Walls

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Fotografi ovunque, obiettivi puntati addosso, voci che non facevano altro che comandarmi.  Eseguii ogni loro ordine  senza fare obiezioni, cambiando più volte posizione, ma mostrandomi sempre paziente e cortese con tutti. Mi chiesero ripetutamente se avessi bisogno di qualcosa, se mi sentissi bene, rispondendo semplicemente con un sorriso e con un flebile no.  Truccatrici e parrucchiere corsero da me, veloci, sistemandomi in pochi secondi trucco e capelli. Mi rimisi in posizione, la voce stridula di mia madre bloccarmi. 

"Stop!" Gridò battendo le mani. Tutti i dipendenti ascoltarono l’ordine di mia madre, facendosi portare dalle segretarie un caffè o qualcosa che comunque potessero mangiare molto velocemente.  Mia madre camminò con grande maestosità su quei tacchi quattordici, guardandomi con aria quasi disperata. 

"Lily."  Alzò gli occhi al cielo, infastidita da qualcosa. "Potresti gentilmente avere un’espressione più decente? Capisco che sei stanca e tutto quello che vuoi, ma ti ricordo che stai facendo un set fotografico. E la tua faccia deve essere comunque abbastanza presentabile, perlomeno."

Caddi nel dolore che avevo dentro, quel dolore che da ormai una settimana non faceva altro che prosciugarmi completamente. Avevo perso la voglia di fare qualunque cosa, anche la più piccola, e che non richiedeva chissà quale sforzo. Sto crollando.

"Stai dormendo in questi giorni?" Passò i polpastrelli sotto le mie leggere occhiaie, fingendosi preoccupata come suo solito. Tolsi la sua mano con uno scatto della testa, vedendola immediatamente arrabbiarsi per il mio gesto inaspettato. Mi fissai a guardare un punto.

"Sei così lunatica, Lily. Buona fortuna al ragazzo che riuscirà a sopportarti." Disse ironica, distruggendomi. Feci dei lunghi e profondi respiri ripetendomi mentalmente di dover mantenere la calma e di non agitarmi. Facile a dirsi. 

"La signora Cameron è rimasta così incantata da Harry. Non faceva altro che dirmi di voi, del modo in cui vi guardavate. Non vede l’ora di rivedervi, sai?"  Mi raccontò, entusiasta di aver fatto colpo sulla sua collega. Era andato tutto secondo i suoi piani. 

"Harry?" E solo a sentire il suo nome, un milione di ricordi mi si scaraventarono addosso. "Harry dov’è?"

Già, dov’era?

In una settimana, non avevo avuto più sue notizie. Era finito tutto in quel negozio, ogni sguardo, parola. Cos’era rimasto di noi? 

"Non so dove sia."

Mia madre cambiò espressione. "No?Tu ed Harry sembravate ormai una coppia vera e propria, com’è possibile che tu non sappia dove sia?"

"Non lo so e basta, mamma." Cercai di non pensare a quelle immagini di quel giorno, alle mie parole, al suo comportamento.  Ma era inevitabile. Perché mi bastava sentire il suono del suo nome, per crollare definitivamente.

"Dio, che carattere che hai. Ho solo fatto una domanda!" Si difese come suo solito, incrociando le braccia al petto. Mi guardai il vestito che mi avevano chiesto di indossare, non sapendo più cosa dire.  I pensieri mi stavano letteralmente uccidendo. 

"Sappi che Harry dovrà venire ad altre cene con noi. Voglio dire, non puoi mica presentarti senza il tuo ragazzo." Precisò, appena passarono dei suoi colleghi. E anche se avessi voluto dirle la verità, non avrebbe capito. Avrebbe pensato a lei, ai suoi interessi, al lavoro. Ma di me, ovviamente, non le importava. 

"Lil!"

Chloe corse, alzando la mano per mostrarmi il cappuccino che mi aveva appena preso. Risi a bassa voce quando la vidi in difficoltà con quei tacchi, ma cercai di non farmi vedere. 

"Questo è per te!" Mi porse il cappuccino, sorridendomi soddisfatta. "Ci ho messo anche due cucchiai di zucchero, come piace a te, se te lo stessi domandando."

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