40. Che la festa abbia inizio (parte 3)

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Aiden's P.O.V.

Avverto qualcuno scuotermi la spalla energicamente e infastidito apro gli occhi e stringo con forza la mano della persona che ha osato mettere piede nella mia stanza. Zack mi guarda con espressione sofferente e sbuffando lo lascio andare. «Che cazzo vuoi?» Gli domando in un lamento con la voce roca e impastata dal sonno. «Abbiamo un problema.» afferma massaggiandosi la mano dolorante. «Io stavo dormendo e non ho fatto nulla, dunque il problema è solo tuo.» Mi volto dall'altra parte pronto a tornare a dormire chiudendo anche gli occhi. Sento Zack sospirare mentre muove i suoi passi in direzione della porta. «Sarà un'impresa avere a che fare con Kalea da ubriaca.» Apro di scatto gli occhi alle sue parole. Mi tiro su, sedendomi con la schiena poggiata alla testata del letto. «Perché è ubriaca?» A sentire la mia voce Zack si volta immediatamente, sorpreso di vedermi sveglio. In realtà sono sorpreso anche io di me stesso. «Non so perché è ubriaca, so solo che mia cugina mi ha chiamato perché non sapeva dove portare Kalea visto che, per qualche strana ragione, non la può riportare a casa. Mi sono fatto mandare la posizione e bene o male sono riuscito a capire che si trovano in uno degli isolati di Manhattan.» Mi passo le mani sul viso. «Penso di aver capito dove si trovano.» Mi tolgo la coperta dalle gambe e mi alzo dal letto sgranchendo leggermente gli arti intorpiditi. «Perché sei venuto a chiedere il mio aiuto?» domando nel mentre che infilo un paio di pantaloni della tuta. Ho come l'impressione che se non metto qualcosa di comodo, sarà un fatica in più. Zack si gratta il braccio con aria imbarazzata. «Tra Kalea e me non c'è un grandissimo feeling sai, per via della storia del palazzo, quindi credevo che essendo tu il suo capo, a te desse ascolto.» Gli scoppio a ridere in faccia prima d'infilare la maglia e sopra anche la felpa. «Se quella ragazza non può tornare a casa è perché evidentemente non ha dato ascolto nemmeno ai suoi stessi genitori, come credi che possa dare retta a me?» Lo guardo divertito con un sopracciglio alzato. Mi siedo sul letto e infilo le Vans allacciando bene le stringhe sporgenti e bianche. «Con quale macchina andiamo?» domanda Zack. «Con la tua, non voglio che mi sporchi di vomito i sedili o i tappetini della Mustang.» pronuncio con ovvietà.

Arriviamo alla festa e una forte musica dall'aria spagnola riecheggia nell'aria, mista all'odore delle varie sostanze come l'alcol, il fumo e l'erba. Graylyn è seduta sui gradini dell'ingresso e quando ci vede si riaccende improvvisamente. Il suo sguardo si fa confuso quando si posa su di me. «Perché c'è anche lui?» domanda al cugino con fare stizzito. «Rinforzi.» Le risponde con tranquillità; io mi limito a guardarla male. Quella ragazza non mi piace affatto. «Dov'è Kalea?» domando avendo fretta di andarmene. Si alza e ci conduce dentro. «Perché mettono tanta musica spagnola?» domanda Zack dopo l'ennesima canzone. La castana ridacchia leggermente. «Il dj si è innamorato di Kalea...o del suo culo.»

Quando entriamo in una stanza gremita di gente, noto come tutti siano posizionati a cerchio attorno a un tavolo. Avvicinandomi mi accorgo che sul tavolo c'è proprio Kalea che sembra divertirsi molto a ballare, incitata dai fischi e dai complimenti dei ragazzi e delle ragazze che la guardano. Zack è sbiancato e osserva la cugina. «Pensavo fosse mezza morente su qualche divanetto.» Ascolto di sfuggita la loro conversazione, la mia attenzione è completamente rivolta alla riccia che balla e si dimena con una sensualità che non pensavo potesse avere. «Era così in effetti, non so con quale logica ma quando ha sentito partire una canzone spagnola è corsa fuori dalla stanza in cui eravamo e ha iniziato a ballare. Quando si è accorta del tavolo libero, è scoppiato il delirio. Il dj l'ha vista e ha notato anche come tutti fossero più coinvolti nella serata e così da allora non ha smesso di mettere canzoni in lingua spagnola.» Spiega Graylyn.

Per qualche strana ragione Kalea si volta nella nostra direzione e, quando i suoi occhi si posano su di me, la sua bocca si apre formando una perfetta "o". «Lo stronzo è arrivato!» esclama a gran voce indicandomi. Sollevo un sopracciglio mentre sento Graylyn sussurrare un "come darle torto". Spintono la gente per potermi avvicinare al tavolo. Quando nota che sono a pochi passi da lei, si piega e finisce per mettersi a quattro zampe per non perdere l'equilibrio. Tutti i ragazzi dall'altra parte iniziano a fissarle il culo adoranti. Accelero il passo arrivando davanti al suo viso. «Tirati immediatamente su.» Ringhio leggermente guardando male chiunque abbia gli occhi posati su di lei. «No.» Ridacchia gattonando verso di me e lasciandomi un bacio sulla guancia. Spalanco gli occhi al suo gesto inaspettato. Va bene, è decisamente ubriaca. Cerco di afferrarla per un braccio ma lei gattona all'indietro ridacchiando e facendomi una linguaccia. Mi passo un mano sul viso per l'esasperazione. Ho fatto decisamente bene a mettere i vestiti comodi.

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