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Dopo aver passato la serata in compagnia, alle undici portai a letto i bambini nella nuova casa, così da rimanere insieme a David e Stephen, finendo a parlare di ricordi.
-Nessuno te lhai mai detto però l'uomo che hai sposato, da quando ti conosce, è diventato sempre più cattivo e spietato- parlò David facendomi girare lo sguardo verso l'uomo accanto a me, che lo guardò malissimo, -quindi posso ritenermi fortunata di averlo visto lavorare poche volte- commentai continuando a guardarlo negli occhi, -sono il capo mafia della Solntswvskaya è normale che io sia cosi- rispose ricambiando il mio sguardo, -David, ogni tanto mi mente- iniziai io indicando mio marito, -e non capisco se lo fa perché non vuole farmi preoccupare, o perché teme la mia reazione- continuai facendo ridere Stephen, -mento a tutti e lo faccio perché voglio prima risolvere il problema, invece di perdere tempo- rispose facendomi alzare un sopracciglio, -ed io non sono tutti, non mentirei mai a te- risposi subito, -l'hai fatto- mi rinfacciò, -tu lo fai sempre quindi non continuare a parlare- ribattei guardandolo incazzata, -io vado, ciao- salutò David prima di uscire.

Rimanemmo lì, in silenzio, per quasi dieci minuti finché non parlai, pentita di come era andata la precedente conversazione; -ti amo- sussurrai andando a sedermi vicino a lui, -amo come mi hai guardato la prima volta, amo come mi hai protetta, amo come mi hai sempre scopato- iniziai facendolo ridere, -amo come sei diverso con me, amo sopprattutto il fatto di come mi tratti, nonostante nella mafia le donne non abbiano molto potere, tu ti sei fidato di me e mi hai amato senza farti troppi problemi, e quindi signor Sokolov, le chiedo di farmi un sorriso, di portarmi a letto, e di farmi quello che vuole- sussurrai leccandogli il lobo dell'orecchio, facendolo finalmente impazzire.

Mi adagiò sul materasso mettendosi poi sopra di me, -tu mi sfidi- ansimò baciandomi, scendendo poi verso il collo, verso il seno, che sembrava apprezzare molto, e poi arrivò proprio nel punto più sensibile, iniziando a lasciarci baci e sempre più baci, tant'è che piano piano cominciai a gemere sempre più forte. Finì il suo lavoretto prima che potessi venire ritornando poi alla mia altezza, -ti faccio tutto quello che mi pare- ripeté facendomi eccittare ancora, -sono a tua disposizione- sussurrai sopra le sue labbra, vedendo nei suoi occhi il desiderio aumentare.
Continuò con i suoi giochetti erotici ma, senza che se lo aspettasse, presi io il comando, sedendomi sopra il suo amichetto, -se mi muovo- iniziai causandogli piacere, -e se non lo faccio impazzirai- continuai, abbassandomi per baciarlo, iniziando poi a sfregare la mia intimità contro la sua, -questo no- sussurrò ansimando e, più aumentavo la velocità, più lo vedevo godere e questa cosa mi rendeva felice. Per finire, dopo averlo provocato senza fargli raggiungere l'apice, infilai il suo membro caldo dentro il mio corpo, iniziando prima con spinte lente per poi finire a scambiarci di nuovo i posti, mentre Stephen, con spinte decise e forti, mi faceva raggiungere l'orgasmo.

Appena mi ripresi, mi girai verso di lui, appoggiando la testa sul suo petto, -tutto bene?- domandò facendomi annuire subito, -posso farti una domanda?- chiesi facendolo annuire, -se ti dovessi stancare del mio corpo me lo diresti?- parlai ma non spostò gli occhi dai miei, -non so come fai ma ogni tanto mi fai infuriare- parlò abbassandosi in modo da potermi guardare in faccia, -tutto il tuo corpo per me è il paradiso in terra, sei bella Jasmine, non hai neanche bisogno di fartelo dire, poi da me, che appena ti vedo, anche coperta da una tuta, mi viene voglia di fare l'amore fino allo sfinimento- ammise accarezzandomi la guancia, scendendo poi verso il collo, il seno, la vita e la gamba avvinghiata alle sue dove iniziò a tracciare sopra tanti piccoli cerchi mentre nello stesso momento mi faceva sentire sicura e spensierata, pronta, per la milionesima volta, a godermi la vita insieme a lui. -Mamma- mi richiamò Diego spuntando dalla porta, -la mamma è stanca amore, dimmi a me- rispose Stephen indossando le mutande prima di alzarsi.

Pov's Stephen

Dopo aver tranquillizzato il bambino che aveva fatto un brutto sogno, lo appoggiai sul ripiano della cucina per preparargli del latte caldo, -posso dormire con voi?- chiese facendomi intenerire subito, -certo, se vuoi va dalla mamma, te lo porto in camera- risposi prendendolo e appoggiandolo sul pavimento sentendolo poi correre in camera.
-принцесса (Principessa)- la richiamai vedendola, -come mai ancora sveglia?- continuai capendo che non aveva dormito, -non dirlo a mamma ma ho finito un altro libro- rispose a bassa voce, facendomi sorridere fiero, -promettimi che quando sarai grande scriverai un libro e me lo farai leggere- dissi facendola annuire contenta, -dormi con noi?- continuai prendendo il bicchiere di latte e lei in braccio, prima di ritornare in stanza. Appena entrai rimasi incantato dalla bellezza di mia moglie che, appena uscita dalla doccia, aveva i capelli bagnati e indossava una canottiera bianca e delle mutande dello stesso colore. Appena si girò mi sorrise correndo poi verso di me e lasciandomi un bacio, -Diego- sussurrò dopo prendendomi la tazza dalle mani e portandola al bambino che stava dormendo sul lettone, -attento- lo avvisò appena alzò la schiena per bere; intanto appoggiai anche io la bambina sul materasso e poi entrai in bagno per lavarmi velocemente.
Appena ritornai ammirai i bambini sdraiati sul letto e dopo qualche secondo arrivò anche Jasmine, -dai vieni- parlò mettendosi al lato del letto, così, dopo aver controllato che sul telefono non ci fosse alcun tipo di messaggio, mi sdraiai sul materasso, abbracciando la donna che stava coccolano entrambi i nostri figli.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora