Li guardo a braccia incrociate mentre tamburello leggermente le dita sull'avambraccio. Sono nervosa e infastidita, ma a nessuno dei due sembra importare di me. La mia pazienza ha un limite. Inspiro aria dalle narici mentre sollevo lo sguardo al soffitto con stizza. «Un po' nervosa la ragazza.» commenta Eris guardando Aiden, proprio come se io non fossi qui. «Chi? Riccioli d'oro? Dalle cinque minuti e dirà anche a te quanto non ti sopporta.» La cattiveria nella sua risposta mi lascia spiazzata. Mi ha portata qui solo per permettere a un'altra persona di prendermi per il culo?! Mi volto pronta ad andarmene. «Dove credi di andare?» domanda il ragazzo facendomi fermare. Sollevo il petto facendo un respiro profondo per evitare di sbottargli in faccia qualche affermazione sarcastica e antipatica. Torno a voltarmi nella sua direzione roteando semplicemente sui talloni. Un sorriso tirato è come se fosse cucito sulle mie labbra. «Cosa te ne frega?» La domanda di Eris mi sorprende piacevolmente. Aiden la guarda di traverso dimostrando così il suo disappunto nei confronti della bionda. «Mi sto facendo la stessa domanda.» confesso sicura al cento per cento d'infastidirlo. Sorrido compiaciuta quando lo vedo stringere con forza il bracciolo del divano. «Eris, lei è quella Kalea.» Il moro si assicura di marcare per bene la parola "quella", come se ciò aiutasse l'altra ragazza a capire chissà che cosa. Corrugo la fronte non capendo. «E?» La bionda non sembra nemmeno interessata a conversare con lui, con calma continua a fumarsi la sua sigaretta sbuffando il fumo verso l'alto. «Non è morta!» sbotta Aiden spazientito. «Ma non mi dire.» lo incalza con ironia Eris, puntando i suoi occhi nella mia direzione per confermare le sue parole. Stronco il discorso dei due mettendomi in mezzo. «Aiden, perché sono qui?» Lo guardo con occhi seri ma allo stesso tempo curiosi di voler sapere la sua risposta. «Per far parte del nostro gruppo, devi prima vedere se gli altri ti vogliono qui.» esclama con tono impassibile. Solo in questo momento Eris sembra iniziare a interessarsi realmente a me. «Un'altra ragazza nel clan? Non vi lamentavate già di una singola figura ciclata? Ora ne vuoi addirittura due?» Trattengo a stento una risata dopo le parole della bionda, non sapendo se mi è più esilarante ciò che ha detto o il modo impassibile e ironico con cui l'ha fatto. Sto ridendo ma sotto sotto ho come la sensazione che sia infastidita dalla mia presenza. Aiden rotea gli occhi al cielo e da non so dove tira fuori una bottiglia di birra. Quando si rende conto di dove è puntato il mio sguardo sbuffa. «Ne vuoi una anche tu?» Il tono scocciato con cui lo dice mi fa dubitare di pronunciare un "sì" come risposta, ma infondo inizio a credere che un po' di alcol mi possa solo aiutare a mandare meglio giù tutta questa situazione assurda. Annuisco e allungo la mano ad afferrare quella che mi tende. «Usa l'accendino come cavatappi se-» si blocca quando si rende conto che l'ho aperta con i denti mentre lui stava ancora parlando. Un piccolo sorriso sorge sul volto di Eris e con sguardo complice si volta in direzione del ragazzo. «Per me può rimanere.» Aiden la guarda sorpreso. «Non guardarmi in quel modo. Quando Jake capirà che lui non è più quello figo perché sa aprire la bottiglia con l'anello, sarà un vero spasso.» Il sorriso che le era spuntato poco prima svanisce in fretta e con uno slancio si allunga in direzione di Aiden afferrando la sua bottiglia da cui poi fa alcuni sorsi. L'espressione infastidita del tatuato mi fa venire voglia di peggiorare ancor di più la situazione. «Ah, ci voleva proprio una bella birra fresca. Devo dire che non è proprio male.» Guardo con superficialità la bottiglia, con la coda dell'occhio osservo Aiden mentre per infastidirlo mi complimento per la birra con un'espressione molto convinta in volto. «Concordo con lei.» mi dà manforte Eris. A quanto pare sarà più divertente del previsto infastidire quello stronzo presuntuoso. «Ho fatto proprio una scelta di merda.» Si passa le mani sul volto reclinando il capo indietro, mettendo così in evidenza il pomo d'Adamo e tutto il collo tatuato. Ne ha davvero tantissimi di tatuaggi. Rifletto mentre i miei occhi non riescono a staccarsi da quelli che sono presenti sulle clavicole, i pettorali e su tutto l'addome. Quando risollevo lo sguardo mi sento immediatamente in soggezione dal modo in cui il moro mi sta guardando. Quando mi guarda mi sento costantemente come se fossi dallo strizzacervelli e in più ho la sensazione di come se stesse tentando di leggermi pure l'anima. «Gli altri stanno arrivando.» pronuncia Eris salvandomi dallo sguardo di Aiden e dal mio imbarazzo.
Nel giro di cinque minuti diversi rombi di motociclette fanno eco nella stanza da fuori. All'impiedi di fianco al divano osservo tutti i ragazzi che man a mano entrano nella stanza. Ma quanti sono? Mi domando mentalmente contandone già una ventina. Quando arrivo a un totale di quaranta la gente cessa di entrare. Il forte brusio cessa quando Aiden si alza all'impiedi. Scruto attentamente ogni sua mossa, nella speranza di decifrare ciò che farà o dirà. «Scorpions!» Solo a pronunciare tale nome i ragazzi e gli uomini presenti nella stanza vanno in visibilio. «Oggi dovrete prestare molta attenzione alle mie parole.» La stanza piomba nuovamente nel silenzio. Ma quanto potere ha Aiden per fare un simile effetto a tutti i presenti? Eris mi guarda cercando di decifrare la mia espressione; nei suoi occhi capisco che si è accorta del mio nervosismo e dei miei dubbi. Aiden indica una mano nella mai direzione e improvvisamente quaranta paia di occhi sono puntati su di me. Arrossisco leggermente sentendomi un soggezione, soprattutto con la sopraggiunta di alcuni commenti riguardanti il mio fisico o il mio viso. Sembrano degli uomini delle caverna decerebrati. Nascondo la smorfia di disgusto che stava per spuntarmi sul viso quando sento un uomo pronunciare "bel culetto ricciolina". Provo un forte senso di ribrezzo. Aiden se ne accorge e fulmina con lo sguardo l'uomo che ha pronunciato tali parole. «Lei è Kalea.» Mi presenta facendo una piccola pausa e guardando nuovamente nella mia direzione. «Ci hai portato una puttanella per ricompensarci?» domanda ridendo un ragazzo che sembra aver ostentato troppa sfacciataggine. Un coltello si pianta nella sua felpa bloccandolo al muro e rimango sorpresa a scoprire che è stata proprio Eris a lanciarlo dalla sua comodissima posizione semi distesa. «Sta zitto Cage.» Lo sguardo di ghiaccio che gli rifila fa venire i brividi anche a me. Ma dove diavolo sono finita? «Di cosa dovrei ricompensarti? Di non aver nemmeno guadagnato cinquecento dollari in una settimana?! Quando mi dimostrerai di non essere un fallimento totale, ci penserò su.» Il tono di voce di Aiden è perfido e immediatamente mi rendo conto che nonostante i suoi modi di fare stronzi, lui non è mai stato tanto cattivo con me. Cage deglutisce e abbassa lo sguardo spaventato dopo aver pronunciato le sue scuse. «Devi chiedere scusa anche a lei, se lei non accetterà le tue scuse...» Si volta nella mia direzione prima di proseguire il discorso. «...Eris avrà l'onore di farti un simpatico ricordo sulla schiena.» Eris saluta il ragazzo agitando lentamente le dita della mano. Quando capisco che spetta tutto alla mia decisione, non posso fare a meno di sentirmi sotto pressione. Gli occhi di tutti si intensificano su di me. Per un secondo chiudo le palpebre facendo tornare alla mente vecchi ricordi. Quando li riapro le mie pupille sono leggermente dilatate. Inizio a guardare tutti nella stanza, uno a uno. «Chi vorrebbe che io non lo perdonassi?» Alla mia domanda tutti sembrano essere sorpresi; Aiden mi guarda incuriosito dalla testa ai piedi mentre Eris mi studia mordendosi un labbro. «Ho detto: Chi vorrebbe che io non lo perdonassi?» Alzo il tono della voce per far capire a tutti loro che non sto affatto scherzando. Quando alcuni degli uomini iniziano a esaltarsi gasati dalla situazione, il volto di Cage inizia a impallidire. «Non ho sentito bene!» pronuncio mentre un sorriso malizioso inizia a formarsi sul mio viso. L'unica ragazza nella stanza oltre a me sorride compiaciuta. Fischi e urla si levano nell'aria facendo aumentare il mio sorriso. Con passo lento mi dirigo verso il ragazzo ancora fermo al muro, al mio passaggio tutti aprono un piccolo varco e a chiunque non si sposta gli pesto i piedi facendomi largo a spallate. Cage è pallido e sta tremando. «Dimmi, Cage, ora ti stai cagando addosso, vero?» Lo incalzo con una piccola risata. Il viso gli diventa rosso di vergogna, sapendo che ho perfettamente ragione. Stacco il coltello dal muro e con la lama gli accarezzo delicatamente il volto prima di lanciarlo nuovamente in direzione di Eris che lo afferra al volo senza farsi il minimo taglio. «Io non sono la puttanella di nessuno.» pronuncio a denti stretti con rabbia. «Eris.» Un piccolo sorriso le nasce sul volto quando incrocia i miei occhi. «Divertiti con lui. Io non ho intenzione di perdonarlo.» Guardo Cage negli occhi mentre pronuncio la frase e con piacere mi godo il terrore che gli nasce negli occhi. Tutti esultano e fischiano al mio fianco mentre la bionda si rigira il coltello tra le mani. Ritorno nel mio posto accanto a lei e sento perfettamente gli occhi di Aiden bruciarmi addosso, quando mi volto nella sua direzione a malapena riesco a mantenere il contatto visivo vista l'intensità del suo sguardo. Inizia a parlare senza mai staccare lo sguardo dal mio. «Kalea ha parlato. Eris più tardi avrai l'onore di divertirti con quello scansafatiche. Ora.» Si ferma per portare lo sguardo sul resto della stanza. «Sapete come funzionano queste cose, non c'è bisogno che vi spieghi nulla. Dunque, Scorpions, volete Kalea nella nostra gang?!» Un forte boato si propaga nell'aria tra urla, fischi e varie esclamazioni accondiscendenti. Guardo tutti con un sorriso soffermandomi su Aiden, il suo sguardo è fisso su di me e con un cenno della mano mi incita a godermi questo momento di gloria. Sollevo in aria la birra come a voler fare un brindisi nella sua direzione e poi inizio a berla mentre molti mi incitano e altri mi imitano. Alla fine, anche io, ho seguito le tue orme.
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Need to love
RomanceESTRATTO DEL CAPITOLO 12: "Diversi brividi percorrono il mio corpo quando il suo respiro caldo si scontra con la pelle sensibile del mio collo. «Ho ucciso per molto meno di un soprannome.» Il tono è caldo, basso ma minaccioso. Perché tutto questo mi...