Take refuge in me

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Le persone come Harry, d’altra parte, erano difficili da capire. Aveva una parte di se stesso ancora legata all’oscuro abisso che si nascondeva nel suo corpo, dove la luce, purtroppo, non entrava mai.

La sua personalità, era continuamente in bilico. C’erano giorni in cui mi donava ogni pezzo di lui, altri, invece, che preferiva chiudersi nella freddezza e nell’orgoglio che aveva dentro di sé.

Ero estremamente convinta che non era stato Jared, a scatenare tutto ciò. C’era molto altro, nella sua testa. Qualcosa che teneva dentro e che aveva paura di tirare fuori. Non era bravo a nascondere le cose. Non a me, almeno.

“E’ forte, il tuo avversario?” Domandò Chloe a Jared.

“Sembra di sì.” Era curioso, ma anche spaventato di scoprire chi fosse il suo avversario. Le immagini del combattimento tra lui ed Harry, tornarono velocemente nella mia testa. Harry a terra, il corpo ormai arrossato e pieno di lividi. Rabbrividii.

“Volete venire? L’incontro si svolgerà nello stesso posto dell’altra volta.”

“Ho delle cose da fare, Jared. E anche Chloe.” L’unica cosa da fare, in situazioni del genere, era mentire. Non ero davvero dell’umore giusto.

“Non vi obbligo, allora.” Mi guardò dallo specchietto retrovisore, mostrandomi uno dei suoi soliti, dolci sorrisi. Mi fissai le mani, completamente rosse per via del freddo.

“Vi dispiace se passo un attimo a casa? Devo prendere il mio borsone con tutte le cose da boxe.” Ci disse, rallentando con la macchina. “A proposito, non hai visto ancora dove vivo.” Riportò i suoi occhi nei miei, per poi guardare anche Chloe. “Nemmeno tu.”

“Non è un granché, la casa.” Disse Davis, facendo una smorfia.

“Credo che n-“  Provò a dire qualcosa la mia amica. Jared la interruppe.

“Vi ruberò solo cinque minuti. Giuro.” Disse, ma io non dissi niente. Restai a guardare fuori dal finestrino, pensando e ripensando alla telefonata con Harry, alle sue parole. Con il carattere che avevo, avrei preso nuovamente il telefono per chiamarlo e sentire la sua voce. Ma quando Harry non era dell’umore giusto, non voleva parlare con nessuno.

“Arrivati.” Jared  mise la macchina nel viale di casa sua, ed io sospirai. Quando vedevo Jared, notavo perfettamente la grande differenza che c’era tra il suo carattere, e quello di Harry. Due mondi completamente opposti, due modi di ragionare completamente differenti.
Harry aveva un carattere  forte e pieno di freddezza, mentre Jared, invece, era ricoperto di gentilezza, amore.

Ma il modo in cui mi faceva sentire Harry, era qualcosa di estremamente potente, qualcosa che mi faceva tremare le vene. E tutto quello che riuscivo a fare, era  farmi inghiottire da  queste sensazioni che mi provocava ogni qual volta che eravamo insieme.

“Non fate caso al disordine.” Disse Davis, uscendo dalla macchina. Uscimmo anche io e Chloe, per niente sicure di seguirli. Non avevo nessuna voglia di andare a casa di Jared, anche se, alla fine, non era poi un grande sforzo. Il mio problema, era la testa invasa dai troppi pensieri. E volevo resettare tutte le parole di Harry, vivere la giornata serenamente.

“Molto carina.” Si complimentò Chloe, guardando la parte esterna della casa. Giocai con alcune ciocche di capelli, annuendo per ciò che aveva detto la mia amica. Jared tirò fuori dalle tasche dei jeans le chiavi, e una volta inserite nella serratura, le girò, aprendo finalmente la porta.

“Eccoci qui.” Ci fece entrare, sorridendomi ancora una volta. La casa, come mi aspettavo, era a due piani e molto accogliente. C’era roba da mangiare, vestiti e borsoni sparsi un po’ ovunque. Risi nel vedere quel disordine, facendo ridere anche Jared.

“Io e l’ordine non andiamo molto d’accordo.” Mise una mano dietro la testa, imbarazzato. Non era mai stato amante dell’ordine, me lo ricordavo bene.

“Vi piace?” Davis guardò sia me, che Chloe. “ A parte…il casino.”

“Molto.” Chloe camminò per tutto il salotto, perdendosi a guardare ogni piccola cosa di quella stanza. Feci un giro anch’io, ma la mia attenzione venne subito catturata dalle altre stanze.

“Vado a prendere il borsone. Fate come se foste a casa vostra, mi raccomando.” Disse Jared, venendo nella mia direzione. Mi spettinò i capelli prima di andare al piano di sopra.

“Si può sapere che cos’hai? Hai una faccia…” Chloe mi toccò una guancia. Il suo sguardo era colmo di preoccupazione.

“Harry e i suoi sbalzi d’umore.” Feci un lungo respiro. Per stare dietro ad Harry, ci voleva solo una grande pazienza. 

“Lo hai sentito per telefono?” Andò verso il corridoio, facendomi segno di seguirla.

“Si. E, come sempre, si arrabbia per il nulla. Si è arrabbiato appena ha sentito che c’era Jared con noi.” Le spiegai, arrabbiandomi di nuovo. “Ma per me, non è solo questo.”

“Poco geloso, mi dicono.” Disse Chloe, scoppiando in una fragorosa risata. “Dovrebbe controllarsi di più. Non può arrabbiarsi sempre.”

“Non so…vede tutto con negatività. E io…”

“E tu lo ami. Sempre.”  Mi precedette. Il mio respiro si fermò. “Non importa quanto lunatico, o geloso sia. Lo ami, nonostante tutto.” Disse, il suo sguardo su di me. “Mi sbaglio?”

Nonostante tutto.

Guardai in basso, le guance completamente rosse.

“Con il tuo silenzio, mi stai già dando la risposta.”

“Chloe.” Continuai a guardare a terra, non sapendo come nascondere il mio evidente rossore sulle guance.

“Sta squillando un telefono.” Disse Chloe, cercando di capire da dove provenisse quel suono. Mi misi ad ascoltare insieme a lei, ed entrambe, capimmo che il rumore veniva dalla stanza a pochi passi da noi. Chloe, curiosa come suo solito, mi propose di entrare lì, ma io le dissi di lasciar perdere.

“Jared! Il telefono!” Lei urlò, senza ricevere risposta. Il telefono continuò a squillare interrottamente.

“Odio questo suono.” Assottigliò gli occhi. Mi trascinò con lei, ed io mi lamentai. Aprì la porta della stanza e, decisa a rispondere, si precipitò verso il telefono.

“Chloe!” Cercai di fermarla. Per nostra grande fortuna, smise di squillare. Partì, quasi subito, il messaggio lasciato in segreteria.



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