- Harry
Bagnai ogni singola parte del mio corpo, guardando le piccole goccioline d’acqua scendere velocemente su di me. Cambiai la temperatura, mettendola più fredda, ghiacciando così ogni pensiero della notte precedente.
Non riuscivo a perdonarmi di non aver sconfitto Jared come avrei voluto, di averlo ridotto in mille pezzi come avevo pensato. Ero io, quello buttato a terra su quel maledetto ring, quasi in fin di vita. Ma quando la vidi lì, a pochi passi da me, lo stomaco si strinse lentamente. Non sentivo più il dolore, ma solo il desiderio di guardarla negli occhi e baciarla fino all’ultimo nostro respiro.
E in quel lurido bagno, vedere quelle piccole mani asciugarmi ogni minuscola goccia di sangue, nonostante io non volessi, era doppiamente strano.
Quante cose erano cambiate in questi mesi? Avevo incontrato Lily in un giorno di pioggia, così per caso. E da lì, ne ero sicuro, il mio respiro non era più lo stesso. Era irregolare, fuori controllo.
Sfrecciai per le strade di New York, arrabbiato come non lo ero mai stato. Da quanto tempo giravo? Da quanto tempo speravo di ritrovarla?
In qualunque posto, in qualunque via, di lei, purtroppo, non c’era traccia.
Stavo diventando matto.
Mi chiedevo sempre il motivo per cui continuavo a cercarla. Nessuno l’avrebbe fatto, al mio posto.
Basarsi solo su delle semplici parole, una semplice frase che forse racchiudeva un gran significato.
“Voglio andare a New York, appena ho tempo. Mi piacerebbe.”
E quelle parole, dalla testa, non andarono mai via.
Probabilmente ero diventato un ossessionato. Ossessionato nel ritrovarla, nel rivedere quei maledetti occhi.
Chi, dopo aver visto la propria ragazza sparire dalla città, resterebbe fermo?
Provai ad annullare tutti quei pensieri, concentrandomi solamente sulla strada. Le vie di New York erano deserte. La pioggia continuava a scendere insistentemente, mettendomi una vera e propria malinconia dentro. Odiavo il tempo così.
Accelerai, abbassando anche un po’ il volume dello stereo. E fu in quel preciso istante, che presi una pozzanghera, bagnando qualcuno. Continuai ad andare avanti, vedendo dallo specchietto, una ragazza osservarsi i vestiti ormai completamente bagnati. Ridacchiai, sentendomi terribilmente in colpa.
Tornai indietro, osservandola finalmente da più vicino. Dei lunghi capelli la incorniciavano, due occhi verdi, più scuri dei miei, guardarmi in modo strano.
Abbassai il finestrino, prendendo finalmente parola.
“Non dovresti stare in giro con questo tempo, sai?”
Quella ragazza, che probabilmente mi odiava, si chinò verso il finestrino, tenendosi la borsa sopra alla testa per coprirsi.
“Prima che tu passassi su quella pozzanghera, stava andando tutto bene.” Disse, guardandomi in ogni dettaglio. Il colore dei suoi occhi era indescrivibile. Le sfumature partivano dal colore più scuro del verde, fino ad arrivare quello più chiaro e, al tempo stesso, acceso. Delle piccole sfumature sul marrone erano intorno alla pupilla.“Ti do un passaggio.” Le dissi, rendendomi conto solo dopo di quello che avevo appena detto.
“Non ti conosco.” Mi rispose a tono, distaccandosi leggermente dal finestrino. “Non vado nelle auto degli sconosciuti.”
Il suo modo di voler sembrare dura era davvero divertente. Si capiva dalla timidezza che aveva nel guardarmi, che non era quel tipo di persona.
Feci ondeggiare i ricci, pronto per sfrecciare nuovamente via.
“Accetto!” Esclamò, aprendo lo sportello ed entrando molto velocemente. Osservai le gocce d’acqua cadere su tutto il suo corpo, gli abiti completamente zuppi. Si strizzò i capelli, sentendosi fortemente a disagio nella mia auto.
Iniziai ad accelerare forte, rompendo il ghiaccio con le mie parole.
“Sei completamente zuppa.” La guardai, ma lei deviò subito il mio sguardo. Misi una mano nei suoi capelli, accarezzandoli con estrema delicatezza, non sapendo nemmeno io il motivo del mio gesto. Si impose di guardare altrove, perché forse, e probabilmente era così, non riusciva a sostenere il mio sguardo.
Continuai a metterla a disagio con le mie domande, senza riuscire a fare a meno di guardarla. Tutte le ragazze che entravano nella mia auto volevano solo ed esclusivamente una cosa. Ed io le accontentavo, perché nessun ragazzo, d’altronde, rinuncerebbe al sesso.
Ma la ragazza accanto a me non rientrava affatto nel gruppo di quelle ragazze. Emanava dolcezza, semplicità. Ed io ero totalmente incantato e senza respiro.
“Grazie.” Mi ringraziò per averla accompagnata fino a casa, rimanendo ferma sul sedile.
“Non c’è di che.” Dissi aprendole le sportello. La ragazza davanti ai miei occhi si bagnò le labbra, ed io morsi le mie. Mi presentai, meravigliato dal modo in cui si mordeva anche lei le labbra. Mi stava letteralmente provocando. Inconsciamente, lo stava facendo.
E le mie labbra, senza una ragione, volevano le sue.
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Hurts
FanfictionUn'attrazione che va oltre ogni limite, dei segreti tenuti nascosti, delle tentazioni fuori posto. Si può fuggire da tutto questo? ~ "Ci sono cose che non sai, che tengo dentro me stessa per non farti scappare. Le tengo dentro perché so che non regg...