Scendo dal tavolo stringendo le mani in due pugni per la rabbia. Aiden me la pagherà. Me la pagherà cara. Ritorno nella sala di prima e vado in cerca di Eris. La trovo che è impiedi di fronte a Zack mentre tiene tra le mani un coltello insanguinato. Mi avvicino da un altro lato e quello che vedo mi fa sussultare. Il palmo della mano del ragazzo gronda sangue e un taglio profondo gli prende tutto il palmo. Con uno scatto mi faccio più vicina a loro. «Ma che sta succedendo?» domando sconvolta. Eris mi guarda con un sorrisino psicopatico in volto, seppur i suoi occhi sembrino completamente impassibili. «Nulla. Ha ricevuto solo un quarto di quello che si merita realmente. Ho pensato che procurargli dolore con il mezzo che lui ne ha procurato a te fosse una giusta punizione, quindi gli ho infilzato il coltello nella mano.» Indietreggio leggermente a quella confessione tanto cruda. Zack si tiene la mano con dolore e le lacrime agli occhi. Provo compassione per lui, ma non abbastanza da dirgli in faccia che mi dispiace, dentro di me non posso che pensare che Eris abbia ragione, è solo una piccola parte di quello che si merita per quello che mi ha fatto. La ragazza mi guarda in attesa di una mia risposta e io mi limito a sospirare e ad annuire. Si accorge che c'è qualcosa che non va, qualcosa che non centra con Zack. Lascia il coltello insanguinato sopra il tavolino in vetro e afferrandomi il polso con la mano sporca mi trascina via. Questa sera hanno tutti voglia di trascinarmi?
La struttura si fa più intricata di quanto credessi ma, grazie alla memoria fotografica, riesco a ricordarmi il percorso da seguire per il ritorno. «Dove mi stai portando?» Cerco di capire le sue intenzioni. Potrebbe voler far del male anche a me, sotto sotto, mi sembra così imprevedibile e pericolosa. «Nella mia stanza.» Sono sorpresa della sua risposta e lei lo nota. «Penso che sia il luogo più sicuro di tutta la casa, mai nessun degli scorpions ci mette dentro piede, sanno che se lo facessero potrebbero ritrovarsi del veleno nel latte la mattina quando si fermano qui a dormire.» La tranquillità con cui ne parla mi fa accapponare la pelle. Cosa pensavo di trovare una volta accettata quella proposta? Eris si ferma davanti a una porta completamente dipinta di nero con sopra una scritta spray bianca che cita: "Lasciate ogni speranza voi che entrate". Poetico. Commento tra me e me riconoscendo la citazione di Dante Alighieri tratta dalla Divina Commedia. Apre la porta di scatto e non mi stupisco nel vedere tutte le pareti dipinte di un viola molto scuro, il mobilio completamente nero e una parete adornata di dischi in vinile e chitarre interamente appese. Deve essere una vera appassionata di musica. Penso notando i nomi di alcuni gruppi come i Nirvana, Red Hot Chilli Peppers, Guns N' Roses e in particolare anche molti dischi dei Queen. «Ti piacciono?» chiede notando in che direzione è puntato il mio sguardo. «Molto. In questa stanza è tutto così artistico, per non parlare di tutto lo spazio che c'è!» esclamo girando su me stessa facendo una piccola piroetta. «Ti piace ballare?» Lo chiede dopo aver notato il mio gesto. Annuisco con gli occhi che brillano. «Io amo ballare.» sottolineo portando le mani all'altezza del cuore. «Sai, non so se preferisco la versione minacciosa di te o quella in cui ti brillano gli occhi per qualcosa che ti piace.» Un sorriso si forma sul mio viso alla sua schiettezza. «Questo dovrai dirmelo tu.» In risposta solleva le spalle sdraiandosi poi con il busto sul letto. Non mi sono nemmeno accorta che ha chiuso la porta. «Forza, sputa fuori il rospo.» «Eh?» domando dopo la sua esclamazione tirata fuori dal nulla in un momento di totale silenzio. «So che c'è qualcosa che ti turba e, sono certa che non puoi parlarne con nessuno al di fuori di questa gang.» Schiudo le labbra, colta nuovamente nel vivo durante questa serata. Ma cos'è questa storia che improvvisamente tutti sanno leggermi dentro? Era così divertente passare inosservata agli occhi delle persone e nascondere quello che provavo. Gonfio le guance tentennando sul da farsi. Infine decido che non ci sia nulla di male a dirglielo e sinceramente, non mi sembra nemmeno il tipo che lo direbbe in giro solo per farsi due risate. «Aiden è uno stronzo.» Butto fuori di getto l'aria. «Che novità.» commenta la bionda ironicamente. Sospiro consapevole che ha ragione. In effetti chiunque noterebbe che è veramente una persona orribile. «E pensare che tu non hai ancora visto niente di lui.» Scuote il capo sconsolata. Spalanco gli occhi. «Vorresti dirmi che esiste una versione peggiore di lui?» Eris scoppia a ridere. «Solo una versione? Oh, tesoro, ho perso il conto di quante personalità Aiden sappia assumere per catturare le sue prede.» Corrugo la fronte stringendo le sopracciglia fra di loro. «Prede?» Il mio tono è esitante. La ragazza si solleva immediatamente dal letto e mi guarda fissa negli occhi. «Non dovrei dirtelo, solitamente non sono cose che mi interessano, solitamente non mi interessa di chi ha intenzione di farsi Aiden, ma tu mi stai particolarmente simpatica e, non ho voglia di sapere che un giorno sarò costretta a consolarti mentre tu singhiozzerai disperata sulla mia spalla.» La guardo male. «Io non piango sulla spalla di nessuno.» Non piango nemmeno sulle tombe. Mi ricorda la mia coscienza mentre avverto un vuoto all'altezza della bocca dello stomaco. Al più presto scaccio quei pensieri per concentrarmi sulla persona di fronte a me. «Sarà, ma Aiden ormai ti ha puntata. Kalea, dovrai fartene una ragione, lui proverà in tutti i modi ad averti ma, se tu glielo permetterai, poi lui ti butterà via come la cartaccia di una caramella che ha appena mangiato.» Mi sento destabilizzata dalle sue parole, nonostante una mezza idea sul suo conto me la fossi già fatta. Non pensavo che potesse essere peggio di quanto è già. «Oh, sì, indubbiamente è stata un'ottima scelta minacciare di uccidere mia sorella per potermi conquistare.» commento con ironia roteando gli occhi al cielo. «Addirittura, è già passato alle minacce? Pensavo ci avrebbe messo di più ad arrivare a quel punto, allora gli dai davvero filo da torcere.» Mi guarda di sfuggita, la sua attenzione è concentrata su un punto della parete alle mie spalle. «Come avrai già potuto notare, Aiden vuole tutto e subito. Vuole tutto nel modo in cui dice lui. Deve sempre avere l'ultima parola ma, non perde mai le staffe in una discussione.» La guardo come se le fossero improvvisamente cresciute altre due teste. «Fidati, credo che si sia incazzato parecchio quando ha scoperto che ho guidato la sua macchina senza nemmeno avere la patente.» Eris mi guarda con occhi spalancati prima che un sorrisino faccia capolino sul suo volto. «Tu cosa?! Non avevi la patente?» Mi guarda sconvolta ma sorridendo. «Deve volerti parecchio nella sua collezione se non ti ha ancora uccisa o torto un capello.» Riflette ad alta voce. Non nego che il suo parlare con tanta naturalezza della "collezione di Aiden" mi dia fastidio. Io sono Kalea, non il futuro giocattolino del suo amico. «Forse ha capito che con me gli schiaffi morali sono peggio di quelli fisici.» La bionda assottiglia lo sguardo. «Cos'è successo mentre eravate in cucina?» domanda di punto in bianco. Le mie guance prendono fuoco al ricordo di quella vicinanza. «Ti prego non dirmi che hai lasciato che ti baciasse.» «Cosa? No! Nemmeno la scorsa volta gliel'ho lasciato fare.» confesso in tutta sincerità. Spalanca gli occhi. «"Scorsa volta"? Vuol dire che ha già tentato di baciarti prima sta sera?» La sua espressione sconvolta mi fa quasi pentire di averglielo detto. «La prima volta è successa in un vicolo, dopo che mi ha minacciata dicendomi di uccidere mia sorella se non fossi entrata nella gang, ma l'ho respinto in malo modo. Questa sera non saprei, se un ragazzo ti spinge su un tavolo e poi si mette su di te, tu come lo definiresti?» Il mio tono è un misto d'innocenza e ironia. Eris batte lentamente le palpebre cercando qualcosa con cui rispondermi. «Okey, domani mattina non farò colazione in cucina, mi sono immaginata la scena e la sensazione di vomito che sento alla bocca dello stomaco mi ha fatto passare la voglia di mangiare qualsiasi cosa in quella stanza.» Rido leggermente per la sua teatralità. «Oltre a questo, Kalea, posso darti solo un consiglio io: non provare nessun sentimento per lui, nemmeno l'odio, perché seppur sia una sensazione orribile, vorrebbe dire che tu provi qualcosa per lui e questo, non puoi permettertelo.» Mi mordo l'interno guancia rimuginando sulle sue parole. Improvvisamente uno sbadiglio mi fa portare la mano davanti alla bocca. La confidenza che si era creata fra noi due sembra scomparire una volta che si accorge della mia stanchezza. «Visto che questa è la stanza più sicura, se vuoi puoi dormire nel mio letto per questa notte. Spero tu non sia una di quelle ragazze schizzinose che crede che solo perché mi piacciono le ragazze, in automatico mi piaccia anche tu. Posso dormire nel tuo stesso letto e allo stesso tempo non essere minimamente attratta da te.» Spalanco gli occhi alla sua confessione. «Sei lesbica?» domando con aria sconcertata, non essendomelo mai aspettato. «Non sono lesbica. Mi piacciono le ragazze.» Inclino il capo di lato. «Non è la stessa cosa?» «No.» Il tono è freddo e scontroso. «Non sono tipa da "etichette", è come se io ti dicessi "sei etero?" solo perché mi hai appena confessato che ti piacciono i ragazzi. Ti farebbe sentire strana la cosa, vero? Quella per te è normalità, come per me è normale essere attratta dalle femmine. Quindi, smettila di puntualizzarlo. Abbiamo solo gusti diversi, vedila così.» Mi limito ad annuire energicamente, molto colpita dalle sue parole. Non l'avevo mai guardata da questo punto di vista, ma non posso negare che abbia ragione. «Comunque no, non mi mette a disagio dormire nello stesso letto con te.» Mi affretto a rispondere alla sua affermazione di prima. «Bene.» Si alza dal letto per poi indicarmelo. «Niente scarpe e il lato sinistro è mio.» precisa prima di uscire dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Mi guardo un po' intorno prima di sedermi sul letto e togliere dai piedi le converse. Per fortuna che ho i leggins e la felpa, altrimenti mi sarei vista costretta a chiederle qualcosa di suo per dormire; a quel punto si che sarebbe stato imbarazzante. Mi stendo sotto le coperte dal lato destro, stando su un fianco e portando le mani sotto il cuscino. Mi metto a pensare e, senza rendermene conto, finisco per crollare come un ghiro in letargo.
Aiden's P.O.V.
Tiro gli acini d'uva nella scollatura di Savannah e lei, al posto di darmi contro, ridacchia divertita dalle mie attenzioni. Ormai è diventato così facile sedurre le ragazze che non c'è più gusto. Kalea fa tanto la dura, ma infondo sono convinto che lei sia più arrendevole di tutte le altre al mio tocco. Un liquido gelato mi riscuote dai miei pensieri mentre la rossa si sposta di scatto lanciando un urletto. Guardo Eris con sguardo truce. La bionda si limita a fissarmi con ancora mezza bottiglia d'acqua piena in mano. «Se non vuoi che ti versi addosso anche l'altra metà, apri bene le orecchie e stammi a sentire.» Le sue parole non escludono però che io continui a guardarla malissimo. «Inutile che cerchi di spaventarmi con i tuoi occhi da "io ti ammazzo", perché se torcerai un singolo capello a Kalea, sarò io ad ammazzarti, mi hai capita bene?» Alzo un sopracciglio, segno che equivale a "hai la mia attenzione, ti ascolto.". «Aiden, tu giochi con il cuore delle ragazze, non solo con le loro tette e questo, lo sai benissimo anche tu e la cosa ti compiace. Con Kalea non puoi farlo.» Le rido in faccia alzandomi, finendo così per sovrastarla con la mia altezza. «Perché non potrei? Vorresti dirmi che hai puntato prima tu gli occhi su di lei?» La provoco divertito dal suo improvviso interessamento a quella ragazza dallo sguardo da cerbiatta. «No, semplicemente vorrei che per una volta tu non rovinassi qualsiasi persona che ti sta attorno.» La sua confessione mi lascia attonito e senza parole.
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Need to love
RomanceESTRATTO DEL CAPITOLO 12: "Diversi brividi percorrono il mio corpo quando il suo respiro caldo si scontra con la pelle sensibile del mio collo. «Ho ucciso per molto meno di un soprannome.» Il tono è caldo, basso ma minaccioso. Perché tutto questo mi...