Mi riaddormentai un'ora dopo, visto che non riuscivo ancora a prendere sonno.
Mi risvegliai alle quattro di pomeriggio, e dopo aver sentito i miei figli, che erano entrambi fuori, ritornai a dormire.
Appena aprii gli occhi erano le sei di sera e, dopo aver ricordato quello che era successo, sbuffai nervosa dal fatto che non avevamo ancora chiarito. Mi alzai, lavandoni la faccia e scendendo al primo piano, per controllare chi fosse in casa; -come stai?- domandò Diego appena mi vide scendere le scale, -più o meno bene, tua sorella?- continuai, -l'ho appena accompagnata dalla sua amica- spiegò facendomi annuire, -tuo padre?- aggiunsi, -mi aveva detto che tornava alle sette- disse ancora facendomi annuire, -vuoi qualcosa da mangiare?- gli domandai facendogli scuotere la testa, -tu hai fame?- chiese dopo facendomi annuire, -per i prossimi mesi la risposta sarà sempre si, non chiedere- lo avvertii provocandogli una risata, -ho voglia di pizza e di torta insieme- pensai ad alta voce, -se aspetti un altro pò decidiamo cosa mangiare, io ho appena finito un panino- spiegò facendomi sorridere, -ti serve una mano con i compiti?- continuai facendolo annuire, -matematica però- precisò, -non sapevo la matematica di quando eri più piccolo, figurati questa- commentai appoggiandomi a lui per vedere se potevo miracolosamente aiutarlo, ma niente.
Cercai qualcosa da fare dopo aver sistemato un pó la camera da letto e il bagno ma quando la porta d'ingresso venne chiusa mi salii quasi il panico: non ero pronta a discutere ancora.
Lo sentii salutare il figlio e scherzare con lui, finché non gli chiese dove fossi io: mi agitai leggermente ma evitai di farlo vedere.-Cosa?- domandai appena lo vidi davanti alla porta che mi guardava, -tutto bene?- chiese facendomi scuotere la testa, -e il motivo sei sempre tu- precisai facendolo sorridere, mentre continuavo a fare qualsiasi cosa per farlo andare via, -dobbiamo per forza continuare a litigare?- domandò dopo sedendosi sopra al letto, -stavamo parlando tranquillamente e hai iniziato ad urlare- gli ricordai, -non puoi dirmi che ti odio- ribatté facendomi sbuffare, -e vaffanculo allora, è colpa tua e basta- parlai uscendo poi dalla camera.
-Cosa c'è?- chiese Diego, -nulla, io esco- parlai velocemente uscendo a sbattendo la porta. Presi la macchina che aveva usato lui quella giornata e decisi di farmi un giro, che durò quasi un'ora emmezza.
Quando rientrai a casa, senza il tempo di fare niente, vomitai nel bagno di sotto; mi sciacquai la bocca e poi provai a mangiare qualcosa. -Papà è uscito- annunciò Karine entrando nella cucina, -non ti preoccupare se litighiamo- parlai sorridendole, -tutto bene? Ti ho sentito vomitare- continuò facendomi annuire, -voglio provare a mangiare qualcosa ma non so che cosa- pensai ad alta voce controllando nel frigo, -voi avete mangiato?- continuai, -io ho mangiato fuori, loro non so- spiegò facendomi annuire ancora, -ci prendiamo un gelato?- le chiesi facendola ridere, -mangi solo gelato?- domandò, -no, magari andiamo al mc- ricambiai idea facendola annuire, -Diego vuoi il mc?- urlai dall'atrio sentendo poi dei passi avvicinarsi, -uscite a quest'ora?- chiese stranito, -sono le nove- risposi divertita, visto che aveva lo stesso comportamento del padre, -vengo anche io- continuò facendomi annuire.
Dopo aver ordinato mangiammo in macchina in un parcheggio vicino al centro; -papà chiede dove siamo- annunciò Karine, -ora mi sta chiamando- continuò, facendomi sorridere. -Vuole parlare con te- mi avvertii dopo passando il cellulare, -cosa?- risposi sentendolo ridere, -mi fai impazzire- disse provocandomi una risata, -felice di essere io il motivo- ammisi bevendo della coca cola, -torna- ordinò, -ammetti che hai esagerato- ribattei sfidandolo, -ti odio?- chiese nervoso, -era un modo per dire che la cosa che ti avrei detto era brutta- spiegai urlando, -poi che cazzo, vostro padre mi odia?- urlai ai miei figli che mi guardarono preoccupati, -no- sussurrò Karine, -dillo a lui- insistetti così fece quello che le avevo chiesto, -visto, non capisci niente- continuai lanciando il telefono sul cruscotto, -perché tutto sto casino?- domandò spaventata, -perché gli dici una cosa e capisce quel cazzo gli pare- spiegai velocemente facendoli ridere entrambi, -sembrate due bambini- aggiunse poi provocandomi una leggera risata, -però vi invidio- continuò facendomi girare verso Diego sbalordita, -vi amate tanto, non tutti hanno la fortuna di trovarlo l'amore, o lo trovano e soffrono come cani- spiegò facendo ridere il fratello, -lo troverai prima o poi, e anche tu, è inutile che ridi tanto, incontrerete la persona che vi renderà la vita più bella- parlai sicura, -spero di non dover essere rapita per incontrarlo- ci scherzò su Karine facendomi venire un pó di paura, ma senza ribattere ritornammo a casa.
-Domani avete scuola?- chiesi appena uscimmo dall'auto, -si, è l'ultimo giorno- risposero insieme facendomi annuire, -fate qualcosa con i vostri compagni?- continuai, -quella scuola è piena di coglioni che credono di spaccare il mondo- spiegò divertito mio figlio, -tu la scuola la finisci- lo avvertii subito facendolo sbuffare, -non mi serve la scuola, devo lavorare- rispose sicuro, -con un diploma- insistetti, -lo studio ti permette di ragionare in tanti modi, e tu non tocchi libro, quindi sei un coglione come i tuoi compagni- si intormise Karine facendomi alzare gli occhi al cielo, -se vi dovete ammazzare, per favore, fate piano- parlai velocemente guardandoli mentre salivano le scale.
Poggiai la borsa sul tavolino accanto all'entrata, poi provai ad accendere la luce ma qualcuno me lo impedì, tenendomi le mani e stringendomi al suo corpo.
-Lo so che sei tu- sussurrai avendo riconosciuto il profumo, -liberati- ordinò al mio orecchio facendomi sorridere, -togli sempre la pistola dai pantaloni- gli consigliai visto che avevo preso quest'ultima puntandogliela addosso, -questa volta saresti morto tu- continui sentendolo ridacchiare, -hai mangiato?- continuò mentre accendevo la luce, facendomi poi annuire, -tu cos'hai fatto?- chiesi io, -un problema con una consegna, sei arrabbiata o no?- domandò tirandomi per il braccio, -ti ho mandato a fanculo e ti ho detto che non capisci un cazzo- ripetei allacciando le braccia al suo collo, -direi di si, sono incazzata- precisai provocandogli un ghigno, -ok ho sbagliato- mi diede ragione facendomi sorridere, -allora no, ti odio- sussurrai lasciandogli un bacio sulle labbra, -avete una camera- si intromise schifata Karine, -ma ci stiamo solo baciando- mi difesi facendole scuotere la testa velocemente, -avete una camera lo stesso dove potete fare quello che vi pare, senza che io vi debba guardare- ripeté entrando in cucina e poi uscendo con una bottiglietta d'acqua.
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Because I don't let you go 3 ||
FanfictionTUTTI I DIRITTI RISERVATI. SEQUEL di, Because I don't let you go. Trovate il primo e il secondo libro sul mio profilo. Se siete qui, o avete letto gli altri due libri o non capite di che sto parlando, quindi andate a leggerli. Spero vi piaccia.