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-È più grande dell'altra- commentai appena vidi la barca, -cosa ce ne facciamo di tutto lo spazio?- continuai girandomi a guardarlo mentre provavo ad aprire la porta per entrare, -servono le chiavi- disse ovvio lanciandomele, -rispondi- ribattei facendolo ridacchiare, -avevo intenzione di procreare, tra virgolette visto che sei già incinta, ovunque- spiegò facendomi scuotere la testa divertita, -mh, prima esci dal porto, poi forse lo faremo ovunque- lo avvertii appoggiando la borsa su una sedia, prima di esplorare.

-Ci sono sei idromassaggi e una piscina anche fin troppo grossa, che senso ha se è una barca?- domandai raggiungendolo sul ponte di comando, cioè dove si guida la barca, -l'ho pagata e non vuoi sapere quanto- rispose facendomi sbuffare, -mi vado a rilassare, poi trovami- lo avvertii iniziando già a spogliarmi, così, per provocarlo un pó.

A mollo nell'acqua calda di uno dei troppi idromassaggi, nuda, sentii dei passi finché non arrivò Stephen davanti a me, -dove siamo?- domandai facendogli spazio, -chissene frega- rispose tirandomi subito verso di lui, -sei impaziente- lo presi in giro accarezzandogli la nuca, -mh, sei nuda davanti a me- sussurrò iniziando a baciarmi, -è praticamente impossibile per me restare fermo- continuò facendomi mettere a cavalcioni sopra di lui, -sono tua, fammi ciò che vuoi- parlai già eccitata facendolo sorridere sopra le mie labbra.

Facemmo l'amore per quasi cinque volte di seguito finché, stanchi, ci sdraiammo a mollo nell'acqua. -Se dovesse salire qualcuno sulla barca e puntarci la pistola, tu cosa faresti?- gli domandai sistemandomi meglio sulla sua spalla, -li ammazzo e poi ti faccio salire su una barca, più piccola- spiegò facendomi scuotere la testa, -come li ammazzi se ti stanno già tenendo sotto tiro?- continuai stranita,  ma come risposta alzò la mano per farmi vedere l'arma, -ok, e tu dopo che io sono sulla barca cosa fai?- continuai sentendolo ridere , -io so cavarmela, l'importante è che tu non sei qui a rischiare- continuò, -pretendo di avere un fucile in caso succedesse, ti aiuto da lontano- ordinai facendogli scuotere la testa divertito, -ti amo- continuò baciandomi, -ma non mi prendere in giro, magari becchi me- scherzò, -ho una mira quasi perfetta- gli ricordai, -appunto, quasi- precisò ma gli schizzai l'acqua in faccia.

Nel mentre stavamo chiacchierando, sentimmo il rumore di un motoscafo, -sh- mi zittì alzandosi subito, -rivestiti- continuò lanciandomi il vestito che avevo indosso prima, -ora, tranquilla, rimani qui finché non torno, e mi raccomando- disse passandomi la pistola, -io sono scalzo, se senti rumore di scarpe, alzati e spara, io quando ritorno ti chiamo prima di entrare- mi avvertì dicendomi poi di nascondermi sotto i cuscini di un divanetto, che conteneva un porta robe.

Respirai il più tranquillamente possibile finché non dovetti tapparmi sia naso che bocca quando udii un rumore di passi, passi pesanti, quindi scarpe. Alzai di poco l'asta di legno che si trovava sopra la mia testa, vedendo un uomo intento a cercare qualcosa, o semplicemente a cercare me.
Mi venne un'idea.
Provocai un rumore che lo fece avvicinare al mio nascondiglio, finché, dopo aver caricato l'arma, aspettai pochi secondi prima di sparare. Non sentii neanche un lamento cosi uscii per cercare un altro posto dove potermi nascondere, ma davanti alla porta vidi un altro uomo. Ci guardammo per qualche secondo finché non gli sparai, beccandolo in testa e facendo schizzare il suo sangue sul mio viso: vomitai subito finché non sentii la voce di Stephen, -ce ne sono altri due- parlò entrando nella stanza ma quando vide i corpi atterra corse subito verso di me, -li abbiamo ammazzati tutti- mi tranquillizzò abbracciandomi subito, -dovevi restare nascosta, è impossibile che ti abbiano trovato lì sotto- ammise costringendomi a guardarlo, -fatti una doccia- continuò appena vide la mia faccia, e dopo aver annuito mi diressi in bagno.

-Hai qualche cambio?- domandai trovando la stanza priva dei due cadaveri, -si tieni- rispose passandomi la maglia, -sicura di stare bene?- chiese ancora facendomi annuire, -non mi hanno colpito- risposi sorridendogli, -non intendo quello, gli hai sparato in testa e poi hai vomitato- disse ovvio ma lo baciai, -sai che una donna incinta è più sensibile, ho ammazzato tante volte, tu non ti preoccupare- lo tranquillizzai facendolo poi annuire, -che ore sono?- sussurrai afferandogli il polso per controllare l'ora, vedendo che erano già le cinque di mattina, -ora cosa facciamo?- domandai uscendo da quella cabina per prendere un pó d'aria, -non stare fuori, è rischioso- ordinò tirandomi di nuovo dentro, -c'è puzza di sangue e di morto, non riesco- ammisi facendolo annuire, -vieni- continuò portandomi in un altro posto, questa volta una camera da letto.
Mi sdraiai sopra al materasso stanca morta finché non mi addormentai.

-Mh- mugugnai quando mi svegliai per colpa di qualcuno, -sh, ti porto in macchina- mi tranquillizzò il mio uomo ma decisi lo stesso di alzarmi.

-Quanta gente- pensai ad alta voce appena vidi tutte le auto presenti al porto, -come stai?- chiese David raggiungendomi e appoggiandosi alla murata della barca, -sto bene, vorrei mangiare e poi collassare- ammisi sognante facendolo ridere, -tieni ti ho preso un panino- mi consegnò facendomi sorridere, -mi conosci- dissi sicura, facendolo annuire. -È tanto arrabbiato- commentai appena vidi Stephen discutere con Yuri e Adrian, -ha ragione, hanno provato a farvi fuori, a fare fuori te, sai che con te perde la testa- mi ricordò, -mi ha detta che ne hai ammazzati due su quattro, batti il cinque- continuò facendomi ridere, -si, anche se è stata la cosa più schifosa che ho visto in vita mia, il suo cervello è schizzato ovunque- ricordai maledicendomi appena mi salii ancora il conato di vomito, -tutto bene?- domandò ma lo guardai prima di vomitare, ancora: David mi prese i capelli mentre vomitavo in mare, -direi di dimenticare- disse facendomi annuire, -e non mangiare finché sta cosa non ti passa- continuò prendendomi il panino dalle mani.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora