Quando il mio piede sprofonda nell'ennesima pozzanghera, i miei nervi toccano il limite e un piccolo urlo di frustrazione lascia le mie labbra. Odio la pioggia, odio il mio risveglio di questa mattina, odio questa giornata, odio Aiden, odio Zack, odio le persone e odio tutto! Continuo a camminare per un'altra mezz'ora ma quando mi ritrovo nell'esatto punto in cui ero prima, mi rendo conto di aver camminato in circolo. Lascio cadere le braccia ai lati dei fianchi, a peso morto, non avendo più la forza di stringermi la giacca per cercare di riscaldarmi sotto la pioggia. Comprendendo che la scuola è ormai un traguardo lontano per me, mi osservo intorno notando una piccola caffetteria posta vicina l'incrocio. A passo svelto cammino in quella direzione, sperando vivamente di non finire in un'altra pozzanghera. Apro la porta abbastanza in fretta e una piccola campanella inizia a risuonare nell'aria. Mi guardo intorno imbarazzata e sentendo gli occhi di alcune persone addosso vado a sedermi in un tavolino piuttosto isolato. Con delicatezza afferro alcuni tovaglioli e inizio ad asciugarmi le mani e il viso facendo da specchio con il telefono. Ho un aspetto orribile. Ho il trucco talmente colato che sembra che io abbia pianto per ore dopo una rottura con il mio ragazzo. Un'anziana signora piuttosto allegra e pimpante si avvicina al tavolo con un dolce sorriso stampato in volto. «Posso fare qualcosa per te, tesoro?» Il tono premuroso con cui mi parla mi fa ricordare mia madre. La guardo con un sorriso imbarazzato viste le mie condizioni. «Se è possibile le chiederei una cioccolata calda con doppia panna e un muffin al cioccolato bianco.» Le dico l'ordine leggendo ciò che c'è scritto sulla tovaglietta che funge da menù. Quando abbasso il foglio le mie guance si fanno ancora più rosse. «Non è che avrebbe anche un asciugamano?» domando con gentilezza, nella speranza che la sua risposta sia affermativa. Annuisce con gentilezza e con lo stesso passo allegro di prima la vedo scomparire attraverso una porta dietro il bancone. Quando torna i miei occhi si illuminano alla vista di quel cibo delizioso. Mi porge tutto, anche l'asciugamano e per un momento uno sguardo materno le coinvolge gli occhi. «Tesoro, solo perché fuori piove, non vuol dire che il sole non ci sia più, è solo nascosto ed è facile farlo riemergere, devi solo volerlo.» Batte le palpebre confusa, non capendo di cosa stia parlando la signora. «Degli occhi così belli non dovrebbero mai piangere, per niente e per nessuno.» Improvvisamente capisco le sue parole, non avendo intenzione di metterla a disagio, non dico nulla, mi limito ad annuire e sorridere per non dirle che in realtà non stavo piangendo affatto. Quando si volta a servire un altro cliente mi stiracchio leggermente sul divanetto, facendo in modo che i miei muscoli si distendano da tutta la tensione di questa giornata. La cioccolata calda sembra così invitante. Chiudo gli occhi iniziando ad assaporare i primi sorsi, immediatamente le mie papille gustative sembrano reagire con piacere visti gli impulsi positivi che mandano al mio cervello. Quando i miei occhi si riaprono, il cucchiaino mi scivola di mano e cade nella tazza. Davanti a me c'è la figura di Aiden piuttosto divertita dalla situazione mentre con nonchalance addenta quello che sarebbe dovuto essere il mio muffin. Spalanco la bocca. «Il mio muffin.» sussurro con dispiacere avvertendo in bocca quello che sarebbe stato il suo sapore. «Che faccia strana che hai, sembra ti abbiano ucciso un parente.» mi beffeggia mangiando l'ultimo morso di quella piccola prelibatezza al cioccolato bianco. «Il mio muffin.» pronuncio nuovamente avvertendo lo stomaco brontolare. Il ragazzo si ferma guardandomi sconvolto. «Hai quella faccia per uno stupido muffin?» domanda in un misto tra una risata e un'espressione seria. Non gli rispondo, offesa dal suo gesto. Se me l'avesse chiesto forse gliene avrei dato un pezzettino, forse. In silenzio finisco la mia cioccolata calda, mettendomi poi a giocare con il cucchiaino nella tazza vuota. Aiden rotea gli occhi al cielo prima di alzarsi impiedi e camminare in direzione del bancone. Abbasso lo sguardo, troppo offesa per starmene anche qui a guardarlo. Ha mangiato l'unica cosa che aveva la parvenza di essere la mia colazione. Un odore si propaga lieve sotto il mio naso e quando alzo gli occhi in alto, la mano di Aiden mi sta tendendo un muffin identico a quello che avevo ordinato. Un piccolo sorriso spunta involontario sul mio volto e senza esitazione allungo la mano per afferrare il dolcetto; con altrettanta velocità il ragazzo lo sposta verso l'alto. Assottiglio lo sguardo, assumendo un'espressione dura. A che gioco stai giocando? Non mi sforzo nemmeno di sporgermi nella sua direzione, anzi, mi siedo ancor più comodamente sul divanetto tenendo le braccia incrociate sotto il seno; con indifferenza inizio a fissarmi la mano e le unghie. «Ti arrendi così facilmente?» domanda nel tentativo di provocare una mia reazione. Mi mordo un labbro, vogliosa di rispondergli a tono e accettare la sua sfida ma, per una volta, decido di agire con la testa e non impulsivamente. «Chi ha mai detto che ti stessi assecondando in un gioco tanto stupido?» Inarco un sopracciglio mettendo in risalto la mia espressione di scherno nei suoi confronti. «Se è così posso mangiarlo direttamente io questo muffin. Pensavo lo volessi.» Tenta nuovamente di scaturire una mia reazione. Leggo dai suoi occhi che sta cercando di sfidarmi. «Pensavi male.» Mi fingo indifferente nonostante dentro di me io stia bramando quel muffin come se fosse la cosa più buona che mi fosse mai capitata in vita mia. Senza nemmeno averlo ancora assaggiato sono certa che sia buonissimo, basta solo guardarlo per poterlo dire. «Quello di prima era veramente buono, scommetto che questo non sarà da meno.» Continua a stuzzicarmi. La voglia di cedere e addentare quel pezzo di paradiso è tanta. Afferro l'asciugamano e inizio a tamponare i capelli senza nemmeno guardarlo. «Attento che ingrassi.» Sorrido sotto i baffi alla mia stessa esclamazione. «Allora lo lascio a te, il mio fisico è troppo perfetto per essere compromesso, a differenza del tuo.» Mi volto di scatto verso di lui. Il muffin è adagiato perfettamente al centro del piattino di fronte a me, mentre Aiden è completamente e comodamente disteso sul divanetto con aria strafottente. Schiudo le labbra sconvolta. Ha appena detto che sono grassa?
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Need to love
RomanceESTRATTO DEL CAPITOLO 12: "Diversi brividi percorrono il mio corpo quando il suo respiro caldo si scontra con la pelle sensibile del mio collo. «Ho ucciso per molto meno di un soprannome.» Il tono è caldo, basso ma minaccioso. Perché tutto questo mi...