Let me go

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Esistevano momenti incancellabili. Momenti che una volta vissuti, restavano incastrati nella mente per un’infinità di tempo. Esistevano sensazioni indelebili, quelle che si infilavano nella pelle sottoforma di brividi.
Ed esistevano momenti pieni di dolore, malinconia, che una volta vissuti ti laceravano dentro. 

Mi trovavo a pochi passi da lui, un insieme di miste emozioni unirsi, la voglia di urlare così forte da farmi impazzire. 
Ritrovarmi quegli occhi verdi puntati addosso, lo stupore sul suo viso nel vedermi lì. Assistere a quel bacio fu qualcosa di doloroso e tremendamente sconvolgente. Mi sentivo come se avessi creduto in qualcosa che in realtà non esisteva. 
Perché la sensazione di vuoto dentro al petto, non si poteva assolutamente spiegare. Non si poteva spiegare il terribile bruciore agli occhi, quel bruciore che annunciava prepotentemente l’inizio di un pianto. E non si poteva spiegare l’incredibile voglia di tornare indietro di qualche attimo, evitando così la scena di quel bacio. Non si poteva, e lo sapevo.

“Lily.” Ryan e Chloe si fermarono, confusi da tutto, dalla situazione. Tutte le cose che avrei voluto  dire mi fecero su e giù per la gola, distruggendomi ancora di più. Feci subito dei passi indietro, e la scena di qualche secondo prima tornò come un flash, colpendomi duramente al cuore. 

“Aspetta.” Conoscevo Ryan e i suoi metodi per aiutare le persone. E sapevo anche che con quella frase, non voleva far altro che farmi ragionare, farmi capire i motivi, sempre se ce ne fossero, di quel bacio. Ma ormai volevo solamente andarmene da quel posto, fare pace con me stessa.
Distolsi solo dopo poco, lo sguardo da Harry e quella ragazza al suo fianco. Lui era immobile sul sedile, preoccupato e spaventato da quello che aveva davanti agli occhi. Dal suo modo di guardarmi potei subito capire che avrebbe voluto dirmi talmente tante cose, che non gli sarebbe bastata nemmeno una vita per raccontarle. 

E ci guardammo un’ultima volta, incatenandoci con gli occhi. Era come se non si fosse nemmeno accorto della presenza di Ryan e Chloe. 
Però, prima che potessi rompermi in mille e minuscoli pezzi davanti a lui, decisi di andarmene. Camminai nuovamente all’indietro, sospirando più di una volta nel ricordare ogni nostro sguardo, ogni nostro respiro. Mi sentii mancare l’aria.

“Lil!” Chloe gridò, facendo di tutto pur di farmi restare. Mi allontanai sempre di più, e Harry aprì di colpo lo sportello dell’auto. Cominciò a camminare, aumentando man mano la velocità dei suoi passi. Mi girai dall’altra parte, dandogli una volta per tutte le spalle. 

“Lily, ascoltami.” La paura dentro la sua frase. Aumentai anche io il mio passo, badando poco alla sua voce.

E tu lo sai, che siamo come legati da un filo. Ma più andiamo avanti, e più mi sembra che tu lo stia spezzando.

“Non voglio ascoltarti.” E la parte più furiosa di me prese il sopravvento. I lineamenti del suo viso si indurirono. 

“Devi farlo.” 

Quando fece nuovamente un passo avanti, Ryan lo prese per un braccio e gli impedì di camminare. L’occhiataccia che Harry gli rivolse parlava già da sola.

“Stai cercando di fermarmi?” Harry provò a scacciare il dolore scoppiando in una risata. “Non credo che sia una buona idea.”

“Lo sto facendo per impedirti di sbagliare di nuovo.” Ryan, con un semplice sguardo, volle fargli capire la marea di errori che Harry aveva fatto in tutta la sua vita. Ma anche se sapeva di essere ricoperto di sbagli, non aveva nessuna intenzione di cambiare.

“Non sei nessuno per decidere cosa sia giusto, e cosa no.” 

“Voglio solo aiutarti.” Ryan chiarì. 

“Smettila di farlo, allora. Non ne ho bisogno.” Si lanciarono sguardi pieni di parole, comprese quelle piene di rabbia. Ryan, nonostante tutto, nonostante i mille rifiuti da parte di suo fratello, lui continuava a resistere e a stargli vicino. Anche se era difficile.

“Harry!” La ragazza che era con lui, Gaye, o così mi sembrava si chiamasse, scese frettolosamente dalla macchina, correndo da noi. Studiò ogni mio movimento, guardando poi Harry, speranzosa. Aspettava di sapere qualcosa in più su ciò che stava accadendo e, in particolar modo, la mia reazione a quel bacio. 

“Posso sapere cosa sta succedendo?” Gaye incrociò le braccia, attendendo una risposta. Harry prese a camminare.

“Vieni con me.” Suonò come un ordine. Le sue dita si avvolsero  intorno al mio polso, e il mio corpo reagì immediatamente. 

“Non puoi decidere per me quello che devo fare.” Mi scansai più di una volta, ma non ci furono risultati. La sua presa era troppo forte, non ce l’avrei mai fatta a ribellarmi come avrei voluto. Gli dissi di lasciarmi in pace, che non avevo bisogno di ascoltare una delle sue solite scuse.  Ma i nostri comportamenti, a dirla tutta, non si potevano spiegare.
Io non dovrei avercela con lui. E nemmeno lui, avrebbe dovuto spiegarmi l’accaduto. 

“Devi solo starmi a sentire.” La presa più stretta, la sicurezza nel suo sguardo. “Vieni con me.”

Prima che potessi ribattere ancora, Harry mi trascinò con lui, ignorando completamente i miei tentativi di liberarmi. Mi strinse ancora il polso, fregandosene altamente degli sguardi di tutti. Non avevo la minima intenzione di ascoltarlo, non dopo quello che i miei occhi avevano visto.  

“Harry.” Cercai di attirare la sua attenzione, invano. Mi fece capire di entrare in auto, e anche in fretta. 

“Entra e basta.” Disse senza troppi giri di parole. Sentii un forte peso al petto.

“Cosa pensi di fare?” Mi alterai, stanca della situazione. “Pensi di comandarmi, di avere il totale controllo su di me? Vuoi portarmi via da qui, per poi fare cosa? Per urlarmi contro? Perché lo sai, come va a finire tra noi due.”

“Non voglio stare semplicemente qui, dannazione!” Così frustrato, così stanco. “Preferisci stare qui, davanti ad ognuno di loro, - Indicò con la mano il resto del gruppo– a parlare di ciò che è successo? Io non credo.”

“Non voglio parlarne.” Perché ricordare quel momento, era solo doloroso. Harry si sfogò ancora su di me.

“No? Non vuoi farlo?” Rise solo nel domandarmelo. “Va bene, è okay. Lasciamo le cose così.”

Mise un piede dentro la macchina, fermandosi solo per quale secondo. Ed io, rimasi ferma a guardarlo.

“Preferisci vivere nel dubbio, piuttosto che sapere come sono andate realmente le cose. Ma preferisci stare così, e a  me sta bene.”

Il resto del gruppo si allontanò da noi, e sentii la voce di Chloe dire agli altri di andarsene da lì, che non era assolutamente il caso di rimanere. Le cose tra me e Harry si stavano mettendo decisamente male.

“Andiamo.”  

Harry aggrottò la fronte, stranito.

“Vogliamo parlare? Andiamo.” Insistetti, aprendo lo sportello. Entrai prima di lui, immaginando come sarebbero andate realmente le cose. Perché le cose da dirsi, lo sapevamo, erano troppe. 
Dopo essere entrato, Harry mise in moto senza degnarmi di uno sguardo. Dal finestrino vidi Chloe guardarci, in pensiero per quello che sarebbe accaduto.  Harry andò dritto, girando poi a destra. 
Per tutto il viaggio, restammo in silenzio.








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