65. L'alba

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Aiden's P.O.V.
Scruto il letto vuoto, il profumo di Kalea ancora impresso sulle lenzuola e che aleggia nell'aria come una fragranza delicata. Inspiro a lungo prima di lasciar uscire di bocca il fumo molto lentamente, il suo colore più biancastro e denso mi ricorda esattamente cosa sto fumando. Nella mia mente non fa che ripetersi la scena in cui lei se ne va dalla mia stanza in maniera tanto frenetica e trafelata. Resto con la schiena poggiata al muro del davanzale della finestra. Sollevo lo sguardo al cielo, i raggi del sole che iniziano debolmente a scaldarmi la pelle. "Fai finta che tutto questo non sia mai successo". Le sue parole continuano a rimbombare nella mia mente. «Fanculo!» Schiaccio con forza il mozzicone nel posacenere. «Fanculo! Fanculo! Fanculo!» continuo a ripetere prima che una notifica sul cellulare attiri la mia attenzione, placando per una frazione di secondo la mia frustrazione. Da Eris: *Video*Prima di cliccare sulla notifica ci penso un attimo, il mio umore non è dei migliori e non so quanto io sia in grado di sopportare uno dei suoi classici video di spiegazione delle caratteristiche dei vari serpenti che abitano il pianeta terra. Dopo aver fatto l'ennesimo respiro profondo, decido di aprire il video nella speranza che una noiosa spiegazione sui serpenti mi distragga abbastanza da non pensare a Kalea e a quanto successo da ieri sera. Non appena il contenuto si proietta sullo schermo un moto di fastidio mi fa formicolare le mani. La vicinanza di Ross a Kalea mi fa stringere la presa sul cellulare. Cerco di ingrandire l'immagine per capire ciò che la ragazza si sta facendo tatuare, ma l'ombra che deduco essere di Eris non mi permette di capirlo. Mi passo una mano nei capelli con frustrazione. Afferro il pacchetto di sigarette e subito ne estraggo una che prontamente mi porto alle labbra. Con poca delicatezza prendo l'accendino dal davanzale e do fuoco alla cima fatta di tabacco. Inspiro bruscamente, cercando conforto in una droga che è nulla a confronto alla droga che assilla i miei pensieri in questo momento. Qualche ora fa c'erano le mie mani lì! Non le sue! Stringo la mano libera dal cellulare in un pugno. «Cazzo!» espiro di colpo con frustrazione, non riuscendo a trovare conforto nemmeno nella tossica e additiva nicotina. Il sole inizia a sorgere sempre più al di fuori della finestra, portando allo stesso tempo chiarezza nei miei pensieri. Accendo nuovamente lo schermo del cellulare pronto a scrivere ad Eris che a me non importa minimamente di ciò che accade a Kalea, ma la parte di video che ancora non avevo visto mi salta davanti catturando nuovamente la mia attenzione. «So che sai già quanto lei sia bella, ma hai visto quanto più bella è fra le mie mani?» Le sue parole fanno ribollire ogni singola goccia di sangue presente nel mio corpo, facendomi perdere la poca pazienza e lucidità che mi restava. Incastro la sigaretta fra le labbra e torno nella chat del mio braccio destro per scriverle un semplice e conciso: «Dove siete?»

Kalea's P.O.V.
Le porgo il casco lasciando che la brezza mattutina mi scompigli i capelli. Scruto con pigrizia la linea dell'orizzonte, aspettando che Eris si tolga le scarpe, esattamente come ho fatto anche io. Immergo i piedi nella sabbia fredda godendomi quella sensazione strana. Per alcuni minuti iniziamo a camminare lungo Orchard Beach restando nel più assoluto silenzio. L'unico suono presente è il rumore delle onde del mare che, con estrema calma, si infrangono sul bagnasciuga. Eris si ferma di colpo, voltandosi piano nella mia direzione. «Sei andata a letto con Aiden, vero?» Trattengo il respiro di colpo, arrossendo all'istante. Incrocio il suo sguardo con imbarazzo. «Non esattamente.» Inizio a giocare con una ciocca dei miei ricci con fare ansioso. «Cosa vuol dire "non esattamente"? O lo avete fatto o non lo avete fatto. Non credo di doverti spiegare io il modo in cui si distingue la differenza.» Le faccio segno di no con la testa per fermarla dal proseguire con un probabile esempio diretto. «Diciamo che per questa volta AIden si è limitato a dare piuttosto che a ricevere.» cerco di girarci attorno presa dall'imbarazzo. «Quindi ti ha fatto un di-?» Le tappo immediatamente la bocca con entrambe le mani rivolgendole uno sguardo truce. «Qualcosina di più.» specifico mentre la sento iniziare a sorridere sotto le mie dita. Si scansa dalla mia presa per assumere un'espressione più seria. «Per questo mi hai chiesto di non mandargli il video? Per paura di farlo ingelosire?» Alle sue domande mi lascio ricadere pesantemente sulla sabbia. Mi tiro le ginocchia al petto, pentendomi quasi immediatamente della scelta a causa del tatuaggio fresco e ancora piuttosto dolorante. «La verità? Non lo so neanche io.» Sospiro prima di tornare a parlare. «Le parole di Ross mi hanno dato fastidio, più di quanto immaginassi potessero farlo. Il punto adesso non è il fastidio, bensì il perché sia nato.» Inizio a giocare nervosamente con la sabbia. Eris si siede di fronte a me, cogliendomi di sorpresa siccome credevo che si sarebbe seduta al mio fianco. «Non ti conosco da tantissimo tempo, nè tanto meno so niente per quanto riguarda la tua sfera sessuale e sentimentale. Ma di una cosa sono certa: di conoscere Aiden come le mie stesse tasche.» afferma strappandomi un piccolo sorriso. «Cosa gli hai dovuto dare in cambio?» Corrugo la fronte di fronte alla sua domanda. «In cambio di cosa?» le domando prima di vederla sospirare. «In cambio del suo silenzio.» La serietà nel suo volto mi fa stringere nelle mie stesse spalle. «Niente, diciamo che non sono andata via nel migliore dei modi, gli ho semplicemente detto che non avrebbe dovuto parlarne con nessuno.» Eris spalanca gli occhi per la sorpresa. «La cosa divertente? Che veramente non lo dirà a nessuno, perché se non l'ha riferito a me immediatamente dopo che è accaduto, le probabilità che ne parli con qualcun altro sono pari a zero.» Gli ingranaggi del mio cervello iniziano lentamente a mettersi in moto. «Quindi tu non sai niente?» Mi fa cenno di no. «Avevo dedotto qualcosa quando ho visto i suoi pantaloni su di te, ma niente che fosse paragonabile a quello che mi hai detto.» confessa facendomi arrovellare ancora di più per tutte quelle informazioni nuove. Mi porto le mani alle tempie. «Forse bere tanto alcool non è stata la scelta più saggia che io potessi fare.» confesso mugugnando piano per il mal di testa che sento crescere man a mano che la luce del sole fa capolino oltre l'orizzonte. «Tutto questo è molto strano. Ogni volta che Aiden è stato con qualcuna, poi è subito corso a riferirmelo; perché non l'ha fatto anche con te? Perdonami, ma non credo minimamente al fatto che il suo silenzio sia stato dettato unicamente da una tua "brusca richiesta". Poi, parliamoci chiaro, avete dato sempre l'impressione di odiarvi, questo cambio di prospettiva l'avrebbe fatto sentire vittorioso, e non c'è niente di meglio di vantarsi di una conquista per Aiden.» Mima le virgolette con le dita. Sospiro sollevando leggermente le spalle. «Non lo so Eris, dal momento in cui ho messo piede in quella limousine tutto è diventato così assurdo e diverso. Il ballo, l'asta di cui non sapevo niente, Sebastian, la spiaggia, Aiden, il bacio, quanto accaduto in camera sua e tutto il resto a seguire! Mi sembra di aver vissuto mille vite in un'unica notte. Per giunta ho anche litigato con mia madre e mia sorella in una maniera che non facevo da moltissimo tempo, e ora ho anche un altro tatuaggio!» borbotto tra me e me, godendomi internamente il riflesso dell'alba fra le onde. Eris mi scruta ad occhi spalancati. «Sebastian? Quel Sebastian?! Nel senso, Sebastian Dìaz, il capo del cartello colombiano?» Per poco non la sento balbettare dalla paura. Alzo un sopracciglio con circospezione. «Perché questa agitazione? Comunque sì, proprio lui.» le rispondo con tranquillità. «Come fai ad essere ancora qui per parlarne?» di fronte al suo stupore mi sento in colpa per non averle ancora detto la verità. Dovrei fidarmi di lei, ha fatto veramente tantissimo per me, ma forse sono solo troppo stanca per poterne parlare. Chiudo gli occhi, godendomi il silenzio per alcuni interminabili secondi. Sospiro. «Sono l'ultima persona che ucciderebbe sulla faccia di questa terra, o almeno così credevo visto che in realtà ha completamente raso al suolo il mio cuore.» Stringo la sabbia in un pugno. Eris resta in silenzio attendendo che io continui il discorso. Avverto le lacrime tornare agli occhi dopo la confessione di mia madre. «Sebastian è mio fratello, o meglio, il mio fratellastro, se proprio vogliamo essere precisi.» Lancio una conchiglia in acqua nella speranza che scompaia fra le onde del mare. «Per tutto questo tempo non ho fatto altro che piangere per la sua morte e per il rimpianto di non aver nemmeno avuto il coraggio di andare al suo funerale. Poi cosa succede? Me lo ritrovo praticamente davanti, vivo e vegeto mentre cerca di uccidere una persona. Sono certa che mi abbia riconosciuta, ci siamo guardati negli occhi e l'ho visto, gliel'ho letto in faccia che non si aspettava di trovarmi lì. Ma sai qual è la cosa divertente di tutta questa storia?» La guardo mentre una risata ironica e ferita lascia le mie labbra. Mi fa cenno di no con il capo. «Mia madre e mia sorella hanno sempre saputo tutto!» Spalanco le braccia per l'assurdità della situazione. «Sono state loro a dirgli di abbandonarmi, di fingere la sua morte! Per tutto questo tempo sono rimaste in contatto con lui affinché noi non ci incontrassimo mai! Se non fossi entrata a far parte degli Scorpions non sarei mai andata a quella festa, e se non ci fossi mai andata, probabilmente non avrei mai scoperto che era ancora vivo!» Per poco non urlo dalla frustrazione. «Per questo stavate litigando quando sono arrivata?» alla sua domanda mi limito ad annuire. I suoi occhi si socchiudono. Eris resta immersa nei suoi pensieri per diversi minuti prima di parlare. «Ci sono troppe cose che non hanno senso in tutta questa storia, partendo dal perché Sebastian avrebbe dovuto ascoltarle, è il fottuto capo del cartello colombiano, è come se Aiden prendesse ordini da sua madre! Non ha alcun senso.» Nascondo le mani sotto la sabbia. «E ha ancora meno senso dal momento in cui mia madre e Sophia odiano profondamente Sebastian, e lui fa altrettanto con loro. Non riesco a trovare una spiegazione logica. Sapeva che così facendo mi avrebbe fatto soffrire tantissimo, ma l'ha fatto comunque!» Di scatto le do le spalle e mi sollevo i capelli, scoprendo la parte immediatamente sottostante. «Questo sarebbe l'altro tatuaggio che hai citato prima? Perché proprio un sole?» Seppur io non veda quasi mai il tatuaggio, ricordo ancora alla perfezione ogni sua piccola riga e imprecisione. «Sebastian mi diceva sempre che ero il suo "rayo de sol", ovvero il suo "raggio di sole".» Eris sembra comprendere immediatamente, senza che io le dia ulteriori spiegazioni. «Eravate tanto legati?» Alla sua domanda i ricordi iniziano a riaffiorare alla mente. «Sebastian era tutto per me. Era l'unica persona in grado di far cambiare il mio umore. Aveva il potere di strapparmi un sorriso quando tutto intorno andava a puttane. Lui mi ha dato l'unico tipo di amore che io abbia mai conosciuto in vita mia, ed è anche stato l'unico a riuscire a spezzarmi il cuore in un milione di frammenti piccolissimi.» Le lacrime iniziano a scorrermi sulle guance. «Sebastian era un padre, una madre e un fratello messi insieme. Non importavo a nessuno, se non a lui. Mi sono sentita persa per mesi. I miei problemi di gestione della rabbia erano ritornati, ma questa volta non c'era lui a fermarmi, a farmi ragionare. Quello che mi hai visto fare ad Amelie è solo una minima parte del mostro che io ero diventata dopo la morte di Sebastian. Mia madre era disperata, per questo decise di mandarmi a New York da mia sorella, nella speranza che cambiare aria potesse farmi bene. Guarda invece ora in che casino sono finita.» Le indico tutto attorno a noi. «Il vero problema però è un altro: io sto iniziando ad amare tutto questo casino. Mi sento più a casa con gli Scorpions che con la mia stessa famiglia.» Mi tiro nuovamente le ginocchia al petto scrutando l'alba con ammirazione. «Quindi la borsa di studio era tutta una cazzata?» Mi scappa un piccolo sorriso alla sua domanda. «Più falsa dei soldi del monopoly.» Eris scoppia in un'improvvisa risata sincera, cosa che mi spinge a ridere con lei. Avverto la malinconia risalirmi lungo il cuore. «Tu me lo ricordi.» confesso di colpo. La ragazza si ferma rivolgendomi un sorriso affettuoso. «Perché ti faccio ridere?» abbozzo un sorriso a mia volta. «Perché mi fai ridere quando non ho minimamente voglia di farlo.»Il suono di notifica di un cellulare ci distrae entrambe dalla conversazione. «Penso sia il mio.» pronuncia Eris estraendo l'apparecchio elettronico dalla tasca della giacca di pelle. I suoi occhi saettano immediatamente su di me dopo che lo schermo le si è illuminato davanti. «Abbiamo un problema.» afferma di colpo prima di ricontrollare il cellulare. «Anzi, hai un problema.» si corregge facendomi sbiancare di colpo. «A cosa ti riferisci?» provo a sondare il terreno nella speranza di ricevere una risposta concreta. «Aiden ha risposto al video.» Alla sua affermazione immediatamente mi copro il volto con entrambe le mani. Questa giornata non è destinata proprio a finire. Decisamente non a breve. «Che cosa ha scritto?» le domando dopo aver spostato le mani. «Mi ha chiesto dove siamo.» Penso per alcuni secondi al da farsi. «Digli che ormai non siamo più insieme e che io sono tornata a casa!» Quella che credevo essere un'illuminazione geniale viene immediatamente smontata dalla ragazza di fronte a me. «Andrà a casa tua. Sicura di volergli far incontrare tua madre?» Impreco di colpo in spagnolo. «Non penso di avere altre scuse!» Eris mi scruta dalla testa ai piedi con ovvietà. «Dire la verità?» Le faccio segno di no con fin troppa enfasi. «Ho dovuto affrontare già troppe cose per oggi, non credo di avere la pazienza per condurre un discorso quantomeno civile con quell'essere di sesso maschile.» La ragazza dai capelli bianchi inizia a ridacchiare. I suoi occhi azzurri mi scrutano con evidente divertimento. Si alza scrollandosi delicatamente la sabbia dai pantaloni e dalla giacca. «Dove stai andando?» le domando alzandomi a mia volta. «Ho già detto ad Aiden che sei qui, fai la brava e mi raccomando: non mostrargli mai le tue debolezze, è cresciuto dovendo imparare ad utilizzarle per il suo bene e quello degli altri. Le userebbe anche contro di te.» Detto ciò se ne va, lasciandomi completamente sola sulla spiaggia. 

Angolo Autrice
Buona sera a tutti! Come state? Mi auguro che vada tutto bene e che questa estate possiate godervi dei bellissimi momenti felici. Vivete, vivete ogni singolo attimo come se voi foste i protagonisti della vostra storia, della vostra vita, perché è così! Spero che leggere questo capitolo vi abbia fatto sentire un po' più vivi, che vi abbia lasciato un emozione, qualcosa da ricordare. 
Questa sera non sono di molte parole, ma credo che quello che ho scritto nel capitolo abbia parlato più di quanto io abbia fatto in questo momento.
Buonanotte a tutti :)

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