38. Che la festa abbia inizio (parte 1)

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Aiden's P.O.V.

Osservo la ragazza tra le mie braccia con gentilezza. Senza fretta le accarezzo i riccioli scuri e sto attento a fare in modo che le dita non mi rimangano incastrate al loro interno. Ascolto il suo respiro che si infrange sul mio petto mentre il calore trapela attraverso la maglietta, finendo così per sfiorarmi caldamente la pelle.

Lascio che il suo profumo mi invada le narici, portandomi a chiudere leggermente gli occhi. Sa di mare. Per qualche strana ragione, l'odore della sua pelle mi ricorda il mare, la salsedine, la brezza leggera del vento, l'acqua salata dell'oceano, la libertà. Penso che non ci sia profumo in grado di esprimerla al meglio come l'odore della libertà. Stento a credere che in un corpo tanto piccolo e all'apparenza fragile, ci sia all'interno così tanta grinta, testardaggine e voglia di vivere, voglia di lottare per i propri ideali e le proprie convinzioni.

La osservo dall'alto; scruto con attenzione la sua fragilità, che nonostante sia evidente, viene custodita da lei con cura. In questo momento potrei farle male in migliaia di modi diversi, utilizzando anche solo poche parole. Rifletto nel mentre che cerco di trattenere un sospiro che lei certamente noterebbe. Eppure, nonostante la consapevolezza di avere tanto potere tra le mie mani, mi sento come se qualcosa mi impedisse di fargliene; ironico dato che solo lei riesce a tirare fuori il peggio di me.

Solleva i suoi occhi verdi nella mia direzione e mi vedo costretto a deviare lo sguardo sugli oggetti inanimati che ci circondano. L'aver lasciato vagare tanto la mia mente per fatti suoi, mi ha tirato un brutto scherzo, facendomi immaginare i suoi occhi da una prospettiva poco diversa da quella attuale, ma chiaramente intenta a fare altro. Cerco di concentrare la mia mente sui pensieri più brutti e spregevoli che io possa mai fare, cercando d'impedire al mio corpo di avere una reazione che non vorrei.

Kalea sembra accorgersi che qualcosa non va e il suo volto, chiaramente pronto a farmi una domanda, mi fa in automatico mordere con forza l'interno guancia per dissuadere del tutto il mio corpo dai pensieri precedenti. «Aiden?» richiama la mia attenzione con la sua voce armoniosa e calda. Mi pento immediatamente di aver posato un'altra volta il mio sguardo su di lei, poiché non posso fare a meno di seguire tutto il percorso che la sua lingua percorre sulle labbra. Giuro che non mi avvicinerò mai più a lei se queste sono le conseguenze.

Arretro di qualche passo mentre l'espressione sul suo volto si fa confusa. «Aiden?» Mi chiama nuovamente. La guardo serio e impassibile. «Dimmi.» pronuncio guardandola con sufficienza. Ho bisogno di mettere distanza fra noi due, questa situazione non porta a nulla di buono e io non voglio, sono ancora in tempo per rimediare. Mi guarda sollevando entrambe le sopracciglia di scatto. Noto dai suoi occhi che qualcosa è cambiato. Serra le mani in due pugni lungo i fianchi. «"Dimmi"?!» Mi fa il verso con esasperazione. «Sono cinque minuti che ti chiamo perché non mi stai calcolando pari!» afferma stizzita. «Nulla di nuovo che io ti ignori, no?» La mia risposta le fa spalancare la bocca; fa per parlare ma velocemente la richiude. Presa da un moto d'ira la vedo guardarmi e poi sollevare entrambe le mani facendomi il dito medio prima di salire in macchina.

Kalea's P.O.V.

Salgo di corsa in macchina, tremendamente infastidita dal comportamento di quello stronzo. Deve sempre rovinare tutto! Ogni singolo momento di pace che viviamo, lui si impegna a rovinarlo! Volevo provare a dargli una possibilità, a essere sua amica e riuscire a creare un legame con gli Scorpions, ma lui deve rendere sempre tutto così difficile e insopportabile!

Lo sportello del passeggero si apre di colpo e la mia attenzione volge immediatamente in quella direzione. Aiden con tranquillità si siede sul sedile, voltandosi successivamente nella mia direzione. Lo guardo sbalordita. Kalea conta fino a dieci, non spaccargli subito la faccia, aspetta che prima l'adrenalina salga così gli fai più male.

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