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Savannah's P.O.V.


Osservo con circospezione Amelie che si muove all'interno del salone del Quartier Generale con fra le mani una boccetta scura piena di liquido. Si china accanto alle persone dormienti e una ad una dà loro due gocce di antidoto. Il disprezzo che provo per la ragazza è in continua crescita, non fa che aumentare ad ogni sguardo fugace che le rivolgo. Con quale faccia tosta fa una cosa del genere? In maniera automatica la mia mente corre a Kalea e quasi all'istante i miei occhi iniziano a farsi lucidi. Era pronta a morire al posto mio. Era pronta a farlo nonostante non ci fossimo sopportate fino a cinque secondi prima. Ha deciso di sacrificarsi per salvare tutti noi. A tale pensiero non posso fare altro che avvertire il sangue ribollire nelle vene alla vista della ragazza dai capelli biondi che continua ad aggirarsi per la stanza con totale nonchalance. Mi sento impotente dal momento che le mie mani sono state legate sul retro della mia schiena, ma sono certa che se uno sguardo avesse il potere di uccidere, Amelie sarebbe già sepolta sotto strati e strati di terra. Quella stronza non mi ha nemmeno slegata, evidentemente sapeva che avrei tentato di strangolarla per quello che ha fatto. Cerco di strattonare la presa affinché i miei polsi smettano di dolermi in modo inverosimile, ma pare che ad ogni movimento la corda si faccia sempre più stretta ed insopportabile. Mi viene l'orticaria a pensare a quanto lei invece sia libera di muoversi, mentre io sono qui immobile, costretta a stare ferma a meno che io non voglia mozzarmi una mano da sola.Il rombo di due motori fa capolino nella stanza provenendo dal parcheggio esterno sul fronte della struttura. Amelie si volta di scatto verso di me rivolgendomi uno sguardo assassino, poi mi fa segno di tacere nel mentre che nasconde l'antidoto nella sua borsa che di seguito infila abilmente sotto il divano. Afferra un legaccio identico a quello che ha usato per fermarmi i polsi e, in maniera sbrigativa, si arrotola anche le sue mani come se qualcuno gliele avesse legate. Cosa diamine ha in mente?! Il fastidio che provo non fa altro che accumularsi all'altezza del petto. Spero bene per lei che non abbia intenzione di fare quello che credo.La porta si apre di scatto, dietro di essa compaiono le figure sorridenti di Aiden e Eris. Non appena i loro sguardi si posano sul salone della casa il sorriso sparisce di colpo dal volto di entrambi. Eris lascia cadere di scatto la busta che aveva nella mano destra; Aiden resta in silenzio, gli occhi incupiti dalla situazione. Amelie si alza di scatto da terra, le lacrime che le colano giù dalle guance e il respiro affannato. Quelle lacrime sono false tanto quanto lei. Penso con cattiveria nel mentre che la vedo praticamente saltare addosso al ragazzo dai capelli mori. Lui si sposta di scatto, ma si sofferma ad osservare il suo volto macchiato dal mascara colato. «Cos'è successo?» domanda con voce fredda e ferma. Amelie finge di iniziare a singhiozzare. «K-Kalea, è stata l-lei.» A sentirle pronunciare quelle parole il mio volto sbianca e il sangue nelle vene mi si fredda. Sta seriamente cercando di dare a lei la colpa?! Che grandissima bastarda! La rabbia che provo rischia di farmi esplodere, di farmi urlare quanto sia bugiarda, però allo stesso tempo realizzo il motivo per cui lo sta facendo: affinché loro non sospettino di lei. Forse l'abbiamo sottovalutata troppo, è più furba di quanto credessimo. Mi trattengo dall'urlare tutta la verità per la paura che mi possa fare del male. D'altronde cosa mi garantisce che in quel caso non lascerebbe cadere la farsa che ha messo in scena?  La ragazza dai capelli bianchi rivolge un'occhiata fugace al giovane uomo al suo fianco. Nonostante io sia piuttosto lontana, posso vedere comunque il dubbio che prende a dipingerle il volto in un'espressione esitante. «Cosa avrebbe fatto Kalea?» domanda lui con un velo di circospezione a inasprirgli la voce. La ragazza dai capelli dorati riprende a singhiozzare strattonandosi i polsi ancora fintamente legati. «Ci ha colti tutti alla sprovvista! Non so come abbia fatto, ma in qualche modo è riuscita ad avvelenare la colazione. Io e Savannah siamo scese al piano di sotto dopo tutti gli altri, e quando abbiamo visto in che condizioni erano abbiamo subito cercato di fare qualcosa! Lei però ci ha scoperte, ha tentato di farci del male, ci ha minacciate di morte. Ci siamo spaventate tanto. Nonostante la paura però mi sono fatta avanti, l'ho affrontata e prima che ci legasse per lasciare il suo "messaggio", così ha detto lei, sono riuscita a rubarle dalla borsa l'antidoto. Prima che tornaste sono riuscita a farlo bere a tutti nella stanza, nonostante questi polsi maledettamente legati! Non so se ci sia qualcuno ancora avvelenato nelle camere, ma mi auguro di no. Tutto questo è stato veramente spaventoso, non mi aspettavo che Kalea si rivelasse essere un mostro del genere. Chi mai vorrebbe volere tante persone morte?» Man a mano che Amelie prosegue con il suo racconto lo sguardo di Aiden si rabbuia sempre più, perdendo così il briciolo di umanità che sembrava restargli in corpo. Eris si limita a corrugare la fronte con lo sguardo vacuo, come se qualcosa per lei non avesse senso e ci stesse riflettendo sopra. «Perché l'avrebbe fatto?» domanda di colpo la ragazza dai capelli bianchi, pronunciando finalmente parola da quando ha messo piede all'interno della struttura. Amelie deglutisce singhiozzando. «Non lo so! Per me è una crudeltà inconcepibile! Nel mentre che ci legava non smetteva di dire che questa era la sua vendetta, che aveva aspettato tutta la sua vita per poterla compiere. Ripeteva in continuazione un nome, un certo Alejandro, diceva che lui la stava aspettando fuori e che ti stava cercando - i suoi occhi indicano Aiden- ha citato qualcosa come un "conto in sospeso". Ho cercato di carpire da lei ulteriori informazioni così da potervelo riferire dopo, ma mi ha minacciata intimandomi che mi avrebbe fatto fare la stessa fine di mia sorella!» Aiden sembra essere sempre più furioso. «Come faceva Kalea a sapere che Julia era tua sorella?» Amelie tentenna un secondo di fronte alla domanda inquisitoria dell'altra ragazza facente parte della conversazione. «N-non lo so! Me lo stavo chiedendo anche io! Mi ha terrorizzata...» Nonostante tutto la ragazza continua a mantenere in scena la sua farsa. Un tonfo sordo fa sobbalzare tutte noi ragazze, lo sguardo che corre immediatamente al ragazzo dai capelli mori che ha appena tirato un pugno secco al muro. «A.D. porca puttana! A.D.! Quella sigla sta fottutamente per Alejandro Dìaz! Kalea ha sempre saputo tutto, stava solo fingendo di non conoscere un cazzo! Ci ha ingannati tutti. Fanculo.» La sua rabbia è una sensazione densa e opprimente, tant'è che non posso fare a meno di schiacciarmi sempre più contro il muro nella speranza di riuscire a sfuggirvi. Non l'avevo mai visto così arrabbiato in vita mia, penso anche che sia la prima volta che lo vedo esprimere una qualsiasi emozione che non sia l'arroganza e la sfrontatezza. Aiden sorpassa con impeto le due ragazze, corre di fretta su per le scale e sparisce in un lampo dalla nostra visuale. Nell' esatto istante in cui il giovane uomo lascia la stanza Amelie si volta verso di me dando le spalle ad Eris, il sorriso che mi rivolge è un misto fra pura gioia, cattiveria e senso di vittoria.

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