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Appena finimmo di mangiare, lo guardai sorridente facendogli capire cosa volessi fare e così, dopo aver sistemato i piatti nel lavello, andai nel suo ufficio, trovandolo accanto al tavolo, impegnato a sistemare pistole, caricatori e munizioni.
-Ah si, questa la voglio proprio provare- ammisi prendendo in mano un'arma, -prima inizi con la pistola- mi interruppe rubandomela dalle mani, -ah, va bene, silenziatore?- continuai, facendolo sorridere, -sai come si mette?- domandò guardandomi, -certo, dopo tutte le volte che ti ho visto- risposi mettendo il silenziatore per poi mostrarglielo, -dai andiamo- disse dirigendosi fuori, in giardino.
-C'è sempre stato?- domandai appena mi portò in un gazebo insonorizzato, -si, l'ho fatto costruire così per avercelo, però si è reso utile molte volte- spiegò facendomi annuire, -adesso spara- continuò, -oh, ok- risposi stranita, pensando che mi avrebbe spiegato qualcosa. Mirai e senza stare troppo a pensare premetti il grilletto.
-Beh dai, mica male- commentai girandomi a guardarlo, -saresti morta, devi mirare bene, alla spalla non gli fai nulla, può ammazzarti lo stesso- spiegò posizionandosi dietro di me, -adesso prendi la mira- sussurrò al mio orecchio, -e non avere paura- finì lasciandomi le mani libere, dopo avermi fatto vedere come tenerla salda: mirai al petto e dopo sparai. -Adesso sei salva- finì facendomi ridacchiare, -ogni volta che la terrai in mano sarai in pericolo, la tua vita e molto probabilmente quella di chi c'è con te- parlò guardandomi serio, -rifallo- aggiunse dopo incrociando le braccia al petto: continuai a sparare, ancora, ancora e ancora, finché non cambiai l'arma usando una XM8.
-Mi hai fatto passare da una pistola ad un fucile- gli feci notare facendolo ridere, -lo so, prova con questo e dimmi- insistette, -non così- mi fermò subito facendomi ridere, -aiutami allora- ribattei ancora con il sorriso sulle labbra, -devi tenerlo così- sussurrò prendendo le mie mani, mostrandomi come tenerlo in mano, -prova- continuò: mirai e poi sparai ancora, -vedi che sei brava- parlò spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, -merito del maestro- risposi lasciandogli poi un bacio sulle labbra.
-È quasi l'una- lo avvisai appena ritornai dal bagno, -fumiamo- rispose facendomi vedere quello che aveva in mano, -e poi?- domandai mettendomi davanti a lui, -mangiamo- rispose facendomi ridere, -va bene- accettai abbracciandolo, appoggiando poi la testa sul suo petto, -tutto bene?- chiese accarezzandomi i capelli: annuii lasciandogli poi un bacio sul collo.
Dopo aver finito di fumare ci sedemmo sotto il gazebo, in mezzo al giardino, dove stavo portando delle patatine e da bere, -fai piano- mi avvisò ma prima che potessi fare qualcosa mi cadde la bottiglia di coca cola che, appena tocco terra, esplose. Alzai lo sguardo per incontrarlo poi con quello di Stephen che mi stava guardando impassibile, -mangiamo le patatine- parlai avvicinandomi, -attenta che cadi- urlò ancora ma lo fece troppo tardi visto che scivolai sopra la coca cola, sparsa su un pezzo di giardino, -non è giornata mi sa- commentai alzandomi in piedi e andando vicino a lui, -sono tutta appiccicosa- continuai facendolo ridere, mangiando poi le patatine che avevo portato, -il fumo ti fa uscire di testa- disse guardandomi divertito, -non è colpa mia- ribattei ma mi avvicinò a lui lasciandomi poi un bacio.

-Mi sto addormentando- disse sdraiato sul mio petto, -mh, anche io- risposi appoggiando la mia testa alla sua, -mi devo lavare sono tutta appiccicosa- continuai sbuffando, -non ci metterai tanto- ribatté facendomi poi aprire gli occhi, -cosa vuoi fare?- domandai appena mi prese in braccio, -ti porto su- rispose ma non mi fidati molto, -non ti azzardare- lo minacciai capendo che voleva buttarmi in piscina, -invece si- rispose iniziando a corre: non riuscii a fare niente che saltò buttandosi con me in braccio. -Tu sei pazzo- urlai nuotando verso di lui che, senza neanche rispondere, mi baciò. Appena ci staccamo gli sorrisi accarezzandogli il viso, -adesso sei pulita- aggiunse poi circondandomi la vita con le sue braccia, -sistemo le armi e poi arrivo, tu intanto sali- continuò lasciandomi un altro bacio prima di uscire dall'acqua.

Salii in camera correndo, così da non bagnare troppo il pavimento; mi infilai in doccia per lavarmi velocemente e, dopo essermi asciugata, indossai una maglietta e dei pantaloncini comodi.
Mi sdraiai sul letto ma neanche il tempo di fare qualcosa che sentii un urlo; uscii velocemente dalla camera correndo poi dai bambini. -Cosa?- domandai a Stephen guardandolo mentre teneva in braccio la figlia, -incubo- sussurrò lasciandole un bacio in testa, -ei- sussurrai vedendo Diego uscire dalla sua camera, -voglio dormire con voi- parlò mentre lo prendevo in braccio, -come mai?- chiesi accarezzandogli la schiena, -solo oggi- insistette guardandomi con i suoi occhioni, -va bene- risposi sorridendogli dolcemente, -lo porto in camera- continuai parlando, questa volta a Stephen, -adesso arrivo- mi avvertì prima che uscissi.
-Se devi andare a fare pipì vai ora- gli parlai mettendolo giù; lo vidi andare in bagno e dopo pochissimi minuti ritornò, sdraiandosi in mezzo al lettone; aspettai Stephen che ritornò con in braccio la bambina, -mamma- pronunciò lei e appena la posò per terra, venne ad abbracciarmi: -che succede?- domandai appoggiandomi con la schiena alla tastiera del letto, -ho sognato che mi prendevano- rispose e subito mi girai a guardare Stephen che in quel momento stava entrando in bagno, -perché mai qualcuno dovrebbe farlo?- continuai accarezzandole i capelli, -Maicol- disse lasciandomi leggermente colpita, -posso dirti una cosa?- iniziai, -mai, e dico mai, ti succederà qualcosa di brutto, ci siamo io e tuo padre- continuai lasciandole un bacio, -mi ha detto così anche papà- sussurrò facendomi sorridere, -allora non ti preoccupare e dormi che sei stanca- finii cullandola tra le mie braccia.

-Dorme?- chiese l'uomo entrando in stanza, -si- risposi vedendolo prendere una sigaretta, -appena sono entrato in stanza piangeva, piangeva forte- spiegò triste guardandola mentre era sdraiata su di me, -si è immaginata di essere al posto di Maicol- continuai, -non so come farglielo capire- ammise facendomi sorridere, -lo capirà quando crescerà e non le accadrà nulla- risposi coprendo sia me che la bambina con la coperta.

Prima di dormire aspettai che Stephen venisse a letto e, dopo aver preso in braccio il bambino, si avvicinò a me, che ero abbracciata a Karine.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora