Il rumore della sveglia mi fece svegliare all’improvviso. Cercai di realizzare che ore fossero, poggiando una mano sulla sveglia per fermare quel fastidioso suono. Mi stiracchiai un po’, per niente intenzionata ad alzarmi dal comodissimo letto. Ma dopo vari minuti, aprii gli occhi, e le scene della sera prima mi passarono velocemente nella testa.
Il cuore mi si strinse velocemente, quando ricordai quello che era successo tra di noi. Ed era strano che, anche per un semplice bacio, mi sentivo la mente annebbiarsi da qualsiasi tormento o pensiero.
“Vivimi e basta.” Mi aveva detto. E io, senza ribattere, mi lasciai completamente andare. Lo avevo vissuto nella maniera più profonda, e non mi importava del resto.
Mi girai dall’altro lato, controllando che Harry fosse ancora lì con me. Quando i miei occhi, però, videro il letto vuoto, una strana malinconia si diffuse nel mio corpo. Alzai lentamente la schiena dal materasso, cercando Harry nella stanza. Non ci sei.
Sentendomi enormemente a disagio, mi misi alla ricerca dei miei abiti, trovandoli poggiati su una sedia vicino alla scrivania. Misi un piede fuori dal letto, e una voce roca mi bloccò.
“Pensavo che stessi dormendo.”
La pelle si riempì improvvisamente di brividi. Più lo vedevo, più mi parlava, più i pensieri della notte passata insieme tornavano a farmi visita. Non avrei mai potuto dimenticare il suo tocco, i suoi modi di entrarmi dentro fino ad arrivare al cuore. Non avrei mai potuto.
“La sveglia…” Parlai con voce bassa, osservando le lenzuola. “La tua sveglia mi ha svegliata.”
“Mi dispiace, allora.” Entrò in camera con la sua aria sfacciata, totalmente vestito. Indossava dei jeans e un maglioncino beige. Rimasi a fissarlo senza dire niente, coprendomi maggiormente il corpo. Ero nuda, e sapevo quanto Harry amasse questa cosa.
“Tutto bene?” Disse, sedendosi vicino a me. Il nostro profumo ancora tra le lenzuola, sulla mia pelle. Alla sua domanda, deglutii, e strinsi di più la coperta intorno al mio seno. Harry rise nel vedere la scena.
“Si…” Con fatica, risposi alla sua domanda, non sapendo più che altro dire. Probabilmente, un E tu?, lo avrebbe gradito sicuramente. Aprii di nuovo la bocca per parlargli, ma Harry mi rubò la parola.
“Non sono abituato a svegliarmi con te al mio fianco.” Si avvicinò, toccandomi la spalla con il dorso della mano. Fuoco e brividi avevano preso possesso della mia pelle. Harry guardò le mie reazioni per colpa del suo tocco, facendo salire la sua mano verso la mia guancia. Con le dita, tracciò il contorno del mio labbro inferiore.
“Quando mi sono svegliato, ti ho trovata con un semplice lenzuolo poggiato sulle gambe. Ma la maggior parte del tuo corpo, Lil, era completamente esposto a me.” Parlò, e le mie labbra si schiusero leggermente.
“Ed è stato davvero bello accarezzarti mentre dormivi.” E, parlandomi ancora una volta, rise nel ricordare quel momento. Provai un forte e incredibile imbarazzo nei suoi confronti.
“Smettila.” Gli dissi con gentilezza, chiedendogli con tutta la calma possibile di alzarsi dal letto. Volevo riprendere la mia biancheria e i miei abiti, nient’altro.
“Non lo farò, lo sai.” La sua risata, nonostante nascondesse ancora po’ di malizia, era davvero dolce e melodica da sentire. Mi tirò le coperte, divertendosi a guardare le mie espressioni da arrabbiata. Le strinsi anch’io, ritrovandoci viso contro viso. La vicinanza che c’era tra di noi era talmente poca, che le nostre labbra avrebbero potuto addirittura sfiorarsi. Fissò la mia bocca, ed io la sua, necessitando entrambi il forte bisogno di unirci nuovamente in un bacio, uno di quelli intensi e pieni di confessioni. Perché, alla fine, le verità che si nascondevano nei baci, da quelle no, non si poteva fuggire. E lui lo sapeva bene.
Sai che basta davvero poco, per confessarci quello che portiamo dentro. E lo sai, che non abbiamo per forza bisogno delle parole per dirci quello che pensiamo o proviamo. Basta uno sguardo, uno sfioramento di labbra, e tutte le verità vengono a galla. E, oltre questo, sai che la mia anima brucia ardentemente, quando ci sei tu con me.
Mischiammo i nostri respiri, rimanendo immobili. Solo dopo poco, Harry iniziò ad avvicinarsi di più, sicuro di quello che volesse in quel preciso istante. Ma bastò riportare i miei occhi dentro i suoi, per fargli cambiare idea. Si alzò di scatto, e la sensazione di vuoto che provai, mi divorò.
“Vestiti.” Mi lanciò la mia biancheria e gli altri abiti. Raccolsi il reggiseno caduto a terra, quello che non ero riuscita a prendere al volo, sentendomi in colpa inutilmente. Non sapevo perché mi sentissi così, ma i suoi cambi d’umore scombinavano sempre ogni cosa.
“Vuoi che vada via?” Mi venne spontaneo domandargli. Harry si grattò dietro al collo.
“No, Lil, no.” Agitato, confuso, sicuro. Era un misto di cose.
“E’ che…”
“Lily, stai tranquilla. Semplicemente, andiamo a fare colazione.” Si sforzò a mostrarsi tranquillo nei miei confronti. Gli feci capire con un’occhiata che era ora che mi cambiassi, e lui, come al solito, volle restare. Si girò, mostrandomi le spalle, dandomi così modo di cambiarmi senza il suo sguardo curioso.
“Certe cose non cambiano.” Ed era vero. Certe cose, come il mio imbarazzo, come i suoi modi di fare e tutto il resto, non sarebbero mai cambiati. Era come se rivivessimo tutto, ma in maniera diversa.
Gli avevo dato ogni parte di me, quella più fragile, quella più forte. E non mi importava cosa ne avrebbe fatto.
“Hai fatto?” Tamburellò il piede a terra, già stanco di stare in quella posizione e non potermi guardare. Mi sbrigai ad indossare la biancheria, prendendo poi i jeans lasciati sul letto. Li indossai, saltellando un po’ per farli entrare, trattenendo un sospiro quando vidi Harry girarsi nuovamente.
“Serve una mano?” Bagnò le labbra in modo seducente, camminando molto lentamente. Sempre più vicino, sempre più battiti accelerati.
“No. Ho fatto.” Risposi velocemente, abbottonandomi i jeans. Infilai la maglia, il giacchetto, portando i capelli tutti da un lato. Mi affrettai a prendere anche le mie all star bianche, ormai consumate, mantenendo comunque la calma nonostante lo sguardo pressante di Harry.
Volevo sapere i suoi pensieri, quello che aveva provato, quello che stava provando. Ma i suoi silenzi erano davvero assordanti.
“Hai fame?” La sua voce, di prima mattina, era qualcosa di indescrivibile e splendido. Non riuscendo a parlare, annuii solamente. Uscimmo dalla sua camera e, da quanto potevo vedere, Ryan non era ancora tornato a casa. Sicuramente, era ancora con Chloe.
Una volta arrivati in cucina, la prima cosa che notai fu la varietà di merendine sul tavolo. Poggiai entrambe le mani sulla sedia, trattenendo una piccola risata, bloccandomi sul posto. Le labbra di Harry mordicchiarono la pelle del mio collo, il suo respiro incontrollabile che si distruggeva ripetute volte. Non mi opposi, in quel momento. Ma quando la lucidità tornò in me, mi scansai all’istante.
“Prendo…prendo un bicchiere d’acqua.” Dissi, il cuore che si capovolgeva. Fece un passo indietro, facendomi passare senza dire una parola. Sostenere la situazione, il suo sguardo, era più difficile di quanto pensassi.
Tolsi il tappo dalla bottiglia d’acqua, me la versai nel bicchiere e sospirai silenziosamente. Sentii il rumore del suo accendino, segno che stava per accendersi una sigaretta. Mi girai, bevendo molto lentamente.
“Posso farti una domanda?” Prese il portacenere che era sul mobile della cucina, portandolo sul tavolo. Allontanai il bicchiere dalle labbra, “Certo.”
“Perché non sei mai andata a letto con Jared?”
Sorseggiai appena, strozzandomi di colpo. Riformulai la sua domanda nella mia testa, sconvolta come non lo ero mai stata. Non poteva chiedermi una cosa simile.
“Perché questa domanda?” Riposai il bicchiere, provando a restare calma. Harry fece uscire il fumo dalla bocca, ignorando ciò che gli avevo domandato.
“Così.” Rispose in modo calmo. Nella sua domanda c’era curiosità, voglia di sapere per quale motivo, nonostante tutto, sceglievo sempre lui e non Jared.
Con Harry, tutto era diverso. Quello che riusciva a scatenare dentro di me, quello che riusciva a dirmi con gli occhi.
“Non c’è una risposta a questa domanda.” Mi tenni al mobile della cucina, guardandolo mentre fumava ancora. Il sorriso da strafottente che aveva non aveva nessuna intenzione di lasciare le sue labbra.
“In questo caso, deve esserci per forza.” Disse, e il mio battito prese ad accelerare troppo forte. Che cosa siamo ora? Mi dissi nella mente.
“Allora?” Aspettò una mia risposta, una risposta che non mi degnavo a dargli. Feci un passo avanti, toccandomi nervosamente i capelli.
“Dovevamo fare colazione.” Girai intorno al tavolo, fingendo di non vedere i suoi occhi puntati su di me. Spostai la sedia, sedendomi.
“Non hai niente da dire?” Insistette ancora, accomodandosi anche lui. Il silenzio parlò per me.
“Okay.” Aggiunse dopo, fumando un altro po’. Se ti dicessi quello che ho dentro, scapperesti.
“Cosa vuoi mangiare?”
Mi grattai le gambe, e lui mi guardò. Strinsi attorno al cuore tutti i sentimenti che provavo per lui, riprendendo parola.
“Mi è passata la fame.” Dissi, e abbassai la testa.
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Hurts
FanfictionUn'attrazione che va oltre ogni limite, dei segreti tenuti nascosti, delle tentazioni fuori posto. Si può fuggire da tutto questo? ~ "Ci sono cose che non sai, che tengo dentro me stessa per non farti scappare. Le tengo dentro perché so che non regg...