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-Il rispetto non me lo portava nessuno senza di te- parlai arrabbiata, appena usciti di casa per fumare, -è un mondo di merda, spero che il mio rispetto ti basti- ribatté facendomi ridacchiare, -è la cosa più importante- risposi guardandolo, -dobbiamo seriamente andare a prendere un altro vestito?- continuai facendolo annuire, -quello te lo brucio- ribatté facendomi divertire, -a me piace- ammisi facendogli fare una faccia stupida, -dai smettila, non capisco come mai fai così, siamo sposati, nessuno si è mai permesso di fare qualcosa- insistetti facendolo ragionare, -andiamo lo stesso a prendere un altro vestito- continuò rientrando a chiamare i bambini.

Dopo essere andati e ritornati dal negozio, iniziai a prepararmi, truccandomi leggermente e sistemando i capelli facendo dei boccoli e lasciandoli sciolti; -questo è più bello- sentii dire e appena mi girai trovai Diego davanti alla porta del bagno, -menomale- gli risposi correndo subito a prenderlo in braccio, -Karine?- domandai accarezzandogli una guancia, -è lì- rispose indicandomela dopo, -lei si che è bella, no?- chiesi facendolo annuire contento, -dai, vai da papà che ti aiuta a vestirti, io la cravatta non te la so mettere- continuai vedendolo poi correre verso l'uomo, seduto in salotto. -Mi gratta- si lamentò la bambina guardandomi nervosa, -cambiamolo- decisi dirigendomi nella mia stanzaa, -com'è?- domandai mostrandole un vestitino che le avevo preso...

-è troppo carino- commentò facendomi sorridere, -non va bene- continuai volendo sapere cosa avrebbe risposto, -il colore è bello-, -allora lo provi? Al massimo stacchiamo il fiocco- ritentai facendola annuire: la aiutai e dopo averlo indossato, co...

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...-è troppo carino- commentò facendomi sorridere, -non va bene- continuai volendo sapere cosa avrebbe risposto, -il colore è bello-, -allora lo provi? Al massimo stacchiamo il fiocco- ritentai facendola annuire: la aiutai e dopo averlo indossato, corse dal papà per farglielo vedere.
-È bella- rispose Diego sorridendo alla sorella, -già, ha preso dalla mamma- ribatté Stephen girandosi a guardare il bambino, -anche voi siete belli- ammisi facendo l'occhiolino a mio figlio, che sorrise, -dai andiamo che siamo in ritardo- annunciò l'uomo alzandosi dal divano e mettendosi la giacca, -andate a prendere le vostre giacce- ordinai ai bambini, ritornando in camera a prendere il mio cappotto, lungo e nero.

Appena arrivati nell'enorme villa con una rolls royce, scesi dall'auto guardandomi intorno, trovando molte persone appena arrivate, -Jasmine- mi richiamò Stephen visto che si erano un pó allontanati, -piacere- salutai stringendo la mano ad un ragazzo, -Declan- si presentò ma notai subito una certa somiglianza con David, -siete fratelli?- domandai facendo annuire divertito quest'ultimo, -gli altri?- domandò l'uomo accanto a me, accendendosi una sigaretta, -mancano solo Aleksandr e Hannah- gli feci notare facendolo sorridere, -vero- rispose guardando subito dopo dove fossero i nostri figli, -metti- sussurrò poi allungando il braccio per far in modo che incastrassi il mio con il suo, -che carini- commentai vedendo Karine parlare con un bambino, -no- si intromise il padre richiamandola, -non ascoltarlo, torna a giocare- lo zittì ricevendo uno sguardo omicida, -sono piccoli mamma mia, non essere geloso anche quando ha sei anni- sbottai appoggiandomi alla sua spalla, -non mi interessa, è mia figlia- ribatté fermandosi, -non mi va che qualcuno venga a chiederla in sposa per il figlio, nella mafia si fa così,  e non mi va di minacciare nessuno- continuò, -oh che bella notizia, mi fai venire l'angoscia così- ammisi facendolo sorridere, -anche se succede, la risposta sarà no, poi si vedrà se ci saranno conseguenze per loro- spiegò facendomi scuotere la testa, -guarda chi è arrivato- sentii dire e appena mi girai, curiosa di sapere chi fosse arrivato, mi ritrovai Sophie davanti, -che ci fai qui, non arrivavi domani?- domandai abbracciandola, -non dirmi che..- iniziai ma appena toccai la sua pancia ebbi la conferma di quello che stavo per dire, -non ci credo- continuai prendendo in braccio la bambina da Adrian, -ciao tatina- sussurrai cercando di non piangere, -è bellissima- ammisi accarezzandole le manine, -perché non me lhai detto?- sbottai facendola ridere, -sorpresa- esultò prendendola dopo in braccio, -mamma- urlarono e quando mi girai Diego mi saltò in braccio, -vieni da me- si intromise Stephen, sapendo che con i tacchi riuscivo miracolosamente a stare in piedi da sola, -entriamo, fa freddo- continuò, prima di chiamare Karine.
Entrati nella casa, consegnai il mio cappotto all'uomo in giacca e cravatta posto poco più lontano dalla porta d'ingresso, e dopo mi diressi nell'enorme sala alla mia destra.

-Ci fissano- sussurrai guardandomi intorno, -sto vestito ti sta d'incanto- ribatté cingendomi la vita con il suo braccio, -guardano te, non me- aggiunsi ancora, facendogli scuotere la testa, -lo so che guardano me, dopo tutto quello che hanno fatto guardarti sarebbe come sw firmassero la loro condanna- mormorò facendomi ricordare quello che doveva fare, -ti dico tutto sta sera, ora non ti preoccupare- mi tranquillizzò lasciandomi un bacio sulla fronte, -sedetevi al tavolo, pochi minuti e arrivo- finì allontanandosi.

Parlai con le altre mentre i bambini giocavano poco più distanti da noi, finché non mi girai sentendo una mano appoggiarsi sulla mia spalla, -salve signore, vi piace la festa?- domandò un uomo mentre mi spostavo per eliminare il contatto fisico, -si ma ci piacerebbe molto parlare senza essere disturbate continuamente- risposi sperando che Stephen non avesse assistito alla scena, -cosa vuoi?- domandò proprio quest'ultimo facendomi sbuffare, -stavo solo chiedendo come passavano la serata- rispose imbarazzandosi leggermente, -non te ne deve fregare un cazzo di come passano la serata, giusto o no?- ribatté l'uomo incrociando le braccia al petto, mentre arrivarono anche David, Aleksander e Adrian, -dai Sokolov lascia perdere- si intromise un signore avvicinandosi a mio marito e sorridendogli, -hai toccato mia moglie- continuò non dando però retta a quello che gli avevano appena detto, -nessuno tocca mia moglie- finii facendomi alzare, -dai bambini andiamo- urlai dirigendomi verso loro tre: Diego, Karine e Viktor, figlio di Hannah.

Uscii dall'enorme casa in compagnia delle altre e dopo aver fumato una sigaretta, accompagnai Karine in bagno, -li c'è papà- urlò indicandolo, appena entrò, -vuoi che entro con te o vai da sola?- chiesi, accompagnandola poi dentro, -come mai papà è arrabbiato?- domandò mentre faceva la pipì, -come fai a sapere che è arrabbiato?- domandai dopo sorridente, -è ovvio, fa quella brutta faccia, fa paura anche a me- rispose, -non avere mai paura di lui, siete il suo mondo- ribattei facendola annuire, -dai andiamo- continuai prendendole la manina.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora