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Indossai una camicia lunga bianca, che fungeva da vestito, e dei sandali con il tacco, -che dobbiamo fare?- domandai raggiungendolo in bagno mentre si faceva la doccia, -visto che una cosa che ci piace ad entrambi l'abbiamo- iniziò asciugandosi il corpo, -scopare ci piace ma non credo che faremo quello- scherzai, -per me non ci sono problemi però- mi avvertì facendomi sorridere, -dicevo, andremo ad una mostra di auto lussuose- continuò facendomi annuire subito, -si, è da un pó che volevo dirtelo però, io voglio un'auto d'epoca, ci saranno giusto?- chiesi, -credo di si- rispose asciugandosi il corpo con l'asciugamano, -poi scopare, io e te facciamo l'amore no?- domandò facendomi ridacchiare, -lo chiedi proprio tu?- risposi divertita, -in realtà facciamo entrambi, dipende dai momenti- ammisi dopo averci pensato su, -mh e quale ti piace di più?- continuò appiccicandosi al mio corpo, -secondo te?- sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra, -secondo me ti piace questo- parlò baciandomi.
Si spostò verso il collo mentre slacciava la mia camicia, -morbida, profumata e bellissima- disse sopra la mia pelle, provocandomi dei brividi, -non usciamo più se continui- lo avvisai circondandogli il collo con le mie braccia; mi osservò baciandomi subito dopo.

Mi prese in braccio portandomi davanti al letto, sul quale mi appoggiò delicatamente, -slacciati la camicia- ordinò mentre mi toglieva i tacchi, -sei impaziente- commentai notando il suo amichetto sull'attenti, -con te qui davanti ai miei occhi, quasi nuda- parlò osservando ogni centimetro del mio corpo, -non vuoi vedermi completamente nuda invece?- domandai e ovviamente non se lo fece ripetere due volte.

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-Ho azzeccato?- chiese appoggiandosi al mio petto nudo, -in che senso?- ribattei con il fiatone, -abbiamo fatto l'amore- spiegò facendomi sorridere, -si hai azzeccato- risposi, -lo so- sussurrò mordendomi il capezzolo, -mi fai il solletico così- lo avvertì sentedolo ridere leggermente, -mi rilavo e usciamo- avvertì, -anche io mi faccio la doccia, potresti solo impellicolarmi il braccio?- domandai facendolo annuire così, dopo aver sistemato la ferita in modo che le bende non si bagnassero, mi feci una doccia insieme a lui, -acqua fredda? Di solito non riesci neanche tiepida- parlò raggiungendomi dentro il box, -è rilassante- spiegai lavandomi il corpo, -vuoi che ti aiuto?- chiese visto che facevo fatica a lavarmi i capelli; annuì beandomi di quelle attenzioni. Uscita poi dalla doccia mi asciugai, indossando i vestiti di prima e prendendo l'antidolorifico.

-Hai mangiato?- domandò mentre eravamo in macchina, -no- risposi, -e cosa vuoi mangiare?- chiese dopo, -non ho fame-, -mangi qualcosa comunque- insistette facendomi ridere, -sembri mia nonna- risposi facendolo sorridere, -dai che vuoi mangiare?- domandò di nuovo, -non ho fame, veramente, quando ho fame te lo dico- ripetei, -dimmi cosa vuoi, se no ti prendo io qualcosa- mi avvertì facendomi scuotere la testa, -non so quante volte hai detto 'mangiare' in dieci secondi- parlai stufa ma anche divertita dalla situazione, -aspettami qui- ordinò subito dopo fermandosi davanti ad un benzinaio e chiudendomi in macchina. Lo guardi sapendo che c'era qualcosa di strano, e quando lo vidi parlare con un uomo capii di cosa si trattava: Organizacija.

Appena finii il suo "incontro" ritornò da me, riaprendo l'auto e dicendomi di abbassare il finestrino, -tieni- parlò porgendomi un sacchetto, -spero ci siano dei soldi- commentai trovandoci però una ciambella, -non ho fame per te cosa vuol dire?- domandai dopo mentre lui faceva benzina, -anche se non hai fame devi mangiare qualcosa- ripeté facendomi sbuffare, -tu con chi hai parlato?- cambiai argomento, -lo sai bene- rispose facendomi sorridere, -e di che avete parlato?- continuai mangiando, -di come ammazzerò il suo capo- spiegò velocemente risalendo in macchina, -lo so che ti dispiace per Caterijna, ma non ho iniziato io- parlò accarezzandomi una guancia, -lo so che non hai fatto nulla, però promettimi che la moglie e la figlia saranno sempre al sicuro- ribattei guardandolo, -si va bene- accettò, -la tua parola- continuai facendolo ridacchiare, -ti giuro sul nostro matrimonio che non accadrà nulla a loro due- finii facendomi tranquillizzare.

Arrivati davanti ad una meravigliosa villa di non so che periodo storico, notai in lontananza anche gli altri, tra cui David, Hannah e marito, Adrian e Sophie, Dorian e Malcom. Salutai tutti e poi ci dirigemmo all'entrata, -grazie- sussurrai al cameriere che mi porse un bicchiere di champagne, -da che parte iniziamo?- domandai a Stephen che non la smetteva già di guardare un macchina; -la prendo- parlò appena si sedette sul posto del guidatore, -ma non hai neanche guardate le altre- ammisi colpita, -chissene frega, questa la voglia, dai non ti piace neanche un pó?- chiese stranito, -si, certo che è bella, è una Lamborghini- dissi ovvia, -poi il colore- continuai sentendolo ridere, -Sultan, la prendo io- urlò richiamando un ragazzo, -due minuti e arrivo, tu continua e se ti piace qualcosa avvisami- spiegò velocemente facendomi scuotere la testa divertita.
Continuai il giro finché, mentre guardavo una Ferrari 275 gtb, mi chiamò una delle due scuole dei bambini, -pronto?- risposi preoccupata che si fossero fatti male, -salve signora, scusi il disturbo ma ho suo figlio qui accanto a me- iniziò, -lo vuoi dire tu alla mamma cos'è successo?- continuò; -sai Tony?- parlò Diego facendomi ridere leggermente, -mi ha spinto contro la sedia e sono caduto- aggiunse, -ok, poi- parlai facendolo continuare, -e poi li ho tirato un calcio e un pugno- finii, ma la maestra si rimpossessò del telefono, -capisco che suo figlio abbia ragione e si sia comportato di conseguenza, l'unico problema è che Tony è caduto e si è spaccato un dente dopo il calcio e il pugno, la madre ha richiesto un incontro con lei, se vuole possiamo scegliere un giorno- spiegò facendomi pensare, -oggi?- proposi facendola annuire, -perfetto, quattro emmezza quindi?- chiese facendomi accettare; salutai e poi riattaccai.

-Credevo di doverti cercare per non so quanto tempo- ammise Stephen circondandomi le spalle con il suo braccio, -mi ha chiamato la maestra e mi ha detto che Diego a litigato, dobbiamo andare a parlarci oggi- spiegai appoggiandomi a lui, -è identico a te- aggiunsi sentendo poi il suo petto vibrare, -e non è una bella cosa?- chiese lasciandomi un bacio in fronte, -certo, sperando che non inizi a fare quello che vuole all'età di otto anni però- spiegai guardandolo, -lo controllo io non ti preoccupare- rispose baciandomi, -ora, questa mi piace- ammisi indicandogli l'auto che era davanti a me, -due milioni e sei- lesse girandosi poi a guardarmi, -due milioni e sei per questa- ripeté, -con questa cosa intendi, è stupenda- parlai ovvia, -no, è brutta- ribatté facendomi sbuffare, -tanto la prendo- lo avvertì facendolo sorridere, -mh e come farai?- chiese, -Sultan- urlai e poco dopo arrivò lo stesso uomo di prima, -anche questa- annunciai facendolo ridere, -signor Sokolov?- domandò poi a mio marito facendolo annuire divertito, -non fare quella faccia, deve per forza chiederlo a me, ogni tanto capita che qualcuno si incazza perché la moglie prende senza chiedere- spiegai mentre, mano nella mano, continuammo il nostro giro.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora