Just live me

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- Harry

Le sue parole mi esplosero nel petto. Aveva gli occhi pieni di dolore, di emozioni tenute dentro per chissà quanto tempo. Mi guardava come se oltre a quella frase, volesse aggiungere qualcosa, ma, al tempo stesso, preferiva tenerla per sé. Ricordai il nostro primo incontro, le nostre prime parole, i nostri primi sguardi. E ricordai la maledetta voglia che avevo di viverla, quella maledetta voglia che desiderava sapere che persona si nascondesse dietro quegli occhi pieni di trucco.

Le mie labbra continuarono a stare incollate, l'orgoglio che dominava ancora una volta. Ed era come se avessimo di nuovo un muro in mezzo a noi che ci impediva di fare qualunque passo.

“Hai la possibilità di lasciarmi andare, di non dovere più versare lacrime per un bastardo come me. Ma tu continui, imperterrita, a non farlo.” Dissi senza ragionare, i suoi occhi incollati ai miei.  “Stai procurando solo del male a te stessa, e non dovresti.”  

Rimase ferma al suo posto, le sue parole forse troppo forti per farle uscire dalle labbra, e le mie forse troppo dolorose da sopportare.

“Ti accompagno dagli altri.” Mi girai, decidendomi una volta per tutte di andarmene da quel posto, lasciando, ancora una volta, le cose in sospeso. Lily camminò svelta, dandomi quasi una gomitata.

“Chiamerò un taxi.” Mi rispose, sorpassandomi.

E vivevo nella profonda convinzione che lei sarebbe sempre tornata da me, perché lo faceva sempre, nonostante le litigate, le parole che ci urlavamo a vicenda che erano dolorose come una pallottola al cuore. Ed ero convinto che sarebbe tornata, ma il tremore che avevo per tutto il corpo e che mi impediva di fare qualsiasi movimento, mi ripeteva che non era così.



“Quanto hai bevuto?” Niall stappò la bottiglia di vodka, controllando ogni mio tipo di movimento con uno sguardo fin troppo attento e preoccupato. Onestamente, non ricordavo quanti alcolici avevo mischiato, e non capivo nemmeno perché il mio amico si interessasse così tanto alle mie condizioni.

“Non lo so.” La mia risposta arrivò talmente piano e bassa, che Niall fece addirittura fatica a sentirla. Sentivo un bruciore alla bocca dello stomaco e alla gola, dando ovviamente colpa alla quantità di alcolici ingoiati quella sera. Ma oltre a quelli, contribuiva anche qualcos'altro.

“Dovrei filmarti, sai? Il tuo sguardo è  perso nel vuoto e la tua espressione è davvero indescrivibile.” Stronzo, mi verrebbe da dirgli. Ma ovviamente, non ribattei.

“Seriamente. Che hai?” Mandò giù quella vodka, continuando comunque a mantenere l'attenzione su di me. Possibile che le persone non capissero quando non era il momento di parlare? La mia intenzione era quella di azzerare tutti i miei pensieri della sera precedente, praticamente impossibile, visto la situazione. Cercavo di non pensare a come l'avevo trattata, al modo in cui provai a scrollarmi le sue parole di dosso. Ma l'immagine di noi, in quella strada deserta, mentre ci urlavamo contro quello che avevamo dentro, era ancora ben nitida nella mia mente.

“Passami la vodka.” Il mio stato d'animo era in continuo cambiamento. Il mio amico mi passò la bottiglia velocemente, appoggiandosi meglio allo schienale della sedia.

“Da quanto ho ben capito, la tua voglia di parlare e' pari a zero.”

“Mi sorprendi, con la tua giusta osservazione.” Passai l'indice lungo la bottiglia, picchiettando anche il piede a terra. Il mio nervosismo stava talmente per scoppiare, che avrei fatto fuori chiunque anche solo con un semplice sguardo.

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