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Mi sdraiai sul letto, spinta da lui, che iniziò a baciarmi le cosce passando sopra la mia intimità e salendo al seno e poi al mio viso, -che devo fare con te?- domandò baciandomi, -dobbiamo parlare di questo ora?- sussurrai allacciando le gambe ai suoi fianchi, spingendo la sua intimità contro la mia, -come vuoi- rispose, -ma ti voglio a novanta- continuò facendomi sorridere, -tu baciami ed io mi metto come vuoi- ribattei avvicinandolo a me, -non comandi tu, ricordatelo- rispose staccandosi da me, -girati- ordinò di nuovo osservandomi, ma non mi mossi, -girati- ripeté con voce più alta guardandomi più intensamente. Ricambiai lo sguardo e poi sorrisi alzandomi, -no oggi proprio non mi va- parlai spostandolo, vedendo nei suoi occhi un miscuglio di rabbia, eccitazione e di confusione, -non ti va?- domandò incazzato facendomi ridere, senza farglielo notare però, -no- risposi infilandomi le mutande, -cosa?- continuai, notando che mi stava osservando, -ritorna- ordinò indicando il materasso, -no- risposi contenendomi dal non ridere, -no?- domandò avvicinandosi a me, -sei sicura?- chiese accarezzandomi la guancia facendomi annuire, -al cento per cento?- continuò ma senza il minimo avviso infilò due dite nella mia vagina, -non mi sembra, sei fradicia- sussurrò baciandomi il collo, -continuo?- domandò ma oramai sapeva perfettamente di avermi in pugno, -farai tutto quello che ti dico adesso- finii iniziando poi a darmi piacere.

-Che ore sono?- domandai abbracciata al suo petto, -quasi le due emmezza- rispose controllando il suo orologio al polso, -tra un'ora usciamo che andiamo a prendere l'aereo- mi avvisò accarezzandomi una natica, -io non vengo- parlai alzandomi per guardarlo, -perché mi devi far incazzare?- ribatté subito guardandomi negli occhi, -ti porto lì a forza, ti avviso, poi fai quello che vuoi- rispose stringenomi a se, -e non scappare, ti trovo e sei finita- aggiunse  facendomi sbuffare, -lasciami- ordinai nervosa dal suo comportamento, -non ti lascio- rispose accarezzandomi la schiena e lasciandomi un bacio sulle labbra, -mi fai incazzare- ammisi dimenandomi, ma era troppo forte, -calmati, se no ti faccio calmare io- minacciò facendomi arrabbiare, -sempre con queste minaccie- parlai schifata ma mi prese il viso con l'unica mano libera, -stai ferma se no giuro che non ti faccio camminare per giorni- minacciò di nuovo, -fallo- ribattei pensando che si riferisse al fatto di non farmi più uscire di casa, ma in pochi secondi mi penetrò, facendomi urlare il suo nome.

Ero appena uscita dalla doccia e quello che era successo, anche se stancate, era stata la scopata più bella che avessimo mai fatto, e, anche se il suo comportamento mi dava fastidio e il fatto che decidesse tutto lui mi dava sui nervi, non avrei mai potuto non ascoltarlo, sopprattutto per i bambini; questo non vuol dire che non continuerò a lavorare, anche se mi terrà chiusa in casa, come succederà, continuerò a lavorare, grazie all'aiuto di Roxana e Melania.

-Pronta?- chiese entrando in bagno, -si- risposi allacciandomi i jeans, -avrai freddo con questa canotta- continuò facendomi sorridere, -tranquillo mi copro- lo avvisai passandogli accanto, andando a prendere il mio telefono e la borsa che avevo portato con i miei vestiti dentro.

-Sappi che mi stai portando via contro la mia volontà- parlai ad un certo punto facendolo ridere, -e?- ribatté divertito, -e sei uno stronzo- continuai incazzata, -mi hai sposato sei anni fa ed ora te ne rendi conto?- domandò fermandosi davanti al suo jet privato, -se continui a insistere ti scopo un'altra volta- finii facendomi arrossire, -fai pure, non pensare che non mi piaccia, anzi, potresti farlo per tutto il giorno- risposi scendendo dalla macchina, seguita da lui.

Appena entrata nell' aereo mi accomodai sulla poltrona aspettando l'arrivo di Stephen che entrò poco dopo, -lo so che sei arrabbiata ma lo faccio solo per te- spiegò facendomi sbuffare, -non parlarmi di questo se no mi incazzo con te- lo avvisai facendolo sorridere, -litighiamo allora, tanto finirà sempre allo stesso modo- propose facendomi ridacchiare, -non ti stanchi mai?- chiesi sorpresa incrociando le gambe, -lo conosci meglio tu di me, mi sono mai stancato?- domandò facendomi scuotere la testa, -non cambi mai- affermai sedendomi poi accanto a lui, -neanche tu, rimani sempre la donna più meravigliosa e testarda che io abbia mai visto- continuò mentre appoggiavo la testa sulla sua spalla, -tu sei il testardo- precisai volendolo stuzzicare, -io sono testardo quando serve- ribatté ma in quel momento avevo solo voglia di lui, così per evitare di dargli questa soddisfazione, dopo quello che aveva fatto oggi, non gli risposi e provai ad addormentarmi, non riuscendoci per c1olpa del calore nel basso ventre.

-Che c'è? Continui a muoverti- parlò  dopo una decina di minuti, -nulla- risposi cercando di non farglielo capire, visto che riusciva sempre ad arrivarci, -sicura?- insistette facendomi annuire, così, poco convinto, continuò a lavorare. -Tu hai qualcosa- annunciò alzandosi e accovacciandosi davanti a me, -non ho niente- ripetei ma sul suo viso vidi subito spuntare un sorriso, così mi alzai per andare in bagno ma appena entrata in quest'ultimo, mi girò verso di lui, schiacciandomi tra lui e la parete, -lo abbiamo fatto tutto il giorno e hai ancora voglia?- domandò stupito accarezzandomi l'intimità da sopra i pantaloni, -non è colpa mia se sei bravo- sussurrai sentendo il suo amichetto, oramai duro come il marmo, a contatto con la mia parte sensibile, divise solo dai vestiti, -chiedi e ti sarà dato- parlò baciandomi sotto il lobo dell'orecchio destro, scendendo poi verso il collo e toccandomi il seno, contenuto solo da una semplice canotta, -io non chiedo- lo avvisai facendolo divertire, -oggi invece si- insistette guardandomi negli occhi, -scopami- ordinai facendolo sorridere, -chiedilo- ripeté facendomi eccittare ancora di più, -per favore scopami- sussurai oramai impaziente, -posso accettarlo-.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora