Victims of love

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Passai le dita sulle labbra, sconvolta dal gesto compiuto da Harry. I suoi occhi fissarono il vuoto, la tensione saliva a vista d’occhio.

“Mi farai perdere il controllo.” Pronunciò quelle parole con dei sospiri, allontanandosi velocemente dal mio corpo. Si sdraiò sul letto, appoggiando la testa sul cuscino, fingendo  che tra noi non fosse mai successo niente.  Rimasi attaccata alla porta, con il suo sapore ancora sulle labbra.

Quando camminai lungo il corridoio, mille ricordi e pensieri della sera prima mi invasero la mente. Era difficile archiviare ogni attimo di quel giorno, ogni parola, ogni ricordo. La malinconia aveva ormai riempito gli occhi di Harry, la rabbia lo stava divorando dentro, il dolore lo stava facendo crollare. Harry avrebbe combattuto fino alla fine, lo sapevo, ma anche in una situazione del genere? Per quanto volesse mostrarsi indifferente e furioso con il mondo intero, i suoi occhi parlavano chiaro. Heaven aveva fatto parte della sua vita, e lui, ne ero certa, la aveva amata con tutto se stesso. E solo nel provare a mettermi nei suoi panni, la tristezza risucchiò anche me. 

“Ti odio.”

Era odio vero, il suo? 

Aveva un modo di baciarmi intenso, da farti togliere il fiato. E sapevo che in quel bacio, entrambi avremmo voluto dirci fin troppe cose, finendo semplicemente per dividerci e ignorare l’accaduto. 

Cosa siamo noi?

Le ipotesi erano tante. Ma la verità? La verità qual era?

“Tesoro!” 

Non potei fare a meno che girarmi, incontrando il sorriso finto di mia madre accogliermi di prima mattina. 

“Sei tornata così tardi questa notte, Lily. Dov’eri?” 

Ero fuori dal mondo. Ero con lui. “Si è fermata l’auto in mezzo alla strada, e abbiamo avuto dei problemi.” Le dissi, avviandomi in direzione della cucina. Trovai mio padre seduto a tavola, preso nel bere il suo caffè. Entrai in cucina, circondandogli il collo con le braccia e stampargli un amorevole bacio sulla guancia. Mio padre sorrise raggiante.

“A cosa devo questo gesto affettuoso?” 

“Lo faccio sempre, papà!” Mi arrabbiai, sporgendo il labbro inferiore. Lui sorseggiò ancora un po’ di caffè, ridendo per le mie espressioni buffe ma che tanto amava.

“Dove sei stata ieri sera?” Tirò fuori il discorso, mettendomi in difficoltà. Avrei dovuto dirgli che ero in auto con Harry? Avrei dovuto dirgli che ero con Chloe?

Girovagai nella stanza, prendendo qualcosa da sgranocchiare per poi sedermi accanto a mio padre. Attese una mia risposta, fissandomi insistentemente. 

“In giro con gli altri.” Gliela buttai lì, rimanendo un po’ sul vago. Mi versai un po’ di latte nella tazza.

“In giro?” Chiese, sospetto. 

Mangiai con tutta la tranquillità possibile, annuendo con poca forza. Intinsi di tanto in tanto la brioche nel latte, confusa per via degli sguardi così insistenti di mio padre. 

“Che cos’hai fatto sul collo?” Disse, e io capii subito a cosa si riferisse. Il marchio che Harry aveva lasciato Harry sulla mia pelle. E ora?

“C-come?” 

Mio padre mi girò la testa, osservando il segno più da vicino. “Che cos’è?”

“Oh…” Sperai di trovare le parole giuste da dire. “Credo di aver sbattuto da qualche parte.”

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