Rotolai nel letto, avvolgendomi tra le coperte sperando di sentire meno freddo. Spalancai gli occhi, tossendo appena una leggera nuvola di fumo mi arrivò alle narici. La persona che era accanto al letto fece una risata, sciogliendomi nel vedere quel viso.
«Dormito bene?» dondolò sulla sedia, spingendosi in avanti e diminuire la distanza tra di noi. Mi sollevai dal materasso, arrossendo per via della sua insistenza nel guardarmi. Harry rigettò il fumo sulla mia bocca, ridendo su di essa quando non mi mossi più.
«Non hai la forza di rispondermi?»
No, non ce l’ho.
Mi confondi, mi fai sentire strana.
Di colpo, ignorandolo, tornai con i piedi a terra, anche se sapevo che sarei crollata da un momento all’altro. Finsi di dover far qualcosa, mettendo a posto gli oggetti sparsi per la camera. Sistemai ogni piccola cosa, capendo dal rumore dei suoi passi, che lui era lì. Proprio dietro di me.
«Non risolverai niente, evitandomi» annunciò, disegnando con le sue lunghe dita dei cerchi astratti sui miei fianchi. Mi girò, appiccicandomi al suo corpo e vietarmi di far qualsiasi movimento.
«Questa vicinanza ti uccide, non è così?» disse piano, tenendomi il mento con un dito. «Senti il tuo respiro? Lo senti com’è ingestibile?»
Sei tu che crei tutto ciò.
Sei tu che scombini ogni cosa.
«Sono io la causa di tutto questo» affermò, sicuro di sé, bloccandomi il viso con le mani. Andai a fuoco, imbarazzandomi il triplo soltanto perché Harry sorrise. E uno strano desiderio bruciò dentro al mio stomaco.
«So che vuoi farlo anche tu» mormorò, socchiudendo gli occhi. Le nostre labbra cercarono un contatto, un contatto che non gli veniva dato.
«Lily, siamo a casa!»
La porta della camera si spalancò. Sguardi confusi erano su di noi.
«Mamma…» la mia voce fu sempre più bassa, «Papà…»
«Harry?» mia madre lo guardò, incredula. «Voi…»
Noi niente.
«Scusatemi, ero venuto solo a fare un po’ di compagnia a Lily» si giustificò, lanciandomi uno sguardo complice. Mio padre lo incenerì con un’occhiataccia.
«Compagnia? Immagino»
Harry mantenne la calma. «Non volevo lasciarla sola»
«Non preoccuparti Harry, anzi, grazie.» mia madre sorrise raggiante, dando una gomitata a mio padre e fargli capire che doveva smetterla di comportarsi così. E, poco dopo, mia madre aggiunse: «Vuoi venire a fare colazione con noi?»
Ma Harry, non badando a cosa ne pensassi a riguardo, accettò.
«Sarei davvero felice di fare colazione con voi»
I miei genitori girarono la testa, facendoci segno di seguirli. Lasciai le distanze tra me e Harry, guardando il basso non proferendo parola.
«Allora, Harry, parlami un po’ di te»
Si sedette, alzando entrambe le sopracciglia. «Cosa vuole sapere, signor Williams?»
«Qualcosa della tua vita» rispose seccato, preparando il caffè. «Sai, voglio sapere chi frequenta mia figlia»
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Hurts
FanfictionUn'attrazione che va oltre ogni limite, dei segreti tenuti nascosti, delle tentazioni fuori posto. Si può fuggire da tutto questo? ~ "Ci sono cose che non sai, che tengo dentro me stessa per non farti scappare. Le tengo dentro perché so che non regg...