74- Siamo in guerra

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Sistemo la coda ormai calante e prendo un sorso d'acqua.
Okay, ci sono.

Il primo pugno parte con discreta precisione, ma manca di potenza, subito recuperata al colpo successivo. Appena ho preso confidenza con i guantoni, parto con una serie ravvicinata di diretti, gli occhi e la mente fissi sul sacco ondeggiante.
Forse al cinquantesimo colpo cambio ritmo, abbassandomi ogni due colpi come per schivare un attacco avversario.

Sarebbe utile Percy. O Piper, l'altra volta ci ha stese.

Si beh, al momento me la devo cavare da sola.

Afferro l'asciugamano per liberarmi del sudore, mi prendo qualche secondo di recupero e passo a una sessione di flessioni, poi seguita da plank.
Le mie braccia iniziano a tremare, stremate dall'intenso esercizio a cui le sto sottoponendo da più di un'ora ormai. Mi distendo supina a terra e prendo un respiro profondo.
Con difficoltà mi rialzo solo per raggiungere il tapis roulant. Lo attivo e salgo in fretta a una velocità da corsa, che mantengo per un altro quarto d'ora, poi rallento lentamente fino a fermarmi.

Se c'è una cosa di cui devo ringraziare gli allenamenti intensivi sono il concentrare la mente a tal punto dal rendere difficile pensare ad altro. E questo è ciò di cui avevo disperatamente bisogno, o rischiavo di impazzire.

Mi siedo a gambe incrociate a terra e ingollo l'acqua rimasta. Stringo i denti nel sentire i muscoli tirare durante lo stretching e pochi minuti dopo sono in piedi, pronta a una doccia rigenerante. Prendo dalla camera uno shorts e una t-shirt fra i vestiti che Morfeo m'ha fatto trovare e mi dirigo con lenti passi strascicati al bagno. Mentre l'acqua mi scivola addosso, incespicando fra i capelli crespi, la mente vola per un attimo ai miei compagni di sventure al Campo, ma appena in tempo riesco a riportarla in questo loft.

Hic et nunc.

Se vuoi fare la colta.

Non posso permettermi di pensare a loro ora. Loro hanno la loro missione, io la mia. Posso solo sperare che riescano nel loro compito, ma non ha senso starci sopra a pensare troppo tempo.

Per evitare di divagare troppo con la mente, canticchio una canzone che ascoltavo spesso prima di questo casino. Mi concentro solo sulla dolce melodia e sul testo, curandomi solo distrattamente del lavarmi. I nervi si distendono, il cervello si rilassa.
Ah, il potere della buona musica e di una doccia fresca.

Una volta asciugata e vestita, mi dirigo in cucina, ormai rilassata. Questa mattina Morfeo non è nell'appartamento. O meglio, non l'ho più visto dal nostro particolare incontro di ieri sera. Ormai però è ora di pranzo, come il mio stomaco ci tiene a sottolineare.
Guardo con qualche dubbio il frigo, di cui ispeziono il contenuto.
Potrei cucinare qualcosa anche per Morfeo. Se tornasse avrebbe pranzo pronto, in caso contrario posso comunque tenere il cibo pronto per cena.

Non sono un asso in cucina, lo ammetto. Ma posso provare a fare qualcosa di semplice. Dato il caldo opto per un piatto fresco, così in breve ho pronta delle pasta fredda con pomodorini e una caprese.
Intanto Morfeo non è ancora tornato. Con un sospiro, metto da parte la porzione per lui e apparecchio. Come inizio a mangiare però, mi sento improvvisamente osservata. Alzo subito lo sguardo, e il dio del sonno è davanti a me.

A: "Bentornato"

Morfeo mi rivolge un cenno del capo e un sorriso appena accennato, dunque si siede davanti a me.
M: "C'è qualcosa anche per me?"

A: "Certo."

Mi alzo subito e gli porgo i suoi piatti, controllando con la coda dell'occhio la sua reazione.
Quando mi risiedo, Morfeo mi dedica un sorriso smagliante.
M: "Esattamente quello che speravo"

Underwater - Figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora