64

1.1K 60 2
                                        

Appena arrivati a casa mi sedetti in cucina per mangiare qualcosa.
-Ei- salutai Diego che credo, si fosse appena svegliato: guardò il bambino in braccio a me prima di alzare lo sguardo sorridente. Si avvicinò e glielo diedi in braccio, avvertendolo di sorreggere la testa; arrivò anche Stephen che lo guardò prima di chiamarmi. -Vado a risolvere il problema di ieri- mi avvertì accarezzandomi una guancia, -va bene- risposi baciandolo subito dopo, -sei felice?- domandò facendomi annuire subito, -un pó meno per Diego- aggiunsi ma quando mi girai verso di lui lo vidi seduto sullo sgabello in cucina a guardare il suo fratellino, -lo vedo tranquillo, non farlo uscire- mi avvertì, -Karine a che ora è tornata?- continuai, -David lha portata a casa per le sette di mattina, sono le quattro quindi penso che tra poco si svegli- spiegò facendomi annuire, -mamma sta per piangere- urlò subito Diego, venendomi incontro per portarmi il bambino, -ha fame e basta- spiegai facendolo annuire; andai a sedermi sulla poltrona in salotto, e poi lo allattai. -Ci metto poco- disse Stephen baciandomi prima di uscire, lasciando un bacio anche al patatone che avevo in braccio.
-La tua ragazza?- domandai appena mio figlio si sdraiò accanto a me, gemendo per il dolore alla ferita, -dorme- rispose facendomi annuire, -i genitori sono arrivati?- domandai facendolo annuire, -sono rimasti due minuti, visto che non c'eravate voi- spiegò facendomi annuire, -i suoi genitori sono vecchio stile- iniziò facendomi annuire, -o matrimonio o niente?- chiesi ma mi bloccai, -hai 17 anni- gli ricordai facendolo sorridere, -lo so, però se tu avessi conosciuto papà prima sarebbe stato uguale- disse aspettando una mia reazione, -tua padre mi ha rapita- gli ricordai, -dopo pochi giorni però stavate insieme- mi rinfacciò facendomi annuire, -mi stai dicendo che vorresti sposarla?- domandai alzandomi in piedi e battendo la mano sulla schiena di Noah, per fargli fare il ruttino, -non ora, parleremo con i suoi ed è meglio se venite anche voi- parlò sicuro facendomi rimanere di sasso, -amore, sono contenta che ti sei innamorato, ma è troppo presto, hai 17 anni, e lei 18, siete grandi ma non abbastanza per sposarvi, dovete ancora divertirvi, litigare, lasciarvi e rimettervi insieme, nei casi migliori- cercai di farlo ragionare, -e dei genitori fregatene- aggiunsi facendogli l'occhiolino, -anche perché non credo che si mettano contro di te- pensai ovvia facendogli scuotere la testa, -il problema è che poi lei non avrà più una famiglia- mi rispose male, -fai quello che ti pare allora, ma se dovesse succedere qualcosa rimarrete marito e moglie- lo avvertii incazzata facendolo uscire: sbuffai stanca e poi mi risdraiai sul divano.

-Ei- richiamai Karine appena la sentii scendere le scale; mi guardò terrorizzata prima di entrare in salotto dove si fermò ad osservare il bambino per qualche secondo. -Posso?- chiese facendomi annuire ovvia e, dopo averglielo dato in braccio, si sedette sulla poltrona a cullarlo. Colsi il momento per andare a farmi una doccia e, dopo aver indossato un vestito e le ciabatte, ritornai di sotto dove trovai solo Stephen. -Sei tornato- annunciai sorridendo appena notai Noah tra le sue braccia, -Diego è incazzato- annunciò facendomi sbuffare, -lo so, ma se senti quello che dice sto cretino ti viene voglia di prenderlo a schiaffi- ribattei facendolo ridacchiare, -mettiti nei loro panni- iniziò facendomi sbuffare, -io mi metto nei loro panni, si ameranno alla follia, piuttosto ci parliamo noi con i genitori, ma niente matrimonio- parlai sicura, -se fossimo stati noi al posto loro?- domandò costringendomi a guardarlo, -io non avevo una famiglia a cui dare conto- gli ricordai, -tua zia, che si preoccupava per te- disse mentre mi tirava, facendomi appoggiare a lui, -prendilo- sussurrò dopo passandomi il bambino, -te ne sei sbattuto di mia zia e mi hai rapito- gli ricordai, -poi l'hai chiamata- mi ricordò, -mi hai rapito, poi sono rimasta incinta, e poi ci siamo sposati, tutto questo in meno di un anno, ed io lì non avevo 17 anni, ma 21 porca puttana- urlai alzandomi, -shh, scusa- sussurrai al neonato che iniziò a piangere prima che lo calmassi, -preferirei togliere ai genitori il potere sulla figlia, visto che se ne sbattono di quello che vuole, e lasciargli vivere quel poco di tempo che gli resta per essere ancora dei ragazzi- aggiunsi seria, -hanno provato a farli fuori, se si prendono la responsabilità del matrimonio adesso, si aggiungerà una preoccupazione che era meglio evitare, se si amano riusciranno anche a stare senza un cazzo di anello al dito- conclusi uscendo dalla stanza e andando in camera.
Mi appoggiai alla porta e poi guardai il bambino che aveva gli occhiettini aperti, -mi sa proprio che qui abbiamo fatto la cacchina- parlai sorridente appoggiandolo sul fasciatoio, -e che cacchina- continuai seria spaventandomi per l'enorme cagata che aveva fatto, -e menomale che sei piccolo- continuai con la voce da deficiente prima di pulirlo, cambiarlo e avergli spalmato la cremina per le irritazioni da pannolino. -Facciamo una dormita?- continuai allattandolo per poco più di due minuti, prima che si addormentasse con il mio capezzalo in bocca: lo appoggiai nella sua culla e dopo sorrisi notando quando fosse carino. -Mamma- mi chiamò Karine ma prima che entrasse la guardai malissimo, -esci, sta dormendo- le ordinai maledicendola quando il bambino iniziò a piangere, -scusa- sussurrò, -oramai, che devi dirmi?- risposi, -ci sono i genitori di Tiana- mi avvertì facendomi rimanere di sasso, -finché non si addormenta non posso scendere- parlai in preda all'ansia, -oh, ok- rispose chiudendo poi la porta. Mi venne quasi da piangere, pensando che nel momento in cui ero lì, magari stavano organizzando un matrimonio che non volevo avvenisse. Respirai con il bambino in braccio che sembrò quasi percepire la mia ansia, visto che si addormentò poco dopo.

-Scusate il ritardo ma c'è il nuovo arrivato di sopra- parlai facendo girare tutti i presenti, che erano nella solita stanza dove accoglievamo chi non conoscevamo, -non ti devi scusare, anzi, siamo noi che ci scusiamo per essere venuti senza avvisare- mi tranquillizzò la donna facendomi annuire, -volete qualcosa?- domandai ma Stephen mi toccò la mano e mi costrinse a sedermi, -se capita quello che non deve capitare, tu e lui siete morti, morti- gli sussurrai facendolo girare verso di me, prima di guardare il figlio. -Vogliamo sposarci- disse a d'un tratto Tiana guardando i genitori colpiti; la fulminai con lo sgaurdo prima di guardare i due signori e poi mio marito, -oh, credo sia un'idea stupenda- parlò la madre della ragazza girandosi a guardarmi, -io no, non voglio giudicare il vostro modo di pensare, ma lo fanno solo perché voi siete vecchio stampo e non accettate che vostra figlia abbia un fidanzato, che vogliono stare insieme non lo metto in dubbio, ma appunto che si amano, dovrebbero capire che c'è tempo per godersi ancora la vita da fottutissimi giovani- iniziai guardando sia uno che l'altro, -perché tu hai avuto un'adolescenza di merda?- ribatté Diego sicuro facendomi sorridere, -esatto, non credo di avertelo mai detto ma mio padre ha ammazzato mia madre e i miei fratelli, e non sai quanto odiavo i maschi per questo- raccontai facendolo tacere, -poi ho incontrato sto deficiente che ti dà pure ragione- continuai indicando Stephen, -voi due vi siete sposati presto- mi ricordò ancora, -ero incinta di tua sorella, è stato quasi un dovere, oramai era scritto come sarebbe andata a finire, voi due mongoloidi potete ancora comportarvi da ragazzi, viaggiare, divertirvi, più avanti sposarvi, avere figli, ma ora che potete, sbagliate, litigate, senza conseguenze- aggiunsi guardando i due genitori, -mi dispiace avervi parlato così ma qui si tratta del loro futuro, ed io voglio che si diverta ancora, e che faccia una cazzata come quella che ha appena fatto, senza conseguenza se non un ceffone da parte mia- continuai guardandolo malissimo, -sono grandi per decidere- mi ricordò l'altra donna, -perché vi volete sposare?- domandai guardando Diego, -per voi- disse guardando il padre di Tiana, -mia figlia si sposa, la puttana non la fa- urlò in risposta ma Stephen si alzò e lo sbattè al muro, -non urlare in casa mia- lo avvertii facendolo annuire terrorizzato, ma quando lo lasciò Diego prese il suo posto, -volevo farlo da tanto- lo avvertii quest'ultimo tirandogli un pugno. -Tiana, guarda cos'hai fatto, un disonore- urlò sua madre guardandola disgustata, -fuori- ordinai indicandogli la porta con la testa, -non ti voglio più vedere- dissero nello stesso momento, togliendo alla ragazza il piccolo bagliore che aveva negli occhi, -menomale- rispose la giovane, -mi avete trattano sempre male, volevo sposarmi solo per non sentirvi insultarmi sempre- ammise facendomi venire le lacrime agli occhi, -un'altra parola- iniziai ma Diego mi fermò, stringendomi la mano, -i figli dovrebbero essere la cosa più importante di qualcuno- iniziai, -ora uscite- urlai di nuovo disgustata dal loro essere. Appena sentii la porta d'ingresso chiudersi, mi girai per guardare Tiana, -grazie- sussurrò guardandomi, -non dirmi grazie, sarebbe potuta finire in un altro modo- ammisi, ma scosse subito la testa, -o matrimonio e loro o fidanziati ma da sola- disse risedendosi, -credo che tu avresti preferito il matrimonio- parlai sicura, -volevo il matrimonio per non vederli mai più- rispose sicura girandosi verso Diego, -mi dispiace- ripetei togliendomi una lacrima dalla guancia, -non si preoccupi- disse lei sorridendomi, -non darmi del lei- le ripetei frustrata sedendomi anche io sulla sedia, -ei- mi richiamò Stephen facendomi alzare e uscire da lì, -ora Diego mi odia, anche tu mi odi e Tiana non ha una famiglia- sbottai sentendomi terribilmente in colpa, sedendomi poi sulle scale, -hai aiutato e hai fatto quello che si doveva fare, io credevo che non fossero così pezzi di merda- spiegò sedendosi accanto a me, -io dovevo solo oppormi al matrimonio, non rovinarle la vita- insistetti girandomi a guardarlo, -mamma non hai fatto niente- disse Diego uscendo dalla stanza da solo, -hai fatto una cosa che avrebbe dovuto fare lei ma che non aveva il coraggio di fare- continuò sedendosi in mezzo alle mie gambe, -da quando lho conosciuta mi ha sempre detto che non voleva più vivere con loro- aggiunse, -perché non me lhai detto che stava così male? Poteva intrometterci prima- domandai abbracciandolo da dietro, -perché sperava che da maggiorenne sarebbe cambiato qualcosa- spiegò facendomi annuire; -vai da lei- continuai accarezzandogli una guancia.

||Scusate l'orario.
Ho fatto il capitolo parecchio più lungo rispetto altri, spero vi piaccia.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora