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Dopo aver sistemato un pó di cose riguardanti armi e cose varie, mi diressi in cucina per mangiare qualcosa.
-Pronto- parlai rispondendo al telefono, -Jasmine- parlò Stephen, -dimmi- risposi sentendo poi un rumore, -in casa c'è qualcuno?- domandò, -ci sono solo io- continuai, -mi dispiace tanto ma devi difenderti da sola, io sto arrivando ma mi mancano dieci minuti, massimo- continuò ma quando mi girai trovai un uomo che mi puntava la pistola; prima o poi sarebbe arrivato questo momento, pensai appoggiando il telefono sul tavolo. Lo analizzai come mi aveva insegnato Stephen; era tedesco, avrà avuto minimo quarantacinque anni, bravo con le pistole, lento però a correre. Sorrisi cercando di metterlo in soggezione e appena vidi la sua mano tremare leggermente, gli buttai a terra la pistola e corsi verso l'armadio in cui tenevamo le armi. Silenziosamente mi nascosi dietro ad una porta, aspettando di sentire un rumore o, ancora meglio, di vederlo arrivare. Aspettai minuti e quando sentii lo scricchiolio del pavimento, sbirciai da una piccola fessura e dopo aver capito, più o meno, dove fosse, sparai con davanti la porta, sentendolo poi urlare.
Lo lasciai lì, a terra, ritornando in cucina per prendere il telefono, correndo subito fuori.
-Ei ferma, calma, dov'è?- parlò Stephen fermandomi, -dentro- risposi con il fiatone mentre lui mi accarezzò le guancie, -tutto bene, ti ha fatto qualcosa?- continuò facendomi scuotere la testa, -l'hai colpito tu vero?- chiese dopo facendomi annuire: mi sorrise leggermente prima di entrare.
Qualche minuto dopo arrivò anche David che, con in mano una pistola, si sedette sulla sdraio accanto a me, -non sei ferita giusto?- domandò facendomi sorridere, -no tranquillo, le ha prese lui- scherzai facendolo annuire.
Aspettammo per quasi mezz'ora, in silenzio, che Stephen uscisse e quando arrivò, nello stesso momento ci raggiunsero Adrian e Aleksander, -prendete il corpo, io devo parlarle- ordinò ai tre ragazzi che subito entrarono; -l'hai ucciso, ho provato anche a salvarlo per torturarlo ma nulla- ammise pulendosi le mani dal sangue, -smettila ti prego, lo dici come se fosse meraviglioso, se uccidi, almeno non vantartene- annunciai a denti stretti guardandolo nervosa, -e tu vuoi veramente fare quello che faccio io?- chiese incrociando le braccia, -dammi le chiavi della macchina- ordinai facendolo sorridere, -ci vediamo quando lo decido io- finii strappandogliele di mano e andandomene via.

-Che succede?- domandò Sophie appena aprì la porta, -ho litigato con Stephen, sembra voglia darmi fastidio apposta- spiegai subito appena entrai in casa, -Adrain c'è?- continuai dopo facendole scuotere la testa, -mi sa che continuo con quel progetto- ammisi facendola bloccare, -avevo trovato tutto prima, persone disposte a lavorare per me, avevo anche ideato un piano per rubare la merce a Stephen- continuai, -voi due siete incredibili, ora vi punzecchiate?- domandò divertita, -lui inizia,  continua a dirmi che non riuscirei mai a fare quello che ha fatto lui, ora vedremo- spiegai facendola sorridere, -provocherete guerre con altre mafie, ma a Stephen questo non interessa, e neanche a te a quanto vedo- parlò contrariata, -le guerre le provoco io, e come le faccio le risolvo, lui non si intrometterà- aggiunsi facendole scuotere la testa, -invece si che si intrometterà, scommetto che ammazzerà qualunque uomo ti si avvicini, poi quando vedrai i tuoi figli?- chiese allattando la sua bambina, -i bambini li vedrò sempre, continuerò a stare qui, non voglio perderli, il problema sarà lui, e vivere con lui- continuai facendola annuire, -posso dirti che secondo me farate di quelle scopate meravigliose- commentò dopo facendomi scoppiare a ridere, -fidati, con tutta quella rabbia che avete, mischiata a quanto vi amate, sarà come una bomba nucleare- insistette dopo, -ma hai ragione, quando litighiamo è d'obbligo, figuriamoci in una situazione così- aggiunsi ricevendo una chimata proprio dalla persona di cui stavamo parlando, -cosa vuoi ancora?- domandai sentendolo ridere, -li prendi tu i bambini, io devo fare una cosa- rispose, -si,  finito?- continuai, -solo, vacci piano a tenermi testa, ricordati che sono pronto a far saltare mezzo mondo- ribatté, -sarai costretto a farlo saltare tutto allora- ribattei prima di chiudere.

Chiamai le perone che avrebbero potuto aiutarmi e iniziai subito a sistemare le cose che sarebbero servite; -mi serve che tu vada a prelevare i soldi che avevo messo in questo conto- chiesi alla mia amica che annuì, -ci saranno dentro dieci milioni, mi serviranno per comprare una casa in Svezia, per pagare chi mi giurerà fedeltà e per le armi che dovrò assolutamente procurarmi- pensai ad alta voce, -vado domani allora- accettò facendomi annuire, -e visto che un pó di merce ce l'ho già, la invio a Roxie così inizia già a farmi guadagnare- finii scrivendole un messaggio, -Stephen si pentirà-, aggiunse lei facendomi poi annuire.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora