perso nei meandri della sua mente, così incasinata e confusionaria. Furono i singhiozzi della ragazza a riportare Bucky al presente.
Lei era lì, completamente abbracciata a lui, che piangeva. Una scena così avrebbe spezzato il cuore a chiunque, ma maggiormente a lui che di quella donna ne era innamorato.

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