Il giovane uomo mi guarda con imbarazzo mentre si sistema impacciatamente i capelli castani con una mano. Sophia si fa avanti con un sorriso e felice come una pasqua gli getta le braccia al collo regalandogli un bacio sulla guancia. Lui ricambia l'abbraccio ma i suoi occhi sono fissi nei miei. Mi sposto con riluttanza dalla porta, permettendo a entrambi di accomodarsi dentro. Chiudo la porta osservando Cage da dietro. Mi fa uno strano effetto vederlo vestito di tutto punto. Non sembra per niente da lui la camicia infilata nei jeans. Penso ricordando il modo ben più rozzo con cui era vestito l'ultima volta che l'ho visto.
Un profondo senso di repulsione si fa strada in me quando lo vedo sedersi accanto a mia sorella a tavola. Sophia mi guarda con un cipiglio non capendo il mio comportamento tanto scettico. Le rivolgo un sorriso tirato e fingendo che non ci sia nulla di strano in questa situazione, mi siedo al mio posto. Per tutto il pranzo i due chiacchierano tra di loro, rivolgendomi ogni tanto degli sguardi; in particolare quello di mia sorella è spesso su di me. Quando ho finito quello che ho nel piatto mi alzo di scatto e, dopo averlo posato nel lavandino, faccio loro cenno che esco fuori a prendere una boccata d'aria.
Cammino fino alla fine del vialetto e dopo mi siedo sul piccolo muretto che circonda la casa. Mi soffermo a osservare gli uccellini che librano nell'aria con leggerezza. Certe volte vorrei avere la possibilità di prendere il volo e non tornare mai più indietro. Avverto delle voci alle mie spalle e quando mi volto mi accorgo della presenza dei due adulti sull'uscio di casa. Sento le orecchie fumare di rabbia quando vedo lui protrarsi nella direzione di mia sorella e darle un caldo bacio sulle labbra. Con rabbia stacco il muschio dalla pietra e inizio a lanciarlo in direzione della strada. Addirittura davanti ai miei occhi. Penso infastidita. Quando sento la voce di mia sorella chiamarmi e dirmi di tornare in casa, le faccio cenno che rimango ancora un po' fuori. Chiude la porta con un sorriso a trentadue denti mentre mi mostra i pollici in su in segno di vittoria. Scuoto il capo e ritorno a lanciare il muschio verso la strada.
Il giovane uomo si ferma a pochi passi da me con un sorrisino irritante stampato in volto. «Che piacere rivederti.» pronuncia sarcasticamente portandosi una sigaretta alla bocca e iniziando a fumarla. «Non posso dire lo stesso.» Il mio tono è fermo e freddo. Sghignazza. «Dovresti darti una calmata, qui se mi provochi non c'è nessuno che ti para il culo.» Il suo modo rozzo di parlare mi fa venire voglia di strapparmi le orecchie dalla testa e gettarle nel cestino. «So difendermi da sola.» Il sorriso irritante che mi si dipinge sul volto sembra infastidirlo e con passo lento si avvicina a me. Lo guardo con aria truce. Se fa un altro passo do di matto. «Te l'hanno mai detto che sei irritante?» domanda sfrontatamente. «Sì, ma se mi fosse importato avrei già smesso di farlo.» Gli rispondo sfacciatamente. Fa un altro passo nella mia direzione e io inizio ad andare sulla difensiva stringendo con forza le mani al bordo del muretto. «Smettila di fare la ragazzina presuntuosa, non hai alcun potere.» Il tono minaccioso mi porta a scoppiargli a ridere in faccia. Mi guarda confuso. «Mi basta fare dieci passi indietro, aprire la porta di quella casa e tutto il tuo patetico piano di conquistare mia sorella va a puttane.» La serietà con cui mi sente parlare lo fa vacillare. «E tu questo non puoi permettertelo vero? Non so che intenzione tu abbia con mia sorella, ma falle male, anche solo con una misera cosa, e qualsiasi cosa ti abbia fatto Eris sarà piacevole a confronto con quello che ti farò io.» Si accorge immediatamente che non sto scherzando e forse è grazie allo sguardo omicida che gli rivolgo. Si ricompone velocemente. «Ma ti sei vista? Non faresti male a un moscerino.» Non gli serve nemmeno la mia risposta per capire, gli basta il mio sguardo. Scendo dal muretto e per rientrare in casa sono costretta a passargli accanto e, quando lo faccio, mi assicuro di pestargli il piede con molta forza. Impreca contro di me e io gli volto semplicemente le spalle rientrando in casa.
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Need to love
RomanceESTRATTO DEL CAPITOLO 12: "Diversi brividi percorrono il mio corpo quando il suo respiro caldo si scontra con la pelle sensibile del mio collo. «Ho ucciso per molto meno di un soprannome.» Il tono è caldo, basso ma minaccioso. Perché tutto questo mi...