41. Rivelazioni (parte 1)

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Kalea's P.O.V.

Lascio che l'acqua tiepida scorra sul mio corpo, che porti via tutti i miei pensieri facendoli poi sparire nello scarico; vorrei tanto potermene liberare in questo modo, ma c'è una parte di me che sente il bisogno di farne tesoro di certi ricordi, di sensazioni che non pensavo essere capace di provare. Appoggio una mano sulla mattonella, come se volessi reggere il peso dato dall'intensità di quelle emozioni. Chiudo gli occhi inclinando il capo all'indietro, lascio che l'acqua scorra anche sul mio viso, oltre che sul resto del corpo. Perché non riesco a togliere dalla mia mente tutto ciò che mi ha fatto provare il suo tocco? Provo a lavarlo via, usando una grossa porzione di bagnoschiuma; inizio a sfregare la spugna sulla pelle, ogni singolo centimetro dove lui ha posato le sue mani. Chiudo gli occhi, iniziando a sfregare con più forza. Perché questa sensazione afrodisiaca non va via? Perché questo assurdo bisogno di volerne ancora? Perché reggo abbastanza l'alcol da non essere in grado di dimenticare tutto entro domani mattina? Sospiro fermando i movimenti ormai troppo bruschi. Apro gli occhi giungendo improvvisamente a un pensiero che avevo da sempre cercato di accantonare. «Dio...» sussurro chiudendo nuovamente gli occhi per qualche secondo mentre scuoto il capo; cerco di convincere me stessa che quello che sto pensando è profondamente sbagliato e che non dovrei affatto farlo. Sciacquo energicamente il corpo sotto l'acqua, mentendo più volte a me stessa, troppo codarda per ammettere la verità. Una volta aver chiuso il getto d'acqua, appoggio la fronte sulle mattonelle mantenendo gli occhi chiusi. Quello stronzo maledetto mi attrae. Mi mordo un labbro con forza a causa del combattimento emotivo che sta avvenendo dentro di me. Penso che sia la persona più insopportabile sulla faccia di questa terra, la più presuntuosa, arrogante e narcisista che io conosca, ma per qualche strana ragione, io riesco a vedere qualcosa di bello anche in lui. Scuoto il capo quasi ridendo. No, non è sicuramente questo, io non ci vedo proprio niente di bello in lui. Nego con tutte le mie forze prima di uscire definitivamente dalla doccia.

Avvolgo il corpo nell'asciugamano e poi osservo il riflesso del mio viso stanco nello specchio sopra il lavandino. Perché sono così ostinata a non voler provare assolutamente nulla per lui? Mi domando da sola, scrutando con attenzione le sfumature verdi dei miei occhi. Inizio a tamponare la pelle con il tessuto, asciugando le gocce rimaste; una volta completamente asciutta, inizio a vestirmi con l'intimo di scorta che mi sono portata dietro. Mi fermo, impiedi di fronte al mio riflesso. Passano alcuni secondi mentre io rimango a guardare ogni singolo centimetro di pelle, con lo sguardo cerco di scovare ogni singolo difetto e di renderlo più evidente passandoci le dita sopra, come se facendolo mi rendessi realmente conto di quanto io sia sbagliata. La mano si sofferma nell'interno coscia, dove lo spessore è maggiore rispetto al resto della gamba. Aiden mi ha davvero vista così? Mi domando osservando con disgusto la parte presa in questione. Come ho potuto permettere che arrivasse a vedere tanto?! Con rabbia pizzico la pelle, infilando le unghie nella carne, per poi afferrare una gamba con entrambe le mani e cercare di diminuire lo spessore della circonferenza, facendo poi il paragone attraverso lo specchio con l'altra. Chiudo gli occhi, troppo disgustata da quella visione, imponendomi di rivestirmi senza prestare più attenzione allo specchio.

Nel mentre che infilo la maglia pulita, non riesco a non pensare a quanto ho cercato di negare fino a poco prima. Sospiro consapevole che continuerò a torturarmi fino a che non ammetterò la verità a me stessa. Mentre ballavo su di lui, non ero più sotto l'effetto dell'alcol, l'adrenalina l'aveva fatto praticamente sparire del tutto; nonostante questa consapevolezza, ho continuato a muovermi come se invece lo fossi. Cercavo silenziosamente la sua approvazione, l'approvazione del suo corpo, l'approvazione di essere ai suoi occhi almeno un minimo attraente. Ho continuato a muovermi in quel modo nel tentativo di scaturire una reazione in lui, una qualsiasi, ma che mi dimostrasse che anche io, nonostante i miei innumerevoli difetti, fossi capace di sedurre qualcuno e di poter piacere, soprattutto dal punto di vista fisico. Rilasso le spalle e lascio cadere la testa verso il basso. Mi chiedo perché io abbia cercato proprio la sua approvazione; forse perché è oggettivamente un bel ragazzo? Mille domande attraversano contemporaneamente la mia mente, creando così un sovraffollamento di pensieri che mi impediscono di capirci qualcosa. Solo in quel momento mi accorgo di aver dimenticato il pezzo più importante del mio vestiario. Cazzo. Mi passo le mani nei capelli pensando a una soluzione. Non posso farmi vedere in mutande da lui, non di nuovo almeno. Magari nella doccia la situazione era abbastanza coinvolgente da non fargli notare le mie gambe, ma ora, che scusa avrei per impedirglielo? Alla fine decido di avvolgere l'asciugamano alla vita, creando così una sorta di gonna lunghissima in grado di coprire interamente la mia pelle nuda.

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