Un colpo di tosse alle mie spalle mi fa voltare. Osservo Aiden dalla testa ai piedi con un sopracciglio alzato. «Senti improvvisamente la necessità di rivolgermi la parola?» domando quando lo vedo aprire la bocca per dirmi qualcosa. La richiude guardandomi truce. Tenta nuovamente di prendere parola ma anche questa volta lo precedo. «No guarda, non serve nemmeno che sprechi fiato per una come me. Ieri sera sei stato molto chiaro nell'esprimere con Savannah il tuo avermi rimessa al mio posto.» Eris mi studia leggermente, cercando di capire il mio comportamento. Mi alzo dallo sgabello e prima che possa avvicinarmi al moro, la rossa si frappone fra me e lui. «Non ti avvicinare.» Mi minaccia incrociando le braccia sotto al seno. «Altrimenti?» Roteo gli occhi al cielo scocciata del suo comportamento da cagnolino che sente di dover marchiare il territorio; se fosse per la mia testa le urlerei in faccia che se lo può pure tenere tutto per sè. «Altrimenti ti svito la testa a suon di schiaffi.» La sua convinzione e il tono altezzoso mi fanno scoppiare a ridere. «Fatti avanti, se ci riesci.» La provoco fregandomene completamente delle sue minacce. Allunga una mano nella mia direzione ma Aiden la ferma stringendole la mano sulla spalla. Savannah si volta verso di lui stizzita. Lui le fa cenno di no con il capo. «Non farlo, non sprecare tempo con una come lei. Lasciala parlare, è brava a fare solo questo. Tutto fumo e niente arrosto.» Le parole del ragazzo mi feriscono e anche tanto. Mi mordo l'interno della guancia per non dare a vedere nessuna emozione.
Sento la rabbia divampare nel mio petto come una fiamma che arde per conto suo. Vorrei prendere tutto ciò che c'è in questa stanza e lanciarlo contro al muro, o contro ad Aiden. Contrariamente a quanto mi aspettassi da me stessa, metto su una maschera d'indifferenza e rivolgo a entrambi un sorriso carico d'astio.
Afferro il cucchiaino che ho usato per mangiare lo yogurt e, senza che me ne freghi molto del rumore, lo lancio nel lavandino. «Che succede?» chiede Eris mentre Aiden e Savannah sghignazzano insieme alle mie spalle. «Le facce da culo bipolari mi fanno passare l'appetito.» Il veleno è come se uscisse direttamente dalle mie corde vocali.
Faccio per sedermi nuovamente sullo sgabello, ma la rossa lo sfila da sotto di me. Non perdo l'equilibrio, ma la pazienza inizia a scarseggiare. Hija de puta. La insulto nella mia mente per non darle la soddisfazione di vedermi infastidita. «Oddio, scusa, non pensavo che volessi sederti su questo sgabello con quel culo flaccido che ti ritrovi.» Mi limito a roteare gli occhi al cielo per non sentirmi costretta a tirarle un pugno sul naso. Meno male che tra ragazze dovrebbe esserci il supporto femminile. L'ironia dei miei pensieri quasi trapela attraverso il volto. «Che c'è? Hai finito di fare la ragazza forte e testarda che non demorde mai? » La risata stridula di Savannah non fa che darmi sui nervi, per non parlare di Aiden che l'asseconda. Ancora un insulto e le teste di entrambi le faccio diventare parti integranti del muro. Diversi scenari si formano nella mia mente e nessuno sembra darmi abbastanza sollievo per non credere di poterlo fare anche nella realtà per alleviare la mia rabbia. Mi impongo di fare un respiro profondo e non perdere le staffe. Kalea tu sei migliore di due stronzi. Tu sei migliore di loro. Non devi dimostrare nulla a nessuno. La calma si impadronisce del mio corpo a quei pensieri.
Rimasta senza sgabello, con un braccio faccio spazio sull'isola in granito e poi ci salto sopra sedendomi con le gambe a penzoloni. Dal bordo dei pantaloni tiro fuori l'accendino che avevo incastrato in precedenza; con tranquillità l'accendo e lo spengo giocando leggermente con la fiamma. Eris rimane impassibile ma nei suoi occhi leggo una strana emozione. Savannah si irrigidisce sul posto. «Dove l'hai preso quello?» Mi domanda la rossa con occhi spalancati. Gioco ancora con l'accendino in totale tranquillità. «Dici questo?» Glielo mostro e lei annuisce. Aiden mi sta fissando completamente spiazzato. «Cosa avete da guardare? Diamine, è solo un accendino.» Rido sapendo però che non è così. «Quello è l'accendino di Aiden.» pronuncia Savannah con serietà. «Ah si, allora era lui il ragazzo da cui l'ho rubato! Cavolo, pensavo che chiunque qua dentro provasse gusto a prendermi e stendermi su un'isola di una cucina per provocarmi. Ottima occasione per rubare un accendino, devo ammetterlo.» Eris inizia a mangiare delle noccioline divertita e incuriosita dalla situazione. La bocca di Savannah forma una "o" perfetta. Aiden è inchiodato sul posto. Savannah si volta con sguardo assatanato in direzione di Aiden. «Tu cosa?!» Aiden però continua a guardare me. «Oh, scusa, non mi avevi detto che doveva rimanere un segreto fra noi due.» Lo guardo con la più finta faccia dispiaciuta che io possa fare; porto anche una mano all'altezza del cuore con fare drammatico. Eris ridacchia sotto i baffi. «Problemi in paradiso.» commenta per rigirare il coltello nella piaga. Savannah la guarda in modo assassino, cosa che fa aumentare l'ilarità della bionda.
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Need to love
RomanceESTRATTO DEL CAPITOLO 12: "Diversi brividi percorrono il mio corpo quando il suo respiro caldo si scontra con la pelle sensibile del mio collo. «Ho ucciso per molto meno di un soprannome.» Il tono è caldo, basso ma minaccioso. Perché tutto questo mi...