Fragments of us.

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E il silenzio ti parlerà di noi, mentre le immagini sfocate di quello che siamo stati, si ripeteranno e muoveranno lentamente nell'aria.

..

Sei mesi dopo

Era incredibile, il modo in cui le cose erano pronte a cambiare, ad evolversi, a rivoluzionarsi.

I mille perché della vita avevano iniziato man mano ad avere delle ipotetiche risposte, che forse un filo di verità lo possedevano, o forse non lo possedevano affatto.

Ed era strano, sì. Ritrovarsi con la sensazione che mi oltrepassava lo stomaco, forte, intensa, e fingere di non sentire dolore.

Avevo provato così tante volte, a dormirci su, a pensare che un dolore fisico del genere, prima o poi, sarebbe andato via. Contavo i giorni, aspettavo. Ma finii semplicemente per abituar mici, a convivere con esso, a farmene una ragione. Ma una parte di me, continuava a sperare, e l'altra a morire.

Il dolore era autonomo, lo sapevo. Attraversava ogni vena e poi, all'improvviso, decideva di andarsene, e poi di tornare, a volte per sempre, a volte solo per un po'.

Ma c'era chi andava via e basta, e che la parola 'ritorno', non sapeva nemmeno cosa volesse dire.

Aveva intrapreso il suo obiettivo, la sua strada, mentre io avevo percorso la mia, voltandomi sempre indietro.

"Chi si infila senza permesso nella tua vita, è colui che ricorderai per sempre." Ripeteva sempre la mia coscienza, o forse la mia anima. E aveva ragione.

Guardai le pareti della mia stanza, respirando intensamente, pensando a quanto il silenzio che mi circondava, racchiudesse un'infinità di parole.

Mi massaggiai le gambe, e dopo aver fatto scivolare tutti i pensieri a terra, feci uscire un leggero sospiro dalle labbra.

"Che fai qui?"

Girai di scatto la testa, e quando vidi Andrew, le labbra si piegarono subito in un sorriso. "Sono solo un po' stanca."

"Capisco." Rimase fermo sulla porta, fermo a pensare se in quella frase si nascondesse la vera verità. Avevo conosciuto Andrew in un locale, per caso, ma la prima cosa che mi colpì lui, fu il suo modo di ragionare, di starmi accanto.

Ci avevamo provato, a stare insieme, a vivere quelle belle sensazioni in un rapporto vero e proprio di coppia. Ma alla fine, non funzionò.

Andrew non era come Harry. Andrew era pieno di dolcezza, era sempre pieno di gioia anche quando non doveva.

Era sempre di buon umore, amava perdersi nelle piccole cose e amava i baci lenti.

Harry odiava e non faceva niente di tutto ciò. Preferiva dimostrarmi le cose in altri modi, preferiva consumarmi le labbra per farmi capire quanto desiderio e amore, provasse per me. E io percepivo tutto questo, in ogni bacio.

Un po' di tempo fa, mi disse "Sai che non sono bravo ad esternare ciò che provo."Ed era vero. Non riusciva mai a tirare fuori quello che aveva dentro. Bastava però prestare attenzione a ciò che si nascondeva nei suoi occhi, alle emozioni che galleggiavano dentro le sue iridi e che avevano il disperato bisogno di catapultarsi fuori. Infondo, se non lo facevano, era perché avevano la consapevolezza che c'era qualcuno che passava il proprio tempo a leggere il linguaggio degli sguardi.

Ne avevo viste tante, di coppie. E tutte, nessuna esclusa, si dichiaravano amore con frasi piene di significato e, talvolta, fin troppo piene di dolcezza.

Harry, vedendo una cosa simile, avrebbe sicuramente detto: "E' nauseante."

E io, ridendo, avrei risposto: "Non è così."

HurtsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora