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Dopo che furono andati via sistemai la cucina e ritornai in camera; controllai Diego e dopo aver visto che dormiva, mi tolsi gli anfibi e la giacca di jeans rimanendo solo con la maglietta lunga.
Preparai una tazza di the caldo e poi ritornai in camera, accesi la televisione, e rimasi lì abbracciata a mio figlio. -Già tornato- dissi appena vidi Stephen entrare in stanza, -non ci vuole poi così tanto- rispose cambiandosi i vestiti per poi rimanere solo con dei pantaloncini, -non lavori?- gli domandai sistemandomi meglio sul suo petto, -forse dopo- sussurrò accarezzando la guancia del bambino, -tra un po' si sveglierà, gli farò un bel bagno caldo, gli preparerò da mangiare e magari vorrà giocare o fare una passeggiata fuori- continuai, -quasi quasi dormo anche io, sta notte non ho dormito molto bene- parlai alzando lo sguardo per poi incontrare i suoi magnifici occhi, -io sono esausto- sussurrò e dopo essersi sistemato, mi circondò la vita con il braccio e dopo qualche minuto, Diego mi abbracciò appoggiando la testa sul mio petto, -perfetto- sussurrai ricevendo un bacio da parte sua.

Appena sentii qualcuno parlare mi svegliai, ritrovandomi davanti la faccia di mio figlio, -ei cucciolo- parlai sorridendogli subito, -ho fame- ammise facendomi sorridere leggermente, -adesso andiamo e ti preparo da mangiare, ma non svegliare papà che è stanco- lo avvisai quando notai Stephen con ancora gli occhi chiusi.
-Prepariamo qualcosa anche per papà- decise poi facendomi annuire divertita, -cosa vuoi mangiare?- gli domandai toccandogli la fronte, la febbre era diminuita, -pollo fritto- urlò contento, -se insieme al pollo fritto mangi un po' di spinaci va bene- contrattai dopo e, anche se sbuffando, accettò.
Preparai tutto e appena finì di friggere asciugai tutto l'olio con uno scottex, impiattando poi il tutto con un po' di verdura, -rimani qui che vado a chiamare papà, o vuoi andare tu?- dissi vedendolo subito correre fuori dalla stanza: sorrisi nel vedere quelle sue piccole gambette.

-La mamma cucina bene?- domandò Stephen a suo figlio che annuì subito, con la bocca sporca di maionese, -cosa vuoi fare oggi pomeriggio?- domandai all'uomo, -mi vedo con David- mi spiegò, -posso venire?- gli chiese il figlio facendolo sorridere, -нет сегодня нет, человечек (no oggi no, ometto)- rispose lui parlandogli in russo, -почему нет? (perché no?)- ribatté lui dondolando le sue gambine, -Мне надо работать (devo lavorare)- rispose il padre sorridendogli, -se vuoi, invita David, Aleksander, Malcom e Dorian- proposi io guardando Diego diventare super felice: andava d'accordo con gli zii e ogni volta che li invitavamo si divertiva un mondo.

Dopo che Stephen fu uscito per lavoro, rimasi per quelle tre orette e giocare con Diego a nascondino ma, appena arrivate le tre, feci il bagnetto a mio figlio così da poter andare a prendere Karine a scuola.
-Come ti senti?- gli domandai, -bene mamma- rispose sorridendomi mentre si lavava i dentini, -misuriamo la temperatura così vediamo se quella brutta febbre non c'è più?- parlai appena si sciacquò la bocca, -certo che si- mi rispose facendomi scoppiare a ridere, -dove lhai imparato?- risi guardandolo teneramente, -lo dici sempre tu- rispose lui tenendo il termometro il bocca, -non hai la febbre- urlai appena vidi la temperatura, facendolo spaventare, -mamma dai- si lamentò andando poi a prendere i vestiti dal suo armadio, -per merenda cosa si mangia?- domandò mentre gli stavo allacciando le scarpine, -andiamo a prendere un bel gelato?- gli proposi ma rifiutò, -crepes?- riprovai, facendolo subito annuire: uscimmo dalla sua stanza e andammo in garage.
-Che macchina vuoi che prendiamo?- domandai e mi indicò subito la Lamborghini rossa, -e vada per la Lambo- accettai facendolo ridere: allacciai due seggiolini e poi partii diretta verso la città.

Dopo aver preso Karine lì portai al solito bar di Sonia, -ma guarda qui le mie piccole pesti- parlò lei appena vide i due bambini entrare nel locale, -tre crepes e tre spremute all'arancia- ordinai subito all'altro ragazzo andando poi verso la proprietaria, -ma come siamo belle oggi- disse quest'ultima a mia figlia, facendola ridere; dopo aver passato lì quaranta minuti pieni, ritornammo alla macchina.
-Amore- risposi al telefono, -dove sei?- chiese Stephen, -sto ritornando a casa- risposi, -mi sono messo d'accordo con gli altri e ci vediamo sta sera- spiegò, -va benissimo, dove?- domandai dopo io, -è uguale, basta che si mangi pesce- affermò facendomi ridere, -pesce?- ripetei provocandogli una leggera risata, -io tra cinque minuti sono a casa- continuò, -sei con la Mercedes?- domandai, -si- rispose, -la Lamborghini rossa hai preso?- mi chiese divertito, -si, tuo figlio l'ha scelta- continuai sentendolo ridacchiare.
Appena entrati in casa i bambini salirono su in camera per giocare e stessa cosa feci io: entrai in bagno, mi sciacquai il corpo e dopo essermi asciugata mi cambiai indossando dei pantaloncini della tuta e una maglietta larga, -sta sera andiamo a mangiare fuori con gli zii- parlai appena vidi Karine che stava passando nel corridoio, -va bene ma, adesso vieni a guardare un film con me?- chiese appena la presi in braccio, -certo, Diego dov'è?- domandai dopo, -con papà nell'ufficio- rispose appoggiando dopo la testa sulla mia spalla, -sei tanto stanca?- le chiesi facendola annuire, -come va?- parlai appena entrai nell'ufficio, vedendo Stephen che inseguiva il  bambino, -film?- proposi guardandoli divertita, -assolutamente si- disse il bambino correndo con sua sorella nella stanza cinema, -assolutamente?- parlò Stephen confuso, avvicinandosi a me, -non fare domande e ringrazia che ascolti noi quando parliamo- scherzai baciandolo subito, -se loro si guardano il film e noi ci facciamo una bella doccia?- propose incominciando a baciarmi il collo, -vai a mettergli il film, io ti aspetto su-.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora