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-Karine ci sono le tue amiche- urlai appena feci entrare quest'ultime in casa, -volete qualcosa?- domandai facendo scuotere la testa a Ksenya, una ragazza che aveva conosciuto o a scuola o tramite qualche altra ragazza, non ricordo. -Perché corri?- chiesi appena vidi mia figlia scendere le scale, -perché papà mi ferma se mi vede, uscite- ordinò alle sue amiche che corsero fuori salutandomi. -Stephen- lo chiamai vedendolo spuntare dal corridoio, -devi uscire anche tu?- domandai appena lo vidi con la camicia bianca e i pantaloni gessati, -si- rispose facendomi annuire tristemente, -e cosa devi fare?- continuai accarezzandomi il ventre, -incontro di lavoro- rispose spostandomi i capelli dietro l'orecchio, -mh- risposi abbracciandolo, -torno il prima possibile, se no vieni, era una festa ma mi presento solo alla fine- spiegò facendomi scuotere la testa, -invita le altre- propose, -no, avranno anche loro da fare- risposi sicura, -chiedi almeno- insistette, -non ti preoccupare, vai- sussurrai lasciandogli un bacio.

Pov's Stephen

Uscii di casa e nel momento esatto in cui accessi l'auto mi sentii in colpa per averla lasciata a casa da sola, di sabato, che era l'unico giorno in cui non lavoravo. -Vai tu all'incontro?- domandai a David, -sono con Leila- rispose in russo, facendomi sorridere, -falla venire da me, almeno si fanno compagnia- proposi sentendolo poi accettare. -Io sono fuori casa, con la macchina, sta arrivando la fidanzata di David- parlai a Jasmine tramite telefono, che chiuse la chiamata poco prima di aprire la porta principale. -E perché sta arrivando?- domandò stringendosi nel suo pigiama bianco, -così non rimani da sola?- domandai ovvio andandole incontro, -non puoi disturbare gli altri perché rimango da sola- disse allacciando le braccia intorno al mio collo, -tanto doveva venire lo stesso David, vi fate solo compagnia- spiegai appoggiando la testa nell'incavo del suo collo, -tu lhai mai vista la ragazza di Diego?- chiese dopo facendomi annuire, -e com'è?- domandò felice, -bella, ha gli occhi verdi e i capelli neri- spiegai guardandola annuire, -anche io voglio vederla- ammise, -io l'ho vista perché lavoro con il padre, parlerò con Diego e organizziamo qualcosa- pensai facendole scuotere la testa, -magari non gli va e basta, non costringerlo-.

Passati una decina di minuti arrivò una Mercedes bianca, che si parcheggio dietro alla mia auto: salutai Jasmine e poi salii in macchina.

Arrivato davanti alla villa dell'uomo che avrei dovuto incontrare, notai subito che fuori, nel giardino, si trovavano i genitori di Tiana. Accesi
una sigaretta dirigendomi da loro; appena il padre mi vide sorrise ricambiando la mia stretta di mano, -senza peli sulla lingua, dobbiamo organizzare qualcosa per far incontrare mia moglie e la tua- disse facendo annuire la donna accanto, -quando volete- accettai notando subito dopo la persona che avrei dovuto incontrare a pochi metri di distanza, -sai dove trovarmi, quando vuoi organizziamo- lo salutai girandomi per guardare David e avvisarlo di seguirmi.

Stavamo discutendo da quasi mezz'ora come e quando organizzare uno scambio, lui mi dava i soldi, e io gli consegnavo la droga: anfetamine, eroina e morfina. Subito dopo aver finito mi squillò il telefono e appena risposi sentii la voce di una ragazza, -sono in macchina con Diego, ci stavano sparando e lui li ha fatti fuori, è rimasto ferito, continuo a premere sulla ferita- spiegò velocemente, -Tiana calmati, se è sveglio fagli premere la ferita se no guida velocemente, ci vediamo a casa nostra- ordinai avvertendo con la testa a David di andare a casa mia.

Uscii di corsa senza preoccuparmi di avvisare i genitori della ragazza e, seguendo la posizione che avevo sul telefono, mi ritrovai dietro alla macchina di Diego, che da lì a pochi minuti sarebbe arrivata davanti al cancello. -Tu stai bene?- le chiesi appena si fermò davanti al portone, -si- annuì facendosi da parte per permettermi di prendere mio figlio. -Chiama Malcom- parlai appena entrai in casa e vidi Jasmine, che mi guardò terrorizzata, prima di fare quello che le avevo detto, -sono una specializzanda in chirurgia, se mi date una pinzetta, alcool e un asciugamano posso aiutarlo- parlò Tiana guardando sopprattutto la madre che annuii immediatamente. Lo appoggiai sopra al tavolo in cucina e dopo aver guardato bene la ragazza, mi fidai e le lasciai tutto il necessario per togliere il proiettile, mentre rimanevo li in caso le servisse aiuto. -Stephen- parlò Malcom entrando nella stanza, -ha iniziato- lo avvisai facendolo annuire, mentre la guardava lavorare senza spiccare parola; -ago e filo, posso chiudere- mi guardò così le sorrisi per tranquillizzarla, -vado da Jasmine- avvisai uscendo dalla cucina, trovandola seduta sulle scale, con la ragazza di David affianco, -Karine sta arrivando- la avvisai facendola annuire, -tutto bene?- domandò, -cos'è successo?- continuò mettendosi davanti a me, -non lo so, me lo faccio raccontare quando lui si sveglia- spiegai accarezzandole la guancia rossa, -tu tranquilla- sussurrai dopo abbracciandola stretta a me, -hai chiamato i genitori di lei?- domandò facendomi scuotere la testa, -li chiamo ora- dissi subito dopo facendola annuire.

Pov's Jasmine

Lo guardai uscire di casa con il telefono all'orecchio, mentre io mi rigirai verso Leila, che mi sorrise, -se vuoi andare da tua figlia vai, non ti preoccupare- la avvertii, -vado a prenderla io se vuoi, e la porto qui- si intromise David appena tornato con Karine, -è fuori con Stephen- mi avvertì quest'ultimo facendomi annuire. Li raggiunsi fuori vedendo Stephen che l'abbracciava mentre parlava al telefono, -stanno arrivando- disse accarezzandole i capelli, -sta tanto male?- domandò lei appoggiando la testa sul suo petto, -no sta bene, pochi giorni e tornerà come prima- la tranquillizzò notando me appoggiata allo stipite della porta, -entra e vai da lui, Malcom doveva svegliarlo per capire cos'è successo- le sussurrò lasciandole un bacio in fronte. Appena si girò mi abbracciò immediatamente, -puzzi di fumo- sussurrai sorridendole, prima di farla entrare; -vieni- parlò tirandomi verso di lui, -lo so che sei arrabbiata- disse facendomi annuire, -sono arrabbiata perché non posso fare niente, come oggi- parlai con il magone appoggiandomi a lui, -è stato molto bravo, dieci contro uno- spiegò facendomi sorridere leggermente, -ti amo- parlò costringendomi a guardarlo, -e mi dispiace che sia accaduto, ma quando è successo a te non ti sei arrabbiata- mi ricordò facendomi ridere leggermente, -come potrei?- domandai incredula sorridendogli, -mi sparavano, ma se eri lì con me non sentivo neanche il dolore- continuai vedendolo sorridere, -spero che per lui sia la stessa con con Tiana- continuai e parlando del diavolo, spuntò lei che ci avvisò che si era svegliato.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora