14. Proposte (parte 1)

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Aiden's P.O.V.

Quella ragazzina insolente. Quella dannata ragazzina. Non capisco come faccia a essere così sfrontata nei miei confronti. Lei dovrebbe temermi, come chiunque altro che abbia mai avuto a che fare con me. Stringo la ceramica del lavandino con entrambe le mani. Mi guardo attraverso lo specchio e non posso fare a meno di pensare nuovamente a Kalea e a quanto mi ha detto. Non capisco se le sue prese di posizione mi facciano infuriare o mi piacciano. Nessuno ha mai avuto il coraggio di tenermi testa in quel modo, ne tanto meno di sfidarmi così apertamente. Faccio un respiro profondo e successivamente mi sfilo la maglia, iniziando a sbottonare anche i pantaloni. Una volta che ogni singolo indumento ha lasciato il mio corpo entro nella doccia prendo il getto d'acqua; appoggio la fronte alle mattonelle e lascio che l'acqua tiepida scorra sulla mia schiena e sul resto del corpo. Mi chiedo cosa volessero dire le sue ultime parole, il modo evasivo che ha usato, mi ha lasciato intuire che ha qualcosa da nascondere. Quella ragazza occupa troppo i miei pensieri e questo, non va affatto bene. Una volta conclusa la doccia inizio ad asciugarmi e a vestirmi, rimanendo però a piedi scalzi e a petto nudo. Cammino sul parquet riscaldato di camera mia e velocemente apro un piccolo cassetto del comodino; tiro fuori una busta e con tutta la calma del mondo vado a sedermi sul bordo della finestra che prontamente spalanco. Afferro un pezzo di carta e con delicatezza inizio ad arrotolarlo per dargli una forma ben precisa, afferro una cartina lunga e anche il tabacco che, inizio a posizionare sullo schermo del telefono; dopo questo passaggio proseguo con il prendere dalla busta il grinder e un po' d'erba che mi assicuro di sbriciolare per bene prima di aggiungerla al tabacco; mischio attentamente le due parti e poi posiziono con precisione su ciò che fungerà da involucro, inserendo da un lato anche il filtro; arrotolo tutto per bene e mi soffermo a guardare la luna e il cielo scuro mentre lecco con delicatezza il bordo colloso  della cartina. Non appena la fiamma dell'accendino tocca la cima arrotolata inizio a fare dei tiri per permettere che si accenda al meglio possibile. Chiudo gli occhi espirando delle nuvolette di fumo bianco e denso. Dopo diversi tiri inizio a sentire il mio corpo improvvisamente più rilassato ma la sensazione di benessere sembra non poter durare molto poiché una figura entra in camera mia senza bussare. Roteo gli occhi al cielo avendo già intuito di chi si tratti. Per un momento il suo sguardo si sofferma sulla canna tra le mie dita, ma sembra non voler dire niente a riguardo. «Hai detto che volevi parlarmi.» Faccio un altro tiro sbuffando via il fumo con insistenza. «Non mi sembra questo il momento.» pronuncio seccatamente. «Muoviti a parlare Aiden, non ho tutta la giornata a disposizione.» mi incalza la voce seria. Finalmente mi decido a puntare gli occhi rossi in direzione della persona nella mia stanza. «Ti ricordi Kalea? La ragazza che Zack avrebbe dovuto uccidere.» Annuisce semplicemente. «Bene, quel coglione ha fallito e lei è ancora in vita.» Il suo sguardo è sorpreso e molto pensieroso. «Cosa pensi di fare a riguardo?» mi domanda con curiosità, non vede l'ora di conoscere la mia risposta. «A differenza di quello che pensi, non voglio ucciderla. Sua sorella è la nuova capo centrale del distretto, non ci converrebbe far sparire la sua sorellina, è una donna piuttosto protettiva da quanto ho potuto vedere. Per quanto riguarda la ragazzina, nasconde qualcosa, ne sono certo e il suo modo di fare con la criminalità è troppo tranquillo, è come se sapesse muoversi attentamente in questo mondo.» Faccio qualche altro tiro tornando a guardare fuori verso la luna. «Stai cercando di dirmi quello che penso?» domanda con curiosità nella voce. «Potrebbe diventare una di noi.» concludo infine lasciando intuire che i suoi pensieri erano esatti. «Va bene, potrebbe fare da spia per noi con sua sorella, assicurati però che non finisca nei guai e che noi non ci andiamo di mezzo. Ah, sì, ovviamente sarà sotto la tua responsabilità, ricordalo bene.» pronuncia con freddezza prima di lasciare la stanza. Stringo una mano con forza, buttando via quello che ormai è solo un mozzicone. Sarà pressoché impossibile fare in modo che mi dia ascolto, quella ragazza è così testarda e cocciuta. Afferro il telefono e apro la chat con lei, velocemente scrivo un messaggio con lo scopo d'infastidirla.

A Kalea: "Come stai, Riccioli d'oro?"

Mentalmente mi domando cosa me ne freghi, però forse in questo modo mi risponderà al messaggio.

Da Kalea: "La smetti di scrivermi?! Riccioli d'oro da dove te lo sei tirato fuori? Io sono mora, ora oltre a problemi d'udito hai anche problemi di vista?"

Roteo gli occhi al cielo e scuoto il capo alla sua risposta. Ovviamente l'ironia da parte sua non poteva mai mancare.

A Kalea: "Preferisci bambolina? Ti assicuro che non ho nessun problema di vista ;)"

Da Kalea: "Evita proprio di chiamarmi in qualunque modo, ok? Non voglio avere nulla a che fare con te. La faccina con l'occhiolino cosa starebbe a significare?"

A Kalea: "Se non avessi voluto avere a che fare con me avresti potuto non rispondere al messaggio. Per l'occhiolino...non credo tu voglia saperlo."

Questa volta la sua risposta si fa attendere, probabilmente colpita nel segno. Non so perché mi diverte tanto stuzzicarla, ma immaginarmi le sue facce infastidite è qualcosa di fantastico.

Da Kalea: "Ti rispondo solo perché sono una ragazza educata, anche se mi stai sul cazzo."

Tiro indietro la testa appoggiandola al muro mentre una piccola risata mi scaturisce in gola. Non si può di certo dire che non sia diretta nel dire ciò che pensa.

Da Kalea: "Ps. Perché non vorrei saperlo?"

Scuoto il capo alla sua curiosità. Ha rischiato di farla uccidere una volta eppure non le è ancora passata la voglia di voler sapere tutto.

A Kalea: "Io penso invece di piacerti. Per la faccina, penso proprio che te lo dirò di persona."

Da Kalea: "Tu soffri decisamente di un complesso di superiorità. Non mi piaci per niente, stronzo. Chi ti dice che ci rivedremo mai?"

Questa volta rido di gusto per la sua risposta. Ora sono convinto più che mai che le piaccia giocare con il fuoco.

A Kalea: "Ti ricordo che so dove abiti."

Da Kalea: "Vuoi una denuncia per stalking?"

A Kalea: "Uh, che paura. Sto letteralmente tremando."

Da Kalea: "Non ti sopporto."

Me la immagino mettere un piccolo broncio davanti al telefono e quando il mio cervello inizia a pensare che possa essere una visione carina, lancio il telefono sul letto alla velocità della luce, senza avere la minima intenzione di risponderle. Scendo dalla finestra e rimetto a posto la busta, dirigendomi a passo calmo in cucina. Sto morendo di fame. Penso osservando il mio riflesso dagli occhi rossi attraverso il vetro della credenza. 

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