Throw your pride mask

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Tutti i ricordi apparvero nella mia mente come piccoli flashback. Ricordai ogni singolo istante, ogni parola, ogni gesto.
Il suo sguardo restò fisso su di me, i miei battiti che si fermarono all’improvviso. Il ragazzo vicino a Jared mi guardò sospetto, sentendosi leggermente fuori luogo.
Riuscire a mantenere la calma in un momento simile, fu la cosa più difficile. Ogni frammento di ricordo si era conficcato duramente nel mio cuore.  Non esisteva un modo per scappare da tutto questo.

“Vai dagli altri, Davis.”

Il suo amico, guardandolo per un’ultima volta, seguì il suo consiglio. Mi camminò vicino, guardandomi ancora con quello strano modo. Dovetti comunque far finta di niente.

Appena Jared rimase solo, il mio battito tornò in vita. Mi girai, incrociando questa volta gli occhi di Harry. 
Nel guardarlo, tutti i momenti passati insieme si fecero spazio nella mia mente. Gli sguardi, le parole, i baci.

“Cosa ci fai qui?”

Risentire la voce di Jared  fu il colpo più duro da sopportare. Era diversa, più profonda.

“Potrei farti la stessa domanda.”

Jared mosse il capo, confuso più di me. Era diverso in tutto e per tutto. Dal modo di portare i capelli, al modo di vestire.
Volevo chiedergli fin troppe cose. Perché era lì, il Canada, i suoi genitori, ciò che rimaneva di noi.

“Non pensavo di trovarti qui.” Girò intorno al discorso, prendendo vicinanza con me. “Non pensavo che ci saremmo incontrati così.”

“Per quale motivo sei tornato?” Parlai con fatica. Jared mi rivolse uno sguardo sovraccarico di emozioni, la sua mano che percorreva dolcemente la mia guancia.

“Sono tornato per restare.” 

Restare.

“Dopo tutto questo tempo, torni qui a New York così?” Mi sforzai a respirare regolarmente.

“E’ lungo da spiegare, Lily.” Quando parlò, i passi di Harry si fecero più vicini. “E non credo che oggi sia la serata giusta per parlarne.”

“E quando sarebbe il momento giusto?”

Jared buttò fuori un sospiro. “Non essere arrabbiata.”

“Non puoi chiedermi una cosa simile.” Gli dissi, colpita come non mai. Il tempo passò, ma Jared non diede nessuna risposta. Anche lui ricordava ogni momento di noi? Anche lui aveva sofferto? Anche lui, dopo tutto, mi pensava ancora?

“Sicuramente avrai una spiegazione a tutto questo.”

Jared, non capendo a chi appartenesse quella voce,  si girò. I suoi occhi si scontrarono con quelli di Harry, ormai accesi dalla rabbia. Si dichiararono guerra con un semplice sguardo.

“Non credo di conoscerti.” Jared rispose ovvio, alzando un sopracciglio. Harry non si arrese con le parole.

“Per tua fortuna no.”

Avevo davanti a me il mio passato ed il mio presente. I loro sguardi, le loro risposte fredde ma piene di fastidio.
Come sarebbero andate le cose, d’ora in poi? Le nostre vite, come sarebbero state?

Sono tornato per restare.

“Jared!” Davis lo chiamò ad alta voce, ottenendo gli sguardi di ognuno di noi. Dallo sguardo di Jared capii subito che sarebbe andato dal suo amico. Lo guardai, sentendo un’enorme peso al petto.
Averlo di nuovo davanti ai miei occhi, poterci parlare, poterlo guardare, rendeva tutto stranamente surreale.
Avevo sempre vissuto con un vuoto dentro me stessa. Avevo sempre vissuto con la speranza di ricontrarlo, di avere un’altra possibilità di stare con lui. Ma in qualche modo, il destino aveva giocato le sue carte.
Incontrai Harry, e quel vuoto che sembrava essere incolmabile, fu completamente riempito da nuove emozioni.

“Ti raggiungo dopo.” Disse Jared al suo amico, stupendomi. Davis accettò la sua decisione, buttandosi in mezzo alla folla sparendo definitivamente.

“Mi concedi un po’ del tuo tempo?”

Anche se in parte non volevo, era l’unico modo per scoprire qualcosa in più sulla sua vita.

“Va bene.” Gli concessi, insicura sulla mia decisione. Jared si avviò verso l’uscita, e io insieme a lui, ma una mano agile fermò ogni mio movimento.

“Te ne vai così?”

Guardarlo negli occhi, in una situazione simile, complicava di più le cose. Mi urlò con lo sguardo di non andarmene, di restare.

Getta la maschera dell’orgoglio.

“Devo andare sul serio.” Gli dissi, liberandomi della sua presa. La mano di Harry che cercava di riprendermi, le parole restargli in gola.
Uscii in fretta, con troppi sensi di colpa addosso. Volevo che in qualche modo capisse le strane sensazioni che portavo con me, che fosse stato meno orgoglioso e più sincero.
Lottava continuamente con il suo orgoglio, con la sua paura, senza riuscire mai a trovare una via d’uscita.

Per tutta la passeggiata, l’immagine dei suoi occhi verdi era ancora nitida nella mia testa. Non sarei mai riuscita a non pensarlo.


“Come stai?” Disse quasi in un sussurro.

“Sto bene, e tu?”

“Anche io.”

Puntammo una panchina vicino a noi, e presi a parlare. “Da quant’è che sei qui a New York?”

Dopo esserci seduti, l’unica cosa che volevo realmente era capire il perché del suo ritorno. Doveva esserci un motivo.

“Ti sono mancato?” E il discorso fu di nuovo lasciato in sospeso. Questa volta, senza timore, riformulai la domanda.

“Perché sei qui?” 

Alle mie parole, alzò lo sguardo verso il cielo stellato. Aspettai con ansia una risposta da parte sua, una risposta che avrebbe magari potuto chiarire il disordine che era nella mia testa. Pensai alle varie ipotesi, ma nessuna di esse sembrava essere quella giusta.

“Sono qui con il mio amico Davis.” Sospirò a lungo prima di continuare. “Abbiamo deciso di prendere un piccola casa qui.”

“Non sono venuto qui senza un motivo, Lil.” Iniziai a preoccuparmi con le sue parole. “Ho iniziato a fare degli incontri di boxe.”

Cercai di rimettere insieme ogni singola lettera della frase, incredula. Aveva iniziato a combattere? Da quanto tempo andava avanti?

“Tu non hai mai amato queste cose.” Gli dissi, ricordando perfettamente il suo odio nei confronti di questa professione. Mi ripeteva continuamente che i combattimenti, per lui, erano un qualcosa privo di significato.

“Cambiano tante cose, Lily.”  E quando lo disse, pensai al tempo che avevamo passato separati. Eravamo cambiati. I nostri interessi anche.

“Da quanto lo fai?” Gli domandai curiosa e, al tempo stesso, preoccupata. Jared si toccò la fronte.

“Da qualche mese.” Disse fiero. “Non ho deciso di prenderla attualmente come una professione, ma riesco comunque ad ottenere una buona mancia di soldi per mantenermi.”

“E i tuoi genitori?”

“Se lo sanno, intendi?”

“Sia se lo sanno, sia dove sono ora.” Dissi, scossa ancora dalla notizia. Immaginavo Jared in un altro modo, a dirla tutta. Non avrei mai pensato ad una scelta simile.

“Loro sono rimasti in Canada.” Chiarì ogni mio dubbio, appoggiandosi meglio allo schienale della panchina.  “E sanno tutto riguardo questa cosa. Hanno accettato, a malincuore, hanno accettato.”

Nella vita, dovevo saperlo, cambiavano un sacco di cose.  Eppure, nonostante avessimo passato metà della nostra vita lontani, era come se Jared non se ne fosse mai andato da New York, dalla mia vita.

“C’entra qualcosa con il tuo ritorno qui? Voglio dire, questo tuo ritorno improvviso deve essere dovuto a qualcosa.”

“Ho un combattimento  domani.” Mi sorprese ancora una volta.

“C-cosa?”

Jared tacque per un po’. Mi conosceva, e sapeva che avevo ricevuto le notizie troppo velocemente.  A partire dal suo ritorno.

“Sei tornato per questo, quindi?” Provai ad essere il più naturale possibile. “Sei tornato in particolar modo per questo combattimento?”

“In gran parte per questo, ma avevo anche bisogno di staccare la spina.”

Cos’era successo nella sua vita, durante la mia assenza? Cos’era realmente cambiato?

“Mi verrai a vedere?” 

Quando tornai nuovamente a guardare i suoi occhi, realizzai la sua domanda.  Odiavo andare a vedere cose simili. La folla, il luogo, le scommesse.

“Sai che odio queste cose.”

HurtsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora