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Corremmo verso la mia auto salendoci poi sopra, -porca troia, ci stanno sparando- urlò Dorian abbassandosi, -è anti proiettile- lo avvertii tranquillizzandolo, -questi sono corrotti- commentai, -dai guida Sophie- le urlai, -sono spaventata porca troia, la polizia ci vuole uccidere- ribatté accendendo la macchina, -guida e basta- ribattei aprendo il tettuccio, -cosa fai?- chiesero insieme ma senza ricevere risposta, con l'arma presa dal locale, mirai ai poliziotti e sparai ma quest'ultimi ricambiarono, colpendomi alla spalla.
-Perché fai sempre la pazzoide- urlò il ragazzo facendomi sorridere dolorante, -almeno siamo vivi- commentai notando poi delle auto familiari dirigersi verso di noi, -fermati qui in mezzo- sussurrai e in pochi secondi, vidi tutti e cinque i ragazzi scendere dalle macchine. Appena vidi lo sguardo di Stephen mi spaventai leggermente ma ero troppo felice di vederlo; venne subito dalla parte dell'auto dov'ero seduta, squadrandomi poi, -io e te parliamo dopo, adesso spiegami cos'è successo- parlò prendendomi in braccio e portandomi nella sua macchina.
Gli spiegai per filo e per segno cos'era accaduto: -io le cose te le dico per un motivo- disse guardandomi incazzato, -ora cosa vuoi fare?- domandai gemendo per il dolore, -ci rimarresti male se te lo dicessi- rispose dopo che Malcom gli consegnò una siringa, -è per il dolore, così ti estrae la pallotta senza che ti sento urlare- spiegò facendomi ridacchiare leggermente, -quindi lo fai per te?- chiesi accarezzandogli una guancia, -ovviamente- scherzò sorridendomi, -ora ti porta a casa e ti estrae la pallotta- spiegò indicando Malcom, -se i bambini hanno bisogno?- continuai, -Malcom rimane finché non torno io- rispose facendomi annuire, -se quei figli di puttana sono ancora vivi, a chi hai tirato un pugno?- domandò appoggiandosi all'auto, -a quello con la polo rossa- risposi facendolo annuire, -dei poliziotti ti ricordi più o meno quanti erano?- domandò facendomi poi annuire, -quelli dentro erano tipo dieci, ma con le divise anti proiettile, quelli fuori erano vestiti come sempre ed erano tipo in venti- spiegai facendolo annuire ancora; -ora vai- ordinò al ragazzo alla guida, chiudendo la portiera.

-Che bel casino- commentò Malcom facendomi annuire, -fa male?- domandò facendomi scuotere la testa, -mi sto quasi addormentando- lo avvisai appoggiando la testa al finestrino, -è normale- rispose prima che cadessi in un sonno profondo.

Mi risvegliai di scatto all'interno della mia camera; mi girai verso il comodino leggendo che erano le quattro di mattina. Sbuffai stanca alzandomi dal materasso: guardai la spalla fasciata e provai a muoverla, ma mi fece solamente male. Vaffanculo sti figli di puttana, pensai stanca del fatto che non potevo neanche uscire a divertirmi con i miei amici. Mi feci una doccia per pulirmi da qualsiasi cosa ci fosse sul mio corpo e poi indossai una canotta e un pantaloncino: affamata scesi in cucina, mangiando poi dei biscotti con del latte, -anche io fame- sussurrò qualcuno e appena mi girai trovai Diego davanti alla porta, -tieni- risposi facendolo avvicinare e prendendolo poi in braccio, -tutto bene?- domandò Malcom entrando dalla porta, -oh sei ancora qui- parlai sorridendogli, -ci ha messo tanto- continuai facendolo annuire, -si è svegliato anche prima, aveva sete- spiegò facendomi sorridere, -ora mi ha detto che aveva fame e adesso dorme- continuai scuotendo la testa divertita, -sai più o meno quando arriva?- domandai, -mi ha chiamato due minuti fa, ha detto che arrivava tra poco- rispose facendo annuire, -eccolo, io vado, se ti senti strana, o per qualsiasi cosa, chiamami- mi avvisò facendomi annuire, -grazie mille, mi salvi sempre- lo ringraziai facendolo sorridere.
-Adesso andiamo a nanna- sussurrai lasciando un bacino al bambino in braccio a me, -che ha?- chiese il padre mentre salivo le scale, -aveva fame- risposi facendolo annuire, -dopo scendi- continuò, -se vuoi parlare per favore, domani- ribattei subito facendogli scuotere la testa, -ne parliamo adesso- insistette facendomi sbuffare; portai il bambino nel suo letto e poi ritornai al piano terra, più precisamente nel suo ufficio, trovandolo spaparanzato sul divetto.
-Mi avevi detto che eri al Gold- affermò facendomi annuire, -perché mi avresti riportato a casa- risposi subito, sapendo che quella era la risposta alla domanda che mi avrebbe fatto, -giusto, ti sei difesa bene però, li hai beccati tutti e sono morti, tranne polo rossa- ammise facendomi rimanere di sasso, -che è ancora vivo, anzi, mezzo morto, per i poliziotti uguale- aggiunse, -per me non è un problema fare stragi ogni tanto, basta che tu non esci con qualche ferita, o morta- continuò facendomi sbuffare, -potevi morire, come ti avevo già detto, ma non mi ascolti mai- insistette, -e invece sono qui viva, con un buco in spalla ma viva, ed è grazie a me- risposi, -lo so che sei brava a difenderti, ma da oggi in poi basta serate da sole- annunciò, -che cazzo dai- urlai, -no, puoi insistere quanto vuoi, senza di me non vai da nessuna la parte la sera- ripeté alzandosi, -in discoteca a scopare- aggiunsi alzandomi per uscire, -si ho sbagliato, mi è uscita male- ammise facendomi annuire ovvia, -porca troia se hai sbagliato- gli diedi ragione, -erano scopate e basta, lo so che è sbagliato solo che non mi ricordo neanche i nomi delle ragazze, non erano importanti- riprovò circondandomi la vita con le braccia, -l'unica sei tu, sempre e comunque- aggiunse accarezzandomi il viso, -te l'avessi detta io una cosa simile non mi avresti parlato per non so quanto tempo- gli rinfacciai facendolo sorridere, -se l'avessi detto non ci avrei creduto- rispose facendomi scuotere la testa, -vai su che io arrivo- ordinò, -che devi fare scusa?- domandai curiosa, -chiamare David- spiegò accendendosi una sigaretta, -e perché mai? Sono quasi le cinque- risposi, -sai com'è lui, bisogna ricordargli che non deve esagerare- spiegò facendomi poi annuire, -come va la spalla?- continuò dopo, -fa malissimo- ammisi facendogli scuotere la testa, -così impari a fare quel cazzo che ti pare- ribatté facendomi ridere, -faccio sempre quello che ritengo sia giusto- risposi uscendo dal suo ufficio, -fai l'opposto la prossima volta- urlò facendomi scuotere la testa divertita.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora