“Angie, sto bene, davvero. E probabilmente non ricorderai nemmeno che mi hai chiamata, visto le tue condizioni.”
“Oh, Lil,sto alla grande!” Sbiascicò, ingoiando qualcosa allo stesso tempo. “Ci hai abbandonate così, come hai potuto?!”
Osservai fuori dal finestrino, non rispondendo alla domanda che mi aveva appena fatto la mia amica. Harry era appoggiato a un muretto lì vicino, preso a scalciare i sassolini per passare il tempo.
“Ho avuto un contrattempo.”
“Un contrattempo di che tipo?” Disse tra un sorso e l’altro, sentendo la voce di Chloe che la supplicava di attaccare. In parte mi sentivo in torto ad averle lasciate da sole alla festa, anche se, dopotutto, non erano proprio da sole. Certo, con Liam nei dintorni non era il massimo.
“Dovevo prendere alcune cose nell’ufficio di mia madre, nulla di importante.”
“E con chi sei?” Anche se era ubriaca, riusciva comunque a farmi l’interrogatorio di terzo grado. Da non crederci.
Presi un po’ di tempo prima di rispondere, senza riuscire a togliere gli occhi di dosso ad Harry. La posizione in cui si era messo, le mani infilate nelle tasche dei jeans stretti, la collana che aveva al collo, il modo in cui spostava i suo ricci con le mani. Lui era così…
“Lil?!”
“Sono da sola.”
Angie non era poi così convinta di quello che le avevo detto, ma finì per crederci, chiudendo la telefonata con parole senza senso.
Risi senza un motivo, aprendo lo sportello dell’auto. Uscii dalla macchina di Harry, e il suo sguardo vagò su tutto il mio corpo, soffermandosi in particolare sulle mie gambe. Si leccò il labbro inferiore.“Ce ne hai messo di tempo.” Si staccò leggermente dal muro bianco, piegando la testa da un lato e sorridermi. “Parlavi di me con la tua amica?”
Oh, gli piacerebbe.
“Mi spiace, - Gli diedi una piccola spinta sul petto, ridendo – ma parlavamo di cose molto più importanti.”
Un sorriso divertito spuntò sulle sue labbra piene. “Immagino.”
Tirai fuori le chiavi dell’ufficio, infilandole nella serratura e girarle dentro di essa. Harry si mise dietro di me, spingendo la porta in avanti per farmi entrare.“Lavora qui tua madre?”
Cercai un interruttore della luce, toccando tutti i muri che mi circondavano. Harry mi seguì, provando anche lui ad aiutarmi in quel buio pesto.
“Purtroppo.” Risposi finalmente alla sua domanda curiosa, sbattendo il piede contro qualcosa riuscendo quasi ad inciampare. Una mano,però,fu più veloce e astuta nell’afferrarmi.
“Dovresti ringraziarmi per averti salvato, sappilo.” L’acciaio del suo orologio mi sfiorò leggermente la pelle scoperta dal vestito, sussultando nel sentire quel materiale così gelido a contatto con la mia pelle.“Grazie…” E ogni respiro che uscì dalle nostre labbra era così forte e intenso che ti faceva girare la testa. La sua mano destra si spostò sulla mia schiena, cliccando, dopo qualche attimo, qualcosa che era sul muro dietro di noi. E in quel momento, la luce batté su di noi.
“Dove sono i disegni che ti servono?” Mormorò lentamente. Mi accorsi solo dopo di essere attaccata a lui, arrossendo per l’imbarazzo. Staccai il mio corpo dal suo, facendo scivolare molto lentamente le mani lungo le sue possenti braccia, distogliendo timidamente lo sguardo dal suo volto.
“Credo che li abbia lasciati sulla scrivania…” Ipotizzai. “O forse…non lo so.”
Harry camminò per il lungo corridoio dell’ufficio, accendendo tutti gli interruttori per illuminarlo. Lo seguii, mantenendo le distanze tra di noi, non capendo nemmeno il motivo per cui lo stessi facendo. Che bisogno c’era di comportarsi così?
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Hurts
FanfictionUn'attrazione che va oltre ogni limite, dei segreti tenuti nascosti, delle tentazioni fuori posto. Si può fuggire da tutto questo? ~ "Ci sono cose che non sai, che tengo dentro me stessa per non farti scappare. Le tengo dentro perché so che non regg...