43

1.5K 66 4
                                    

Finito di guardare e spendere soldi ritornammo alla macchina, tornando a casa con quattro auto in più.

-Sono le quattro, che facciamo?- domandò facendomi alzare le spalle, -non hai fame tu?- chiese dopo, -perché no?- parlò infastidito, -non lo so- risposi, -non ti va di mangiare nulla?- insistette, -pesce crudo- ammisi facendolo sorridere, -tra tutte le cose proprio questo- continuò facendomi sorridere, -te lo ordino poi lo mangi a casa ok?- aggiunse facendomi annuire, -sei molto premuroso- sussurrai guardandolo incantata, -è perché ti amo e se non mangi vuol dire che c'è qualcosa che non va- spiegò, -io invece non capisco come fai ad essere così perfetto- parlai facendogli scuotere la testa, -mi hai insegnato tu- rispose, -mi hai insegnato anche ad amare- aggiunse ancora, -lo sapevi fare anche da solo- ribattei facendogli scuotere la testa, -comportarmi così bene con qualcuno? Senza di te non l'avrei mai fatto- ripeté, -ti saresti sposato lo stesso- affermai, -solo per aver un figlio- continuò, -e non lo avresti amato?- chiesi stranita, non ricevendo però risposta, -vedi- gli rinfacciai facendolo sorridere, -magari sarei diventato un padre di merda- ipotizzò, -con i bambini sei meraviglioso- lo contraddì, -tu prima non mi conoscevi- ribatté guardandomi, -ma comunque non parliamo di questo, mi è andata anche fin troppo bene- continuò facendomi scuotere la testa rassegnata, -la persona che sei adesso non è comparsa in te, c'è sempre stata, dovevi solo farla uscire- insistetti, -e l'hai fatto tu- concluse velocemente così non parlai più. 

Arrivati davanti alla scuola aspettammo altri venti minuti prima di entrare; -state col papà va bene?- avvertii i bambini facendoli annuire, -perché?- chiese quest'ultimo facendomi ridacchiare, -perché ti incazzi subito, ricordatevi sempre, si chiama papà quando le buone maniere non servono più- spiegai finendo poi per parlare con i miei figli, -chiamate sempre prima me- mi contraddì, -no no, ascolta, io sono civile fino ad un certo punto, quando arrivo al limite ti ho sempre chiamato, sempre, quindi non è che ora chiamano te, prima la mamma, poi si vede se chiamare papà- ripetei facendo ridere i due bambini, -potete entrare per favore che ho fame?- domandò Diego facendomi sorridere, -entri tu- iniziò Stephen avvicinandosi a me, -e tu li porti a mangiare- finii io, -ci metto solo dieci minuti- continuai facendolo arrabbiare leggermente, -andatevi a prendere il gelato qui fuori, non vi allontanate capito?- ordinò ai bambini facendoli annuire contenti, -se li investono o succede qualcosa?- chiesi preoccupata, -non succede nulla, dai andiamo- parlò tirandomi verso l'altra stanza, -salve- salutai, -oh piacere- sorrise la maestra, porgendo la mano ad entrambi, -allora, lei è la madre Tony- iniziò ma venne interrotta proprio da quest'ultima, -mio figlio ha un dente rotto, voglio i soldi dell'assicurazione e un incentivo per i danni-; la guardai allibita girandomi poi verso mio marito, -credo che con lui si troverà benissimo a discutere, arrivederci- la liquidai facendo l'occhiolino all'uomo.

-Va tutto bene?- domandò Diego correndomi incontro appena mi vide, -si, tranquillo, la colpa non è tua- risposi pulendogli il nasino, -papà è dentro?- chiese la sorella facendomi annuire, -quella donna è una stronza, soldi, soldi e soldi, non si è comportata da adulta e papà, boh, non mi interessa cosa succede- spiegai, -se l'hai lasciata dentro con papà allora si che è cattiva- mi diede ragione Karine, facendomi sorridere.
-Sistemato tutto- annunciò l'uomo scendendo i gradini e raggiungendoci alla panchina, -andiamo che la mamma non ha mangiato?- domandò facendoli annuire e poi correre verso la macchina.

In macchina lo guardai leggermente preoccupata ma poi non ci pensai più.

Arrivati a casa, obbligai i bambini a fare i compiti finché, verso le sei, uscii con Karine per andare dalla pediatra.
-Quando tornate ti va di mangiare fuori?- disse Stephen appena risposi alla chiamata, -si va bene, ora però ti lascio che andiamo dalla dottoressa- lo salutai indicando poi alla bambina di entrare nella stanza.
Fece una visita completa concentrandosi poi sul problema principale, -è normale- affermò, -le prime mestruazioni arrivano in qualsiasi momento e a lei sono arrivate ora, l'unica cosa per non rovinarle l'infanzia è sperare che ritardino- spiegò facendomi annuire, -è quello che speravo- risposi facendola sorridere, -quindi aspetti il prossimo mese, io sono sicura che non le avrai per un altro pó- parlò, rivolgendosi poi alla piccola, -ha una figlia bellissima comunque, assomiglia al padre vero?- finì mentre stavamo uscendo dalla stanza, -ovviamente si e grazie mille per tutto, alla prossima- la salutai stringendo poi la manina alla bambina.
-Prendiamo un gelato?- domandò facendomi annuire, -basta che non lo dici a tuo fratello se no si arrabbia- la avvisai facendola annuire.

Ritornate a casa mi cambiai per rimanere più comoda ma appena uscii dal bagno arrivò Stephen, -guarda qui- parlò mostrandomi il cellulare, -chi è?- chiesi confusa, visto che mi aveva mostrato la foto di un uomo, -non lo conosci?- domandò osservandomi ma scossi ancora la testa, -ora lo ammazzo- annunciò uscendo dalla stanza, -mi spieghi almeno?- urlai rincorrendolo, -dopo, voi preparatevi io torno per le nove emmezza- spiegò dirigendosi verso il garage, sempre con me alle calcagna, -dai spiegami velocemente- insistetti fermandolo nel chiudere la portiera, -dopo, tu se vuoi vediti prima con le altre, poi ci incontriamo tutti direttamente al ristorante ok?- ribatté facendomi annuire, -mi spieghi tutto dopo però- lo avvisai facendolo annuire, -e stai attento- continuai rientrando in casa.

Povs Stephen

Salito in auto, mi diressi velocemente nell'albergo del mafioso americano, che si era permesso di nominare Jasmine inventandosi di aver lavorato con lei. Appena entrai nell'edificio non guardai neanche la ragazza alla reception che subito presi le scale salendo al quinto piano; sparai alla fessura della chiave in modo da romperla, aprendo poi la porta ed entrando nella stanza; -che bella sorpresa eh- parlai guardandolo, ma senza ricevere risposta, -adesso tu spiegami- continuai prendendolo dal colletto e sbattendolo contro la tv, -capisci ora che è stato stupido nominarla?- domandai facendolo subito annuire, -bene, bravo- ammisi lasciandolo, -siediti sulla sedia- gli ordinai indicandogliela con la testa, -so che nel Stati Uniti per torturare qualcuno gli bruciate qualche parte del corpo vero?- chiesi facendolo annuire, -sai in Russia come facciamo? Lo apriamo in qualsiasi punto e poi lo teniamo in vita così che parli e intanto soffra dannatamente, sperando e sperando di poter sopravvivere ma non succede mai, chi lo fa però subisce la tortura finale, e sti figli di puttana sono sfortunati, perché usiamo dell'acido che prima bevi, e poi ti ci fai il bagno, ed è come bruciare vivi, solo che prima ti si squaglia lo stomaco e poi il resto- spiegai fissandolo negli occhi, -non credo che tu ci arriveresti, quindi perché non passare direttamente a quel punto?- finii, progendogli un bicchierino, che tremante ingerì. Per causargli un pó più di dolore lo incatenai alla sedia con due coltelli che gli trapassarono entrambe le mani e, mentre lo guardavo morire lentamente mi fumai una sigaretta. -Войдите (entra)- urlai appena bussarono, -è nella fase di fuoco puro, divertiti, però prima voglio un bagno con l'acido- spiegai a David che annuì, -что я сделал бедняга? (cos'ha fatto sto poveraccio?)- chiese guardandolo mentre urlava, -ha nominato Jasmine e non c'entrava neanche nulla- spiegai facendolo annuire, -иди, если хочешь, я живу рядом с тобой нет (vai se vuoi, io abito qui vicino, tu no)- aggiunse facendomi annuire, -lascia il corpo qui poi, che lo trovi le polizia- ordinai facendolo annuire di nuovo.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora