Don't wanna let you go

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Un dolce profumo di albicocca mi mandò in confusione con la testa, non resistendo alla tentazione di poterlo assaporare ancora meglio. Strizzai gli occhi, prendendo un po’ di tempo prima di aprirli del tutto. Quando fui pronta per capire dove fossi, degli occhi dalle tonalità fredde accolsero il mio risveglio. Sforzai la mia testa per ricordare cosa fosse successo e, le uniche cose che apparvero nella mia mente, erano rumori fortissimi e una mano che mi afferrava con violenza. Per il resto, vuoto totale. 

«Lily»   il mio nome detto da lui diventava qualcosa di piacevole da ascoltare. Lo trasformava in una dolce melodia, la più dolce melodia che avessi mai sentito in tutta la mia vita. 

Fece una sorta di lotta con il pulsante della luce, imprecando ad alta voce quando dovette tenere me tra le sue braccia e contemporaneamente fare altre cento cose.  Anche se non ero ancora tornata del tutto alla realtà che mi circondava, la sua voce ci era quasi riuscita.

«Non ricordi nulla?»  chiese dolcemente, trasportandomi in una stanza non troppo distante da noi. 

La porta era accostata, e l’aprì semplicemente con una gomitata, entrando dentro la camera molto velocemente.  Harry, attento ad ogni mia mossa, mi rimise in piedi, ancora poco stabile per stare in quella posizione. 

«Perché mi hai portato a casa tua? Perché stai facendo questo per me?»  dissi tra una domanda e l’altra, più dubbiosa di prima. 

Harry  trattenne il mio corpo, terrorizzato che da un momento all’altro sarei potuta cadere a terra.  «Tu mi hai salvato»  quell’odore di frutta continuava ad essere sempre più insistente.  «Ed io ho salvato te»

Quel dettaglio che mi aveva detto fu fondamentale per rimettere insieme i pezzi di ricordi che avevo sparsi nella mente. Quell’auto stava per prendere Harry, ed io lo avevo scansato dalla strada per far sì che si salvasse. Ma quei fari accecanti avevano iniziato ad illuminare il mio volto, diventando sempre più vicine a me. 

«Quando ti ho presa, sei crollata sul mio petto, impaurita da quello che stava per succederti. Sei quasi svenuta,e  ho voluto portarti da me»  chiarì i miei dubbi,togliendosi la giacca e buttarla sul letto. La maglia bianca che indossava faceva intravedere i tatuaggi stampati sulla pelle, valorizzando anche i suoi muscoli che erano una visuale a dir poco meravigliosa.  Harry inclinò la testa da un lato, curioso di sapere cosa stavo guardando così incantata.

«Avvicinati»  quel tessuto  che copriva i suoi addominali lo  lasciò cadere sul pavimento, aspettando un passo da parte mia per arrivare a lui. Delle fiamme si accesero improvvisamente nel mio stomaco, bruciandomi lentamente.

«No.»  mi opposi, «Non voglio»

Harry non si perse d’animo: ripescò qualcosa nelle tasche della giacca, dondolando un affare elettronico che conoscevo bene. Non ci pensai due volte a riprendermelo, il problema, però, era che lo teneva troppo stretto nella mano, come se volesse divertirsi un po’ prima di restituirmi ciò che mi apparteneva.

«Lo rivuoi?»  ghignò, alzando sempre di più il braccio impedendomi di poter riavere il mio cellulare. Con un po’ di slancio provai ad arrivare alla sua altezza, perdendo per un attimo l’equilibrio e ritrovarmi il suo viso vicino al mio. Degli strani formicolii attraversarono la mia pelle, rendendomi debole davanti ai suoi occhi. 

«Ridammelo,Harry»   lo scongiurai, e un lungo sospiro sfiorò le sue labbra. Sbarrai gli occhi appena le  sue lunghe dita tentarono di toccare le mie gambe, deciso a dove arrivare.

«Non puoi scappare»   la sua mano si insinuò sotto la stoffa del vestito, esplorando ogni parte con il suo tocco leggero.  «E anche se ci provi, non ci riuscirai mai.»   i suoi polpastrelli premettero a lungo dentro i miei fianchi, lasciando perfino le impronte di essi dentro la mia pelle. Il mio corpo si lasciò fare ogni cosa che lui desiderasse, e mi accaldai a sentirlo giocare con il gancetto del reggiseno, pronto per togliermelo.

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