46. Arrivano i problemi (parte 4)

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Gli occhi sono tutti fissi sulla figura di Aiden che, con fierezza, si fa largo fra la folla che al suo passaggio lo lascia passare come se fosse il re di questo posto. «Mcrory, non ti mettere in mezzo.» pronuncia il biondino che mi ha attaccata fino ad adesso. A quanto pare già si conoscono. Li osservo con attenzione; i miei occhi si scontrano con quelli di Aiden e, una strana sensazione di conforto e tranquillità si fa strada nel mio petto.

«Sta attento a come parli.» Lo ammonisce il moro, trattandolo come se fosse semplicemente un bambino capriccioso, ma senza mai perdere la sua calma. «Altrimenti?» Il biondino lo sfida spudoratamente e tutte le persone che ci circondano sussultano assumendo espressioni spaventate. Perché hanno tutti tanta paura di Aiden? In fondo è solo uno sbruffone che si crede chissà chi. Quest'ultimo mi rivolge una piccola occhiata prima di avvicinarsi a passi lenti nella mia direzione. Lo osservo, non comprendendo le sue intenzioni. Come mai sta venendo proprio verso di me? Il suo interlocutore è dall'altra parte.

«Cosa stai facendo?» domando in un sussurro per non farmi sentire da nessun altro. «Penso sia meglio che non guardi.» afferma prima di poggiarmi una mano sugli occhi. «Ma che diamine stai dicendo?!» Cerco di dimenarmi dalla sua presa ma è come se la sua mano fosse incollata al mio viso. «Aiden!» Lo richiamo nella speranza di attirare la sua attenzione; addirittura finisco anche per dargli un pizzicotto molto forte sul braccio, ma lui non si smuove di mezzo millimetro. «Sta ferma.» Il suo tono è talmente freddo che stento a riconoscere che sia lui.

Sussulto e poi inizio a tremare. Un forte sparo, molto vicino a dove sono io, inizia a riecheggiare nell'aria. C'è un attimo di silenzio. Poi, un urlo agghiacciante. Sento la pelle riempirsi di migliaia di puntini minuscoli a causa della pelle d'oca. Sono completamente pietrificata. Nessun altro fiata. C'è così tanto silenzio che avverto nelle orecchie il mio stesso cuore, il respiro agitato che si infrange sempre più velocemente nella cassa toracica.

Quando riacquisto lucidità inizio a dimenarmi, riuscendo finalmente a liberarmi dalla presa di Aiden. La prima cosa che vedo è il ragazzo biondo di prima, viene portato via da due uomini molto grossi. I miei occhi sono lucidi e spalancati per l'orrore di quella scena. Mi volto verso Aiden e ho come l'impressione che il mio corpo si muova a rallentatore nel farlo, anche se in realtà mi sto voltando alla stessa velocità di sempre. Avverto il fiato spezzarsi nel petto quando gli occhi glaciali e impassibili di Aiden mi osservano. Come può essere tanto freddo e insensibile?! Ha appena sparato a una persona, cazzo!

Sento il fiato farsi sempre più corto a ogni respiro, mi ritrovo ad ansimare in cerca d'aria. Il moro mi guarda senza nemmeno muovere un muscolo. Mi volto in direzione di tutte le altre persone e noto come con tranquillità molte di loro inizino ad andarsene o a tornare alla proprie macchine ridendo. Come fanno a essere tutti così fottutamente impassibili?! I miei occhi si posano infine in quelli di Ross e, il suo sguardo dispiaciuto sembra letteralmente dirmi "io te l'avevo detto".

Metto le mani nei capelli tirando leggermente alcuni riccioli scuri. Ritorno con lo sguardo sul tatuato e all'improvviso mi sento esplodere, non avendo più la forza di trattenere dentro di me ciò che sto provando in questo momento. Afferro il colletto della sua felpa nera con entrambe le mani e, stringendo la stoffa in due pugni con forza, lo tiro nella mia direzione. Devo averlo occhi contro occhi. Aiden continua a rimanere impassibile lasciandomi fare. «Tu...» Mi blocco, le parole mi muoiono in gola a causa della forza delle mie emozioni. «Io cosa?» domanda con arroganza nell'intento di farmi continuare il discorso. La mia presa sulla sua felpa si intensifica a tal punto che vedo le nocche sbiancare per quanto sto stringendo. «Come puoi essere tanto freddo e indifferente?!» Scuoto la testa per via della rabbia che provo. «So controllare le mie emozioni, Kalea; non mi lascio sopraffare da esse come invece fai tu.» Faccio un passo indietro sentendomi sotto accusa. La mia espressione è puro stupore e sofferenza. «Hai appena sparato a un ragazzo e non batti ciglio!» esclamo con agitazione e strattonandolo leggermente, quasi come se volessi farlo rinsavire dal suo stato di menefreghismo. «Pensare che ti ho anche coperto gli occhi per non farti vedere.» La mia bocca si spalanca per lo stupore dopo aver sentito le sue parole. «Mi hai forse preso per una stupida?!» Non rifletto e sputo fuori con rabbia quello che penso in questo momento. «Non sei stupida Kalea, sei solo ancora troppo ingenua.» Ciò che dice mi ferisce e a fatica mando giù il groppo che mi si è formato in gola. Sento gli occhi farsi lucidi a causa delle lacrime, ma mi trattengo abbastanza da non lasciarle scorrere giù lungo le mie guance. «Sarei un'ingenua solo perché ho appena visto morire un ragazzo a causa mia e la cosa mi ha sconvolta?!» Per una volta non tento di nascondere quella che secondo lui potrebbe essere una mia debolezza, sono troppo arrabbiata e ferita per potermi concentrare a fingere qualcosa che non è.

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