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Appena rientrai in casa vidi David tenere in piedi mio figlio, che guardò prima suo padre, come per dirgli, dopo ne parliamo bene, e poi guardò me, che andai subito ad abbracciarlo. -Stai bene?- domandai facendolo annuire sorridente, prima di abbracciarlo ancora; -vai a farti una doccia- continuai dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia, -puoi venire con me?- continuò facendomi annuire stranita, ma prima di raggiungerlo, mi venne un'idea. -Karine- urlai andando da lei in cucina, -se arrivano i genitori di Tiana, tu di che rimane a dormire con te, anche se sanno che stanno insieme- spiegai facendola annuire poco convinta, -perché?- chiese, -così lui non pensa tanto al dolore- ammisi prima di andarmene.
-Mi aiuti?- chiese appena entrai nella sua camera, -sai da quanto non me lo chiedi?- domandai incredula facendolo ridere. Lo aiutai a spogliarsi e poi lo accompagniai in vasca; -non dirmi cos'è successo perché sto già male, parlane con tuo padre- lo avvisai mentre lo insaponavo, -si tranquilla, com'è? Ti piace?- chiese facendomi annuire, -è tanto bella- risposi sorridente, -che scema, non le ho neanche detto che può lavarsi, aspettami che arrivo- lo avvertii velocemente uscendo dalla stanza. -Sei qui da sola?- domandai appena la vidi seduta sul divanetto, -si, delle persone sono uscite, il signor Sokolov è andato di là- spiegò facendomi annuire, -fai come se fosse casa tua, ti accompagno a farti una doccia ok?- chiesi facendola annuire, -Karine- la richiamai vedendola con un piatto di riso in mano, che consegnò alla ragazza davanti a me. Sorrisi fiera prima di ritornare su; -te la chiamo?- domandai appena lo vidi già vestito, -devo parlare con papà- disse subito, -parli dopo con papà, con tutte le telecamere che ha sulle macchine e gli agganci figurati se non sa già cos'è successo, tu ora stai qui dentro, ti porto da mangiare, aspetti che la ragazza si lavi e poi non mi interessa- gli elencai tutto facendolo sorridere incredulo. Mentre scendevo le scale, dopo aver incontrato Karine e Tiana che salivano, mi bloccai immediatamente appena sentii che avevo le mutande bagnate, sbuffai visto che da quando ero incinta mi capitava spesso, finché, facendo un altro passo, senti un quintale d'acqua scorrere lungo le mie gambe.

Mi sedetti sul gradino impaurita finché non urlai il nome di Stephen, -non voglio- parlai appena lo vidi davanti a me, -andate- parlò ai ragazzi che erano lì, che mi salutarono prima di uscire, tranne David; -sono arrivati tutti- commentai cercando di non pensarci, -già, ora aspetta che prendo la borsa- mi avvertì correndo su, facendomi rimanere insieme all'altro uomo che mi guardò non sapendo cosa fare, -almeno dopo tutti sti casini- iniziò non riuscendo a terminare la frase, -taci- gli ordinai facendolo annuire. -Mamma- parlò Karine scendendo le scale insieme al padre, -non venite tutti- mi lamentai, -io vengo- parlò subito mia figlia facendomi annuire, -che succede?- domandò Diego raggiungendoci, -le si sono rotte le acque- spiegò Stephen aiutando ad alzarmi. -Chi me l'ha fatto fare?- domandai facendo ridere l'uomo accanto a me, -non ridere, che è solo colpa tua- mi arrabbiai con lui facendolo ridere di nuovo, -ok scusa- parlò subito dopo appena mi girai a guardarlo male.

Saliti in macchina iniziai a respirare per alleviare, anche se non succedeva, il dolore delle contrazioni. -Come va?- domandò Karine stringendomi la mano, -fa male- ammisi facendola annuire, -è nato un mese prima- ricordai girandomi verso Stephen che stava guidando, -tranquilla- rispose sorridendomi, -non ci riesco- sussurrai iniziando a piangere impaurita, stringendo la mano di mia figlia per il dolore.

Appena arrivata in ospedale mi portarono nella stanza dove avrei partorito, con la carrozzina, per poi dirmi che da lì a poco sarebbe arrivata l'ostetrica. -Tranquilla- parlò Stephen accarezzandomi i capelli, -ci provo- risposi mentre facevo respiri profondi per via del male.

Passate due ore dal mio arrivo era arrivato quasi il momento di tirare fuori lui o lei, e per questo ero molto emozionata. Sinceramente spero che sia maschio, non so il motivo ma, ovviamente, se nascerà femmina non ci saranno problemi.

-Vuoi qualcosa da mangiare?- domandò Stephen facendomi scuotere la testa, -voglio solo che esce- sussurrai già stanca dal dolore facendolo sorridere dolcemente. -Allora- entrò l'ostetrica sorridente, -è il momento- parlò sicura dopo aver controllato che la cervice si fosse dilatata abbastanza. -Senti dolore?- domandò facendomi annuire, -non tanto però- aggiunsi stringendo subito la mano di Stephen, -appena ti dico spingi, inizia a spingere- mi avvertì facendomi annuire subito. Dopo vari minuti, sentii il bambino uscire, senza però piangere. Mi spaventai immediatamente, finché me lo diede in braccio e lo vidi con gli occhiettini aperti, -ciao patato- sussurrai accarezzandogli le braccia, -mi dispiace interromperla, dobbiamo visitare suo figlio- mi richiamò l'infermiera, facendomi annuire, prima di passarglielo.

Per quell'ora che non avevo in braccio mio figlio, guardai Karine muovere la gamba dal nervoso, facendomi sorridere. -Adesso lo portano, sta bene, è tutto a posto- spiegò guardandomi felice facendomi rilassare sopra al lettino, -mi hanno detto che se sei stanca puoi dormire, lo nutrono loro ora- continuò accarezzandomi I capelli e lasciandomi un bacio sulle labbra, -lo allatto prima- sussurrai, -amo quello che hai appena detto, ma non riesci neanche a tenere gli occhi aperti, dormi- sussurrò accarezzandomi la mano che era già intrecciata alla sua.

Appena mi svegliai ero ancora nella camera dell'ospedale: le borse erano già pronte, questo voleva dire che stavano aspettando solo me per andare. -Ei- lo richiamai facendogli alzare subito lo sguardo dal bambino che aveva in braccio; mi guardò e subito mi sorrise, alzandosi e dandomelo in braccio. -Volevo che fosse un maschio- ammisi sfregando dolcemente il mio naso con il suo ancora piccolino, -non abbiamo ancora deciso il nome- mi ricordò, -sceglilo tu- proposi guardandolo, -so che lo hai già pensato- continuai sicura facendolo sorridere, -o noah o ethan- rispose rispondendo poi al telefono. Nel momento in cui uscii dalla stanza arrivò la dottoressa; -l'ultimo controllo, poi potete andare- parlò facendomi annuire, -lo abbiamo nutrito un'ora fa, penso che tra poco avrà fame- aggiunse guardandomi sorridente, -ti faccio la visita, poi puoi andare- ripeté facendomi annuire.

-Karine?- domandai appena rientrò in stanza, -non si reggeva in piedi- rispose prendendo il bambino, così da potermi alzare e cambiarmi; lo guardai mentre lo cullava e sorrisi teneramente.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora