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Dopo essere andati e tornati, mi organizzai con loro su come vederci prima della festa di sta sera così, dopo aver accompagnato entrambi nei luoghi in cui dovevano essere, mi diressi nel mio edificio in centro.

Mi incontrai con Dan, capo dell'altra organizzazione e, dopo aver parlato, sia di lavoro che di altro, rimasi lì per sistemare alcune cose; -Stephen- mi chiamò David entrando nell'ufficio, -i soldi- continuò posando una borsa nera sulla scrivania, davanti a me, -hai altro da fare?- gli chiesi alzandomi dalla poltrona, -vedo mio fratello- mi avvisò iniziando a fumare, -si è rifatto vivo?- scherzai facendolo sorridere, -eh si- rispose, diventando subito silenzioso, -cosa c'è?- continuai guardandolo, senza ricevere risposta, -ti conosco bene, parla- ordinai facendolo sorridere, -non ho mai visto qualcuno rovinarsi come si sta rovinando lui- ammise guardandomi tristemente, -io si, tu- ribattei facendolo ridacchiare, ma oltre a questo non disse nient'altro; -fallo venire sta sera- lo avvisai prendendo la borsa con i soldi, seguondolo fuori dall'edificio, -quando finisci con lui chiamami- continuai salutandolo e salendo sopra la mia macchina.

-Pronto amore- rispose Jasmine alla mia chiamata, -dove sei?- domandai, fermandomi al semaforo, -al cinema- rispose, -con chi?- continuai, -Hannah e il figlio- disse ovvia, -tutto bene?- chiesi di nuovo sentendola ridacchiare, -si tranquillo, tu invece? Dove sei?- domandò, -sto tornando a casa ma poi devo uscire di nuovo- ammisi, -aspetta- parlò facendomi aspettare qualche minuto, -niente cinema- annunciò, -perché?- chiesi facendola ridere, -Diego è caduto, vedi, che ti avevo detto? Se corri e non stai attento cadi- lo sgridò facendomi sorridere dolcemente, -tornate a casa allora, dobbiamo parlare di una cosa- la avvisai, -mi metti l'ansia- ammise, -odio quando lo dici, perché dovresti essere ansiosa?- domandai, -perché non so cosa mi devi dire e magari è una cosa brutta- spiegò, -mh, va bene, per sta sera il vestito ce l'hai?- continuai, -qualcosa trovo nell'armadio, comunque noi dieci minuti e siamo a casa- rispose prima di salutarmi e chiudere la chiamata.

Arrivato a casa, andai subito a farmi una doccia, e, appena uscii dalla camera, trovai Jasmin che si stava spogliando, -cos'è quella borsa stra colma di soldi?- domandò provocandomi una risata, -ti amo da morire- parlai subito ridendo, provoncandole dopo la mia stessa reazione, -dai- mi incitò a rispondere appena la baciai, -è una borsa stra colma di soldi- scherzai ricevendo uno sguardo poco carino e diretto, -ho venduto armi e mi hanno pagato- continuai ricevendo un sorriso grato, -mi ha chiamato Sophie, vuole partorire qui, arriverà domani credo- iniziò facendomi annuire, -quando succederà io andrò con lei- continuò sorridente, -va bene, io devo uscire ora, mezz'ora e torno- la avvisai facendola annuire, -va bene, io preparo qualcosa da mangiare, hai fame?- chiese ma nell'esatto momento in cui me lo domandò mi brontolò la pancia, causandole una risata divertita, -preparo gli gnocchi di zucca- continuò facendomi spalancare gli occhi, -faccio velocissimo- la avvisai baciandola subito dopo.

Uscii velocemente e, dopo aver incontrato un altro uomo, ritornai subito a casa.

Pov's Jasmine

Appena Stephen fu uscito, controllai che i bambini fossero a giocare nella vasca prima di iniziare a preparare gli gnocchi con l'impasto che avevo fatto poco prima e, dopo aver creato dei serpentone ed averl tagliato il tutto con un coltello, li misi a cuocere per pochi minuti, infatti, dopo averli scolati, impiattai su una teglia di vetro con sopra burro, salvia e parmigiano. -Giusto in tempo- parlai appena vidi l'uomo entrare dalla porta, -bambini- urlai sentendoli poi arrivare dal corridoio, -va bene così amore o ne vuoi di più?- domandai a Diego, mostrandogli la porzione che gli avevo preparato, -di più- rispose continuando a muovere le sue gambine, -non riesco a mangiarli tutti- mi avvisò Karine, appena le mostrai il piatto, -mangia quello che ti va- risposi andando poi da Stephen, -metti metti- disse facendomi scoppiare a ridere, -sei incredibile- commentai, sedendomi appena preparai la porzione anche per me.
Dopo aver finito di mangiare tutti insieme mi preparai insieme a mio figlio, che, seduto sul letto, mi diceva quale vestito gli piacesse di più; -quindi quale scegli, rosso o bianco?- gli domandai facendolo pensare, -bianco- urlò facendomi ridere; mi levai il vestito prima di indossare, sotto lo sguardo del bambino, il vestito che aveva scelto. -Mi chiudi i polsini- chiese Stephen entrando in stanza mentre usava il cellulare: lo vidi squadrarmi da capo a piedi, alzando poi la testa verso di me, -cosa?- domandai sorridendo, -chi l'ha scelto?- chiese facendo ridere il figlio, -ha buon gusto- commentò capendo che fosse stato lui, -non ti piace ammettilo- ribattei facendolo annuire, -ti sta benissimo, come ogni cosa, solo che è troppo scollato- spiegò cingendomi la vita, -tanto tu le hai già viste- gli rinfacciò Diego facendomi definitivamente morire dalle risate, -ha ragione- mi intromisi anche io guardando Stephen che si tratteneva dal non ridere, -quando anche tu amerai qualcuno, vedrai- gli rinfacciò al bambino, che sorrise facendogli qualche smorfia, -anche io amo la mamma- gli rispose facendomi quasi piangere, -lo so, appunto per questo- insistette il padre guardandolo negli occhi, -poi se tutti la guardando non è brutto?- continuò ricevendo un pugno sul braccio da parte mia, -se tutti la guardano gli dici di non farlo- ribatté facendomi sorridere dolcemente, -hai ragione- concordò Stephen girandosi a guardarmi, -ha ragione- ripeté guardandomi negli occhi, -non mi cambio- lo avvisai facendogli incrociare le braccia, -non guardarmi così, non mi cambio- ripetei facendo ridere il bambino, divertito dalla situazione, -provane un altro- propose, -cioè?- domandai indicando il mio armadio, -sarei disposto ad uscire per prenderne uno- mi avvertì, -cos'è che non ti piace?- ritentai guardandomi, -tutto, la scollatura, l'esagerato spacco sulla gamba, e la scollatura- spiegò facendomi sorridere, -se lo metti, poi non lamentarti di quello che succede- sussurrò vicino a me, ricevendo un brutto sguardo da parte mia, -fai quello che vuoi- lo liquidai ripensando però a quello che potrebbe accadere, -accompagnami che ne prendiamo un altro- finì spogliandomi, -no- si intromise Diego, -torniamo con un vestito più bello- rispose prendendolo in braccio, -e perché così no?- domandò guardandolo, -quando sarai più grande lo capirai- gli rispose facendogli incrociare le braccia, -sei geloso- disse facendolo annuire, -e perché? Tanto è la mamma- insistette facendolo sorridere, -appunto che è la mamma, nessuno deve mancarle di rispetto, e se qualcuno lo fa mi arrabbio- spiegò facendolo annuire.

-Dai andiamo- ordinai indossando una maglia.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora