32. Girl power (parte 2)

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La giornata scorre piuttosto tranquilla, dopo aver perso la prima ora di scuola a causa di Savannah e del suo piano di vendicarci di Aiden, tutto il resto è filato liscio come l'olio; addirittura la fortuna ha voluto che il pomeriggio prima Miss. Harris si slogasse una caviglia, facendola mancare oggi a scuola.

Osservo il foglio che ho tra le mani mentre, a pancia in giù sul letto, muovo leggermente i piedi in aria. Oggi sta andando tutto così bene, spero che fili liscio anche ciò che abbiamo organizzato con le ragazze. Mi ha sorpreso sapere che Savannah volesse il mio aiuto e, ancor di più, che Eris fosse d'accordo con noi. Il mio cellulare emette un piccolo suono che mi permette di capire che mi è arrivato un messaggio. Lo afferro per leggere il contenuto.

Da Rossa stronza: "Muoviti ad arrivare, devi aiutarci con gli addobbi, tra un'ora e mezza Aiden è già di ritorno."

Roteo gli occhi al cielo per il suo tono arrogante e prepotente, ma non mi stupisco, di certo non potevo aspettarmi che il suo carattere fosse cambiato completamente nei miei confronti. In risposta digito un semplice "adesso arrivo" e poi lancio il telefono sul letto per prepararmi.

Scendo dal letto e, aprendo l'armadio, afferro le cose più comode che trovo: un paio di jeans skinny neri, un maglioncino bianco e la biancheria pulita e semplice. Mi faccio una doccia veloce per poi vestirmi con ciò che ho scelto in precedenza. Mentre lavo i denti, saltello su una gamba per infilare le Vans nere; una volta essere riuscita a infilare entrambe le scarpe, torno in bagno e mi sciacquo il viso prima di truccarmi. Non sono esattamente vestita da festa, ma penso che una riga di eyeliner e un filo di rossetto nude possano compensare. Penso guardandomi allo specchio mentre uso il piegaciglia prima di mettere anche il mascara. Ora sono veramente al limite delle mie capacità da makeup artist. Penso con ironia, conscia di non sapermi truccare come tutte le altre ragazze. Forse sono anche capace di mettere la matita, ma il passo più grande è stato quando ho imparato a mettere l'eyeliner. Fiera di me osservo le linee quasi uguali attraverso lo specchio. Anni e anni di sviluppo della tecnica per la riga perfetta. Con un po' di gel inizio a sistemare i ricci.

Mi arriva un messaggio e con il collo mi protendo verso la mensola per vedere cosa c'è scritto sullo schermo del cellulare che si è illuminato.

Da Rossa stronza: "Kalea se non ti muovi ti vengo a prendere a casa, per i capelli." Sospiro prima di accelerare i miei tempi di preparazione. Non sopporto quando le persone mi mettono fretta. Per non parlare che Savannah e delicatezza sono due concetti talmente contrapposti che non potrebbero mai essere usati in una stessa frase.

Afferro la borsa, la giacca e le chiavi prima di uscire di casa. Per precauzione mi sono assicurata di lasciare un biglietto sul tavolo della cucina per avvisare Sophia che questa sera rimarrò a dormire a casa dalla mia amica della scorsa volta.

Metto in moto la macchina, sentendomi in colpa per mentire tanto frequentemente a mia sorella maggiore.

Conoscendo ormai la strada a memoria mi dirigo al quartier generale degli Scorpions, assicurandomi che nessuno mi stia seguendo.

Arrivo all'interno del salone e sono stupita per come sono riuscite ad allestire la stanza e per di più tanto in fretta. «Finalmente ti sei degnata di deliziarci con la tua presenza!» commenta Savannah con ironia mentre appende uno striscione fatto di piume vicino a quello che sembra essere un piccolo palco rialzato. Roteo gli occhi al cielo per l'ennesima volta avvicinandomi a lei. «Cosa posso fare per aiutare?» Si volta nella mia direzione squadrandomi dalla testa ai piedi. «Ew, ma cosa ti sei messa? Kalea, questa è una festa, non un pranzo con i parenti.» Sbuffa prima di afferrarmi per un braccio e trascinarmi in un'altra stanza.

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