La risata di Jared mi fece tornare il sorriso. Ricordare vecchi momenti, insieme, era decisamente qualcosa di nuovo e strano. Passammo la serata a raccontarci le giornate ai tempi del liceo, dei vari professori psicopatici, di noi.
“Il nostro primo bacio…Te lo ricordi?” Giocò con il bicchiere di vetro, sorridendo tutti e due nel ricordare quel giorno.
“Eravamo nella palestra della scuola… E tu eri decisamente troppo imbarazzata.” Mi prese in giro, e ricordai subito il colore che il mio viso aveva iniziato a prendere dopo quel bacio. Parlare di quelle cose, con talmente naturalezza, mi aveva decisamente stupita. Non avrei mai pensato a un suo ritorno, non avrei mai pensato di passare una serata con lui.
Ma i pensieri di poco prima, alla fine, erano sempre presenti nella mia testa. Harry era passato vicino al mio tavolo, il suo sguardo fisso su di noi, nessuna preoccupazione sulla reazione che avrebbe potuto avere Jared nei suoi confronti. La ragazza vicino a Harry sprizzava entusiasmo da tutte le parti, sicuramente felice di stare con un ragazzo come lui.
Ed io ero rimasta al mio tavolo, con la testa abbassata e la voglia di parlargli troppo forte.
Sapevo che Harry non avrebbe fatto la cosa giusta. Avrebbe continuato a sbagliare, a lasciarmi andare.
“A cosa pensi?” Jared mise i gomiti sul tavolo, guardandomi preoccupato. Se avessi iniziato a dirgli i miei pensieri, ciò che mi preoccupava, sarei letteralmente scoppiata. E non potevo, non con lui.
“Mi piace questo locale.” Bugiarda, mi dissi.
“A me non sembra, sinceramente.” Dopo tutto, mi conosceva meglio di chiunque altro.
“Prendiamo qualcos’altro?” Parlai d’altro, pregando che Jared non riprendesse nuovamente il discorso. Presi il suo bicchiere, bevendo un po’ di quella roba che aveva preso.
“Non bere troppo, mi raccomando.” Mi fregò il bicchiere dalle mani, e rise per la mia faccia arrabbiata. Guardai Jared forse per minuti, pensando a come sarebbe stato se ci fosse stato Harry, al suo posto. Se avessi scherzato e riso con lui, senza litigare, senza tenere i propri sentimenti dentro di sé. Ma con il carattere forte di Harry, non era facile.
“Allora?” Bevve un po’, avvicinandosi di poco. “Che progetti hai fatto riguardo il futuro?”
Pensare al futuro mi spaventava a morte. Odiavo progettare le cose prima.
“Non lo so. Insomma, per ora faccio solo qualche set fotografico e…”
“Sei su tutti i giornali. Quando ero in Canada non si faceva altro che parlare di te, della grande offerta che avevi avuto. Sono rimasto sorpreso.”
“Mia madre aveva bisogno di me, e non accettava di certo un no come risposta. Sai com’è fatta.” Mi portai i capelli da una parte, giocherellando con le punte. “Ma non so se continuerò anche in futuro.”
“Non ti piace? E’ un ottimo lavoro, perché non continuare?”
“Voglio qualcosa che non mi impegni troppo. Ma cambio idea facilmente, sai.”
“E lui?” Capii esattamente a chi si stesse riferendo. “Cosa ne pensa?”
“Oh…beh…” Ci pensai, senza arrivare ad una conclusione.
“Non gliel’hai mai chiesto?”
“No…”
“Con quel carattere che si ritrova, credo proprio che sia impossibile parlarci.” Disse, e rimasi senza parole. Tutti avevano notato la personalità di Harry. E nessuno, a parte me, sarebbe riuscito a sopportare i cambi d’umore e la sua scontrosità.
“Tu hai sempre odiato i ragazzi come lui.” Nei suoi occhi c’era confusione e preoccupazione. “E a me infastidisce anche solo il semplice modo in cui ti guarda. Tipo prima.”
“E’ passato vicino questo tavolo con quell’aria da strafottente, come se il mondo girasse tutto intorno a lui. Per non parlare all’Hotel… che si è intromesso così, quasi fosse una cosa normale. Dovresti allontanarlo, sul serio.”
Lui c’è stato durante la tua assenza. A modo suo, mi è sempre rimasto accanto.
“Per favore, possiamo non parlarne? Voglio passare una serata senza pensieri, se è possibile.”
“Perché quando si parla di lui…reagisci in questo modo?”
La mia bocca si aprì, le parole ancora rimaste ferme in gola. Ma l’unica cosa che volevo realmente era urlare fino a restare senza voce, urlare al mondo intero che io, senza di Harry, non ce l’avrei fatta a stare. E avrei voluto urlarlo davanti a Harry, che mi avrebbe guardato negli occhi senza proferire parola. E io avrei urlato, così forte da farmi scoppiare il cuore.
“Il tuo cellulare sta vibrando.” Mi passò il cellulare che era poggiato sul tavolo, ed io tornai alla realtà. Sbloccai il cellulare, accorgendomi di un messaggio da parte di Chloe. Era strano che mi avesse scritto.
*Mi dispiace disturbarti, sul serio. Ma ho bisogno del tuo aiuto a casa, adesso. E’ urgente.*
Qualcosa non mi quadrava affatto. Chloe, durante serate del genere, soprattutto se ero in compagnia di qualcuno, evitava sempre di scrivermi. Le risposi, più confusa di prima.
*E’ urgente? E’ successo qualcosa?*
Tolsi il cappotto dalla sedia, rinfilandomelo molto velocemente. Jared si alzò dalla sedia e mi fermò.
“E’ tutto okay?”
“Tutto okay.” Gli risposi tranquilla, ma in gran parte non lo ero. “Devo andare da Chloe, ti dispiace? Credo che abbia combinato qualcosa.”
“No, non c’è problema. Ti accompagno, però.”
“Sei sicuro?” Allacciai meglio la cintura in vita.
“Mai stato più sicuro.”
STAI LEGGENDO
Hurts
FanfictionUn'attrazione che va oltre ogni limite, dei segreti tenuti nascosti, delle tentazioni fuori posto. Si può fuggire da tutto questo? ~ "Ci sono cose che non sai, che tengo dentro me stessa per non farti scappare. Le tengo dentro perché so che non regg...