21- Che buon inizio

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Okay, dove mi trovo?
Intorno a me c'è solo oscurità, e silenzio.

Ma in un attimo vengo come sbalzata in avanti e mi ritrovo in un enorme palazzo sottomarino, pieno di perle incastonate. popolato da tritoni e animali marini.
Ho solo pochi secondi per ammirare lo spettacolare scenario intorno a me, che di nuovo la realtà stessa sembra mutare, richiudendosi in se stessa e gettandomi da tutt'altra parte.

Chiudo gli occhi per le improvvise vertigini, e quando li riapro mi ritrovo in una spiaggia, paurosamente simile a quella del Campo.
Il mare è una tavola, con rare increspature sulla superficie, e il tramonto dona all'acqua sfumature dorate.

X: "Ti stavo aspettando."
Mi volto e, pochi metri alla mia destra, vedo un uomo con dei bermuda e una camicia in stile Hawaiano.
È seduto su uno sgabello da pescatore e scruta pazientemente il mare, stringendo con cura una canna da pesca, in attesa che qualche pesce abbocchi all'amo.

Un tridente dorato è infilzato nella sabbia accanto a lui, e una rete ancora vuota è appoggiata sulla sua spalla.
Il cappellino che calza gli copre i capelli castani scuri, ma non riesce a gettare ombra sui suoi occhi verdi, che fin troppo mi risultano familiari.

Appoggia la canna e si volta a guardarmi, mostrandomi un grande e caloroso sorriso.
Che sia chi credo?

Dopo sedici anni si presenta?

Beh, sarà stato impegnato.
Sai, i doveri di un dio.
Poi hanno avuto tante guerre ultimamente, no?

Beh, per Percy il tempo l'ha trovato eccome.

Ma lui era il protagonista delle Grandi Profezie.
Ha dovuto rivelare la sua esistenza.

Vedila come ti pare.
Comunque sembra simpatico.

Già... speriamo sia così.
Poi magari non è neanche lui e mi sto facendo solo film mentali...

P: "Alyssa, figlia mia. Spero ti stia trovando bene alla mia Casa."

Come non detto.
Okay, devo chiudere la bocca, non posso continuare a tenere quest'espressione scioccata.
Cerco di riprendere una postura composta, anche se ormai la figura di merda l'ho fatta.

A: "Tu... sei Poseidone?"
P: "Non credevo fosse tanto difficile intuirlo... ma sì.
A: "Sei mio padre."
P: "La risposta è sempre la stessa. Credevo di averlo chiarito la prima sera al campo. Hai presente, il tridente di vapore?

Credo che le mie guance si stiano tuffando in una decisa sfumatura di porpora, ma evito di pensarci, prima di peggiorare la situazione.
Mi guardo intorno e il posto sempre essere desolato, tranne che per noi due.

A: "Cosa ci faccio qui?"
Poseidone si alza e raccoglie il tridente, che tiene fiero al proprio fianco.
P: "Sai, essere una semidei ha alcuni effetti collaterali. I vostri sogni non sono quasi mai normali, sono prevalentemente visioni; e noi divinità possiamo interferire e comunicare con voi, come sto facendo ora io. Mi spiace di interferire con il corso dei tuoi sogni, ma dovevo parlarti."

Okay, nessuno mi aveva detto che nel pacchetto regalo per ogni semidio c'era anche il sonno disturbato dagli interventi divini.
Neanche la notte uno può starsene in pace?!

P: "So che hai avuto una giornata stressante. A proposito, buon lavoro davvero. Non è da tutti partire per un'impresa e tornare al Campo con risultati così ottimali già il secondo giorno d'allenamento."
A: "Ehm... grazie... Poseidone."

Lui sembra sentirsi leggermente a disagio e accenna a un sorriso nervoso.
P: "Sai, puoi chiamarmi anche papà. So di non essere mai stato troppo presente, ma ora che sai tutto e ti trovi al campo... la situazione potrebbe cambiare."

Underwater - Figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora