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-Non mi interessa perché siete qui, io voglio i miei soldi- ordinai all'uomo dietro la scrivania, che oramai aveva la faccia piena di sangue, -signor Sokolov non permette- rispose singhiozzando facendomi girare il viso verso di lui, -allora il signor Sokolov mi da cinque milioni- continuai girandomi a guardarlo, -uscite immediatamente tutti- ordinò guardandomi furioso, e, in pochi secondi si svutò la stanza. -Sto per perdere la pazienza e giuro che non mi trattengo, se continui così non risponderò delle mie azioni- mi avvertii guardandomi, -io sono qui per i soldi, se avessi voluto parlarti ti avrei aspettato a casa- sbottai sedendomi davanti a lui, -non mi trattare come se fossi un agnelino da difendere, mi sono innamorata di chi? Di Stephen Sokolov, temuto da tutti amato da pochi, solo questo mi da potere, solo che non mi piace essere sottovalutata da qualcuno perciò da oggi io e te siamo nemici, se poi vuoi una guerra la inizi tu- ammisi provocandogli un sorriso, -se vedo un uomo che ti rivolge la parola gli sparo, se vedo tu che parli ad un uomo gli sparo, se non torni a casa ogni giorno ti cerco e ti rinchiudo a vita, ti controllerò sempre, sappi questo prima di iniziare una guerra contro di me, sei pur sempre mia moglie- finii alzandosi ed uscendo, -i fottuti soldi- parlai facendolo girare verso di me, -tanto te li fotto- sussurrai ovvia appena si rigirò senza degnarmi di una risposta.
Rimasi lì seduta, a guardare davanti a me, -tutto bene?- domandarono le due ragazze appoggiandosi alla scrivania, -si, un pó incazzata ma sto bene- continuai facendole annuire, -per i soldi faccio io, intanto chiamate chi volete, ma io voglio persone, solo noi da sole non riusciamo a fare molto- spiegai, -beh, abbiamo fatto abbastanza casino oggi- scherzò Roxana facendomi sorridere, -non è ancora successo nulla, finché non ho quei soldi- continuai facendole annuire, -i cinque milioni dove pensi di torvarli?- chiese Melania, -ha ammazzato chi ci doveva pagare, i soldi o me li ridà lui, o gli rubiamo un altro carico- spiegai smettendo di parlare quando sentii dei passi fuori dallo studio, -uscite- ordinò David guardandomi serio, -che modi- commentai causandogli un piccolo sorriso, -succederà un casino lo sai?- chiese appena lo raggiunsi, -già sono riuscito a tenerlo calmo sta mattina, se oggi continui così lui si trasforma- spiegò dirigendosi dentro l'ascensore.
-È lui che ha scelto questo, continuava a dirmi che non sapevo fare le cose, ora si fotte- risposi caricando la pistola appena sentii degli spari.
L'uomo si mise subito davanti a noi ma appena le porte si aprirono mi ritrovai davanti una sparatoia, -li riconosci gli uomini di Stephen vero?- domandò girandosi verso di me, annuii ma appena le porte dell'ascensore si chiusero, l'attenzione venne portata su di noi, -che cazzo- sussurrai osservando tutti, -portala qui- urlò mio marito continuando a sparare. -Vieni- mi tirò il ragazzo ma gli arrivò un proiettile sulla spalla; lo guardai e poi iniziai a sparare anche io. Lo trascinai dietro al bancone della segreteria, -cazzo se sei brava- commentò facendomi sorridere, -arrivo- lo avvertì andando ad aiutare le mie amiche. Appena nessuno sparò all'altro capimmo che avevamo appena vinto; ritornai a controllare Davidi non trovandolo. Mi diressi davanti all'entrata principale trovando tutti gli uomini della Solntswvskaya; appena Stephen mi notò vidi un nei suoi occhi un pó di felicità che subito svanii visto il suo sguardo omicida. Respirai sedendomi sopra una sedia; -tutto bene?- domandò quest'ultimo raggiungendomi, -si, tu?- chiesi facendolo annuire, -capisci perché non voglio o no?- domandò accomodandosi davanti a me, -potevi essere morta- continuò facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla, -però sei stata brava- ammise causandomi un leggero sorriso, -se pensi che questo sistemi la situazione no, però non sono incazzata con te come sta mattima- spiegai sentendolo ridacchiare, -tieni- continuò porgendomi un cellulare, -fai quello che ti pare, ma porta questo con te così so con chi e dove sei- aggiunse facendomi annuire, -ammezzarai chiunque lavorerà con me?- domandai facendolo annuire, -a meno che non lavori con me- propose, -io non posso lavorare con te, cosa faccio? Nulla, sto seduta a fare niente perché sono la moglie del capo- risposi incazzata lanciando la pistola, -non posso fare più nulla oramai, sono noiosa e potrò solo rimanere a casa a rompermi le palle- urlai di nuovo, -io voglio i miei cinque milioni- continuai alzandomi ed uscendo da lì.

Portai le ragazze nel loro hotel e dopo andai a farmi un giro per calmarmi.

Andai in centro e dopo aver comprato una bottiglia di vodka mi diressi verso il lago, dove mi sedetti sulla spiaggia; -ancora che bevi- commentò proprio l'ultima persona che mi sarei mai aspettata, -vi manderà uno ad uno per convincermi a cambiare idea?- chiesi divertita girandomi verso Yuri, -non perde la speranza, non vuole trattarti come gli altri- spiegò sedendosi accanto a me, -sicura di stare bene?- continuò facendomi scuotere la testa, -non ho mai fatto nulla in mia vita, eppure sono ricca- sussurrai togliendomi le lacrime, -ti chiami Sokolov, perché mai dovresti sporcarti le mani?- chiese, -non è questione di sporcarsi le mani, a me bastava semplicemente lavorare, non ho potuto neanche fare quello per cui ho studiato- spiegai accendendomi poi una sigaretta, -guarda che vivere con lui è un bell'impegno- scherzò provocandomi un sorriso, -io lo amo da morire, la mia vita senza di lui sarebbe vuota e triste, però non capisce che non voglio fare la mantenuta, non voglio aspettarlo a casa dopo aver passato la giornata a fare...non lo so, non so nemmeno come riesco a passare un'intera giornata da sola- parlai, -non c'è bisogno che io te lo dica però lui sarebbe capace di morire per te, ti ama e di conseguenza vuole proteggerti, tu però glielo rendi complicato- spiegò, -non gli hai mai detto quello che mi stai dicendo ora?- chiese facendomi scuotere la testa, -perché no? Ti verrebbe incontro- disse ovvio, -devo dirgli che mi sento inutile perché nella vita non faccio mai nulla? Se non per creare problemi- parlai bevendo un altro sorso, -sono sicuro che sei brava a fare molto solo che questa vita non te lo permette- disse prendendo anche lui un sorso di vodka, -e cosa devo fare? Sto provando a fare qualcosa ma non mi riesce neanche quello- ribattei guardandolo, -parlate e risolvete se no ogni giorno sarà come sta mattina, non ti lascerà mai lavorare, ucciderà chiunque- ammise alzandosi.

Lo salutai e poi lo vidi andare via.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora