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La mattina dopo, appena mi svegliai, trovai tutti ancora a dormire così, dopo essermi alzata dal letto, andai in bagno a lavarmi la faccia e i denti; -che fai?- domandai appena vidi Stephen che usava il cellulare, -c'è un problema- disse guardandomi serio, -di che tipo?- continuai andando a vestirmi, indossando una semplice tuta nera e delle scarpe da ginnastica, -del tipo che ti chiudi in casa finché non torno- rispose baciandomi subito dopo, -non uscite, e le porte non verranno aperte se non da te, attenta- continuò consegnandomi un piccolo telecomando, -attento tu per favore- ribattei accarezzandogli una guancia, prima di farlo entrare in bagno.
Pensai a quello che mi aveva detto e guardai mia figlia dormire sul letto. -Non succederà nulla- parlò Stephen interrompendo i miei pensieri, -so a che pensavi- continuò facendomi sorridere tristemente, -tu per favore muoviti e torna presto- ripetei abbracciandolo, -si amore, ti chiamo dopo- finì baciandomi prima di uscire.
Controllai l'ora e vedi che erano le dieci: per non creare problemi attivai subito il sistema di sicurezza e dopo aver messo il piccolo telecomando in tasca scesi giù per farmi qualcosa da mangiare. Scelsi il porridge con fragole e un pó di caffè.

-Ei- sussurrai appena vidi il piccolo bambino entrare in cucina, che senza neanche rispondermi si sedette in braccio a me, -vuoi qualcosa da mangiare?- domandai facendolo annuire, -solo il latte- rispose così dopo averlo appoggiato sulla sedia, preparai il latte caldo mettendolo dopo nella sua tazza di Cars, -attento che un pó scotta- lo avvisai continuando a mangiare la mia colazione. -Mamma- mi chiamò Karine così, dopo aver acceso al bambino la televisione, la raggiunsi di sopra, -usciamo oggi?- chiese appena uscì dal bagno, -no oggi no- risposi accarezzandole una guancia, -e papà dov'è?- continuò uscendo poi dalla camera per andare nella sua stanza, -è uscito- risposi, -e perché lui può e io no?- ribatté guardandomi arrabbiata e sbattendo i piedi per terra, -Karine non fare i capricci, scendi giù e fai colazione- la sgridai così, dopo un pó di tempo, scese giù a mangiare.

Era passata qualche ora e Stephen si era fatto sentire solo una volta; mi stavo guardando un film mentre Diego giocava e Karine che, ancora arrabbiata, continua a fare i dispetti al fratello. -Che hai oggi?- urlai stufa di sentirli continuamente litigare, -perché deve essere sempre colpa mia?- rispose sbattendo il piede sul pavimento, -perché hai sempre questi momenti in cui vuoi dare fastidio a tutti e lui vuole giocare, se c'è qualcosa che non va bene me lo dici, se non hai nulla da dire invece vai in camera tua, e non scendere finché non hai capito- finii guardandola arrabbiata.
Cercai di calmarmi, provando anche a giocare con Diego ma non ci riuscii e così salii al secondo piano per parlare con la bambina; -che fai?- domandai guardandola mentre era sdraiata sul letto, -non ti interessa- rispose girandosi e dandomi le spalle, -dai non fare così- parlai sdraiandomi accanto a lei, abbracciandola subito dopo, -anche a me capita di svegliarmi nervosa, l'unica cosa che devi fare è non farti condizionare, che poi ti rovini un'intera giornata- continuai lasciandole un bacio, -la smetti di farmi il broncio?- finii facendola poi sorridere, -si- sussurrò girandosi e abbracciandomi, -dai scendiamo che Diego è da solo- parlai dopo, alzandomi dal letto, prima di scendere insieme a lei.

-Cosa volete fare?- domandai entrando e facendo il solletico al bambino che iniziò subito a ridere, -papà dov'è?- chiese Karine così lo chiamai; -tutto bene?- rispose subito, -si, dove sei?- continuai sedendomi poi sul divano, -non vuoi saperlo credimi- ammise facendomi un pó preoccupare, -dimmelo lo stesso- insistetti facendolo sbuffare, -rimani in linea che mi sta chiamando David- mi avvertì prima di rispondere al ragazzo: appena finii di parlare con lui continuammo la nostra conversazione.
-Tra poco arriverà David- mi avvisò, -dimmi che succede senza continuare a fare così- sbottai nervosa dal suo comportamento, -ho paura che qualcuno sappia che siate li- ammise a bassa voce, -li preparo quindi? Cazzo io non so come comportarmi- continuai attenta che i due piccoli non sentissero, -cattiva, devi essere cattiva- rispose, -tu appena arriva David esci, vai con lui da qualsiasi parte, io parto ora da qui, ci metto un'ora-, -e se dovesse succedere qualcosa?- continuai ansiosa facendolo respirare, -non succederà niente e se accadesse, molti inizieranno a temerti- rispose facendomi sorridere, -tu ora preparati, appena David arriva ci sentiamo- finì salutandomi prima di chiudere la chiamata.
-Bambini- urlai sentendoli poi correre, -cambio di programma, adesso arriva lo zio ed usciamo- urlai facendoli divertire, sopprattutto il bambino, -e poi?- chiese Karine, -poi ci divertiamo, decidi tu cosa fare ok?- parlai cercando di farla contenta, -ora preparatevi, io vi aspetto qui, dieci minuti eh- parlai vedendololi poi salire le scale.
Pensai ai mille modi in cui tutto sarebbe potuto andare male così, dopo aver preso pistola e fucile d'assalto dall'ufficio di Stephen, andai in garage per sistemare l'auto che avevo scelto: veloce, sicura ed antiproiettile.

Dopo aver preso anche qualcosa da mangiare e un pó si soldi, aspettai i bambini prima di farli entrare in auto. Aspettammo David per altri dieci minuti e appena arrivò, salutò i bambini prima di sedersi e guidare.
Per tutto il viaggio scherzò con i miei figli, facendoli divertire molto, -tutto bene?- chiese guardandomi serio, -più o meno, sto morendo di paura- sussurrai, -non succederà nulla, tra poco vediamo Stephen, anzi mi sa che è già arrivato- ammise controllando i cellulare, -si è li- si aggiunse Karine vedendo il padre seduto sul cofano della sua auto.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora