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-Dove vai?- domandò Stephen appena vide sua figlia scendere le scale, -esco con le mie amiche- rispose, -hanno quasi ammazzato tuo fratello- le ricordò, -quando l'hanno fatto con me Diego si faceva i cazzi suoi- ribatté ma lui incazzato per come le aveva risposto, si girò a guardare me e poi lei, -sali e stai zitta- le ordinò guardandola seriamente, -amore ti prego, è appena successo un casino- insistetti io alzandomi per seguirla, visto che ritornò su di corsa. -Non entrare- urlò prima che potessi aprire la porta rattristendomi molto.
Aspettai qualche minuto prima di ritornare in camera mia; -lo so che ti ha risposto male, ma non sai quant'è brutto non vivere una vita normale- parlai appena lo vidi davanti alla culla del bambino, -è nato lui ed è una giornata di merda- rispose girandosi a guardarmi, -parlale- ordinai fissandolo, -prima mi lavo- rispose facendomi annuire, iniziando a spogliarsi. Mi sdraiai sul lettone accendendo poi la televisione, anche se a basso volume; appena Stephen finii di farsi la doccia si vestii, -devi fare qualcosa?- domandai, -no, parlo con Karine poi vediamo- rispose uscendo poi dalla stanza.

Sperai risolvessero finché Diego non aprii la porta, -questo me lo fai fare- iniziò facendomi corrugare la fronte, -se ci prendessimo una casa io e lei?- domandò facendomi scoppiare a ridere, -cosa non vi va bene della tua enorme camera, con idromassaggio, doccia e una cazzo di terrazza?- chiesi senza parole, -che ci siete voi- disse ovvio, -a noi non ce ne frega niente se scopate- precisai facendolo diventare rosso, -quando avrai diciotto anni farai quello che ti pare- ripetei, -e per favore, inizia ad usare la testa come la usi per lavorare, sembri tuo padre- continua vedendo poi quest'ultimo entrare in camera, -vuole trasferirsi- lo avvisai facendolo ridere, -so gestire un'organizzazione ma non posso avere una casa da solo?- domandò nervoso, -decido io, è no, ti hanno quasi ammazzato e vuoi andare a vivere da solo, piuttosto chiedi a David se ti lascia la casa che ha qui vivino, ma ti controllo comunque quindi non cambia- gli spiegò facendolo subito annuire, -se non cambia perché accetti?- chiese dopo curioso, -perché scopano- risposi divertita guardando Stephen, -vedi che non si sente niente- lo avvisò quest'ultimo facendo uscire il figlio imbarazzato. -Crisi adolescenziale- commentò sicuro sdraiandosi sul letto accanto a me, -stanco?- domandai facendolo annuire, -vieni qui- continuò dopo tirandomi verso di lui, -ti amo- sussurrai lasciandogli un bacio, -hai litigato di nuovo con Karine?- chiesi facendolo annuire, -cosa le hai detto?- continuai preoccupata, -o si regola se no non esce più- rispose facendomi innervosire, -ci mettete impegno entrambi per non far andare bene le cose- lo incolpai facendogli aprire gli occhi di scatto, -non sono io che ho sparato a Diego, è colpa sua che non capisce la situazione- sbottò, -si? Credi che sia facile non uscire mai? Che si diverta a stare a casa da sola, non mi stupirei se scappasse- mi incazzai alzandomi da lì, -tu esci quando vuoi- gli ricordai, -non per divertirmi- aggiunse mentre uscivo dalla camera. -Posso?- domandai aprendo la porta della stanza di mia figlia non trovadola; pensai al peggio e andai subito a dirlo a Stephen, -Karine non c'è- annunciai facendogli alzare subito la testa, -penso sia in casa- disse ma mi guardò come per chiedere l'approvazione, -è andata via- parlai sicura e in pochi attimi si alzò. -Tu cerca in casa- ordinò mentre lo vidi scendere le scale e uscire dalla porta principale, -avete sentito qualcuno uscire?- domandai entrando in salotto dove c'erano i due fidanzati, -Diego ti prego, non troviamo Karine- aggiunsi e subito si girò a guardarmi, -massimo dieci minuti fa è uscito qualcuno, credevo fossero entrati- spiegò alzandosi subito in piedi, -papà è uscito?- domandò facendomi annuire, -vado con lui, tu stai qui- mi ordinò sicuro correndo fuori casa. Non mi fece neanche rispondere che mi chiuse la porta in faccia, -solo perché c'è un neonato di sopra- mi tratteni incazzata girandomi per guardare Tiana, -lo tengo io- sussurrò facendomi annuire, -se si sveglia dagli il latte in polvere, è tutto in camera nostra, entra senza problemi, se devi cambiargli il pannolino non ti schifare, è merda ma merda di latte- spiegai velocemente prendendo un giubbotto a caso e volando fuori. -Jasmine- urlò subito Stephen appena calpestai l'erba del prato per raggiungerli, -non mi puoi dire niente sono in casa mia- ribattei ricevendo uno sgaurdo omicida mai visto, -ha preso anche la macchina, e quei figli di puttana non mi hanno avvisato- urlò rivolgendosi alle guardie che erano solite stare all'entrata, -hai il GPS?- domandai, -no perché io da mongolo gli ho detto come si leva- aggiunse con lo stesso tono facendomi annuire. In quei minuti in cui parlammo di dove potesse essere entrarono, con le auto, Yuri, Adrian, Aleksandr e Malcom, accompagnati dai rispettivi familiari.
Iniziammo a ragionare su dove potesse essersi cacciata finché non mi venne l'illuminazione, -sono un cogliona, è il compleanno della cazzo di brasiliana, come so chiama, Maria, o vabbè, abita vicino al ponte, quella casa di marmo- parlai subito facendoli salire subito in macchina, -oh vengo anche io- urlai correndo per salire sull'auto in cui c'era Stephen, -magari la stanno già inseguendo quegli arabi di merda, fammi fare le cose bene- mi rispose nervoso partendo subito dopo.
-Che fastidio- sussurrai girandomi verso altre, -è una situazione di merda, io non ho ancora visto mio nipote- sussurrò Hannah accarezzandomi una guancia, -si certo- risposi subito provando a non scoppiare a piangere.
Rientrai in casa e vidi Tiana scendere le scale con il bambino in braccio; -mi hanno impedito di aiutarli- spiegai facendola annuire, -tu sei la famosa Tiana- urlò Dorian correndo ad abbracciarla, -quanto sei bella, una giustatina ai denti la farei- commentò il cafone facendomi incazzare, -tu dovresti sistemare mezza faccia per diventare decente- risposi, -ah si? E tu...e tu...non so, ma anche tu devi sistemarti- rispose facendomi ridere. -Ma che bello sei amore della zia- parlò dolcemente Sophie prendendo dalle braccia della ragazza il bambino, -ah si che sei bello- continuò baciandolo ripetutamente, -sei proprio bello- continuò, -eh si- aggiunse facendomi alzare gli occhi al cielo, -ti vedo stanca, prepariamo qualcosa da mangiare?- domandò Hannah facendomi annuire.

Pov's Stephen.
Arrivati davanti casa dell'amica di mia figlia, notai subito una delle mie auto parcheggiate nel vialetto, insieme ad altre dieci. -Ha così tante amiche?- domandai girandomi verso mio figlio, che aveva tanto insistito per venire, -sono cinque, sei compresa lei, qualcosa di strano c'è- notò facendomi annuire, -David con me, gli altri fuori- ordinai entrando subito in casa. Non sentii una minima risata e il mino rumore, che possa essere musica o anche dei passi.
Guardai l'uomo accanto a me più furioso che mai prima di andare direttamente al piano superiore.
Mi bloccai davanti alle scale finché non senti un piccolo suono provenire da una stanza; spalancai subito la porta e trovai le ragazze, -no- urlò la sua amica prima che mia figlia mi colpisse con una mazza, -menomale- sussurrò spaventata saltandomi addosso, -dopo te la faccio pagare, cos'è successo?- domandai accarezzandole i capelli, -c'è qualcuno in casa e non eravate voi- spiegò guardando dietro di me, -seguitelo giù- ordinai alle altre che si appiccicarono subito a David, -vai anche tu- ordinai alla mia, che annuì immediatamente. -Siamo solo noi uscite- urlai scendendo al primo piano, dove trovai i miei ragazzi armati fino ai denti; il tempo di qualche secondo che la sg9mmata di un'auto rimbombò nella casa, facendomi sorridere incazzato più di prima. -I tuoi genitori?- domandai alla proprietaria appena uscii dalla villa, -sono partiti- spiegò facendomi annuire, -voi altre a casa, tanto non voglio voi, vogliono lei- ordinai alle altre che salirono subito nelle rispettive macchine, -tu decidi dove dormire finché i tuoi non tornano, non da noi- continuai facendola annuire, mentre mi giravo per capire dov'era Karine. -Scusa mi dispiace- parlò subito mentre era abbracciata a Diego, -se ti azzardi un'altra volta- iniziai ma dal troppo nervoso tirai un pugno all'auto, -ho capito- continuò facendomi annuire leggermente, -salite che torniamo a casa- continuai cercando di calmarmi.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora